Sanza: grave atto intimidatorio nel Parco Nazionale del Cilento
Lorenzo Peluso
Un grave atto intimidatorio. Lo ha definito così il sindaco di Sanza, Antonio Peluso, appena appresa la notizia al telefono, in quanto in viaggio ufficiale presso la comunità gemella del Klettgau in Germania, il raid vandalico compiuto ai danni del sito d’accoglienza turistica posto all’ingresso della via per il Monte Cervati. Il piccolo chalet in legno adibito a punto informazioni, posto sulla via d’accesso al Monte Cervati, ed il cartello di benvenuto, anch’esso in legno, finemente inciso, con i loghi del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, della Comunità Montana e del Comune di Sanza, nella notte tra giovedi e venerdi scorso sono stati letteralmente distrutti ed incendiati. Un grave atto compiuto da ignoti che probabilmente hanno voluto lanciare un forte segnale di intimidazione verso coloro che stanno negli ultimi anni lavorando intensamente per il rilancio turistico dell’area montana del Cervati. È questa la prima lettura che ne dato lo stesso sindaco, molto preoccupato per l’accaduto. Lo chalet di circa 20 metri quadri con alcune suppellettili interne è stato incendiato, il cartellone di benvenuto invece, a precisi colpi d’ascia è stato abbattuto e catapultato nel dirupo sottostante, infine la staccionata di contenimento, anch’essa in legno, realizzata dalla Comunità Montana Vallo di Diano lo scorso anno, è stata divelta. Un danno di decine di migliaia di euro. Sul luogo dell’accaduto gli uomini della Corpo Forestale dello Stato, i Carabinieri della stazione di Sanza, con il luogotenente Luigi Ferrare in testa, la Polizia Municipale al comando del maresciallo Vincenzo Manduca, titolare delle indagini. Il fatto ha destato molto scalpore nella comunità locale non solo per la violenza del gesto ma anche e soprattutto per le motivazioni che si potrebbero celare dietro questo ignobile gesto. Va infatti considerato che l’area del Cervati, migliaia di ettari di preziosissime faggete e pascoli, negli ultimi anni è divenuta meta di un turismo d’elite, volto all’escursionismo naturalistico ed al trekking, con la presenza di numerosissimi amanti della natura che eventualmente creano qualche problema a chi invece era abituato ad operare indisturbato nella quotidiana azione di sfruttamento della montagna. Un fatto questo che chiama direttamente in causa, ad esempio, cacciatori di frodo, allevatori poco rispettosi delle regole, o più semplicemente soggetti impegnati nel furto del pregiato legname. Le indagini, comunque sono in corso e si attendono risvolti nelle prossime ore.