Roma: Malattie reumatiche, verso una terapia dal volto umano
A dieci anni dalla comparsa in Italia del primo farmaco biologico per la terapia delle malattie reumatiche immunomediate, un nuovo prodotto con caratteristiche innovative ed importanti entra nell’armamentario terapeutico degli specialisti. Si chiama Simponi (golimumab), un anticorpo monoclonale totalmente umano che – fatto unico in questo settore – ha ricevuto contemporaneamente le indicazioni per artrite reumatoide, spondilite anchilosante e artrite psoriasica. Elementi caratterizzanti e innovativi di questo nuovo farmaco, oltre alla efficacia e alla sicurezza certificate da ben cinque studi registrativi, sono dati dalla semplicità di somministrazione, effettuabile una sola volta al mese per via sottocutanea, e dall’utilizzo di un iniettore predosato appositamente studiato per favorirne l’uso in pazienti con compromissione articolare, frequente in caso di artrite reumatoide e artrite psoriasica. Golimumab può ridurre, inoltre, in modo importante, le reazioni nel sito di iniezione, oltre ad aver dimostrato un’efficacia che si consolida nel tempo grazie ad un’elevata specificità di azione nei confronti del Tumor Necrosis Factor alfa, una citochina che rappresenta il denominatore comune dell’infiammazione in diverse patologie autoimmuni. «Disporre di farmaci nei quali all’efficacia si accompagna la semplicità di somministrazione, è un fatto di fondamentale importanza» ha sottolineato Giovanni Minisola, Primario della Divisione di Reumatologia dell’Ospedale di Alta Specializzazione San Camillo di Roma, «perché facilita l’aderenza al piano terapeutico che, quando è molto complesso, può determinare l’abbandono della cura da parte del paziente. Inoltre, una somministrazione dilazionata nel tempo come quella resa possibile da golimumab rende molto più sopportabile l’iter terapeutico, di per sè già complesso». «I biologici, da dieci anni a questa parte, hanno realmente cambiato il corso della reumatologia» ha dichiarato Giovanni Lapadula, Professore Ordinario di Reumatologia e Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Medicina Pubblica (DiMIMP) dell’Università di Bari, «caratterizzandosi per una potenza 20-30 volte superiore ai farmaci precedentemente utilizzati e oggi sono in grado di bloccare l’evoluzione del danno articolare. Golimumab rappresenta un’importante tappa di questo processo innovativo e, grazie alle sue caratteristiche, offre oltre all’efficacia anche una valida risposta alle attese di miglioramento della qualità di vita del paziente». Commentando il fatto che golimumab ha ottenuto l’approvazione da parte dell’European Medicines Agency (EMA) grazie a cinque studi registrativi che hanno complessivamente coinvolto 2.512 pazienti, Ignazio Olivieri, Direttore del Dipartimento di Reumatologia della Regione Basilicata, Ospedale San Carlo di Potenza e Ospedale Madonna delle Grazie di Matera, ha rilevato che «i trial clinici hanno dimostrato scientificamente che questo nuovo anti-TNF-a soddisfa i parametri dell’efficacia e della sicurezza assumendo un rango importante nell’armamentario terapeutico soprattutto per la sua semplicità di somministrazione, che si limita a un’unica iniezione sottocutanea ogni mese». Le limitazioni recate dalle malattie reumatiche al paziente sono state più volte misurate, dalle più diverse prospettive, con importanti studi internazionali che hanno consentito di pesare il loro impatto sulla vita quotidiana: abbandono del lavoro entro dieci anni dall’esordio della malattia, dolore costante, astenia, rigidità articolare sono gli elementi che più frequentemente sono emersi da questi studi e dei quali si è tenuto conto anche per sviluppare il nuovo farmaco e le sue modalità di somministrazione. Antonella Celano, membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione Nazionale Malati Reumatici (A.N.MA.R.) e Presidente dell’Associazione Pugliese Malati Reumatici (A.P.MA.R.), nel ribadire l’importanza della diagnosi precoce ai fini di risultati terapeutici sempre più importanti, ha sottolineato che «l’uso di farmaci semplici e maneggevoli aiuta a far pesare meno al paziente la sua difficoltosa gestione del movimento e, dunque, a farlo sentire meno dipendente. Da questo punto di vista i pazienti non potranno non apprezzare i vantaggi di un farmaco come golimumab che, al profilo di efficacia e tollerabilità, associa una grande maneggevolezza e facilità d’uso grazie all’innovativo iniettore di cui è munito».