Vietato…giungere al pozzo di Avetrana!
Josef Fritzl austriaco: dopo di lui, si pensò che il nostro tempo potesse dir basta alla violenza domestica. Per 24 anni, sua figlia Elizabeth, segregata in uno scantinato condominiale, tra un parto e l’altro. Al padre-nonno mostro, sotto i flash giornalistici, al termine del processo, mille domande. Con ovvie risposte. La casa del reato, ridotta a santuario dei curiosi. Oggi Avetrana, bersagliata dai flussi turistici, morsi dalla curiosità mediatica. I luoghi della violenza, i flash dei cineoperatori: un momento di curiosità e di celebrità, per chi è rimasto scosso da un crimine machiavellico, che ancora dimidia padre e figlia: Michele Masseri e Sabrina. Un delitto, quello di Sarah Scazzi, che in quanto a dinamica, lascia perplessi sul movente. Consumato tra campi e sole, tra pareti familiari e rapporti amicali, un’adolescente sottratta alla vita. Molto poco da vedere e da tramandare ai propri figli: ancor meno da spettacolarrizare nel riandare ad un decesso marcito in un pozzo. Eppure, non la pensa così la carovana di curiosi, che si mobilita in pullman, pur di raggiungere Avetrana. Dimentica della tragedia che ha sconvolto i genitori di Sarah, dello shock subentarto alla scoperta che proprio nella propria casa, si trincerasse il killer del proprio sangue. Il sindaco, dopo il boom di presenze dello scorso week-end, ai ripari con una vera e propria ordinanza. e con tanto di piantonamento dei luoghi del misfatto, impedendo alla folla di poterli visitare. Ma cosa ci sarà mai da vedere, si chiedono quanti ancora imperterriti, apprendono che Michele scaglia le colpe su Valentina, mentre lei continua a negare le accuse, vestendosi però di una notorietà mediatica non voluta! “Purchè si parli di me”…il caso d’esclamar!