Salerno: verso le elezioni: prima l’uovo o la gallina?

Aldo Bianchini

Scende in campo (era ora!!) Matteo Cortese per rappresentare una delle due anime del Popolo della Libertà (PdL) e lo fa da par suo, con grande enfasi e con argomentazioni piuttosto credibili. L’occasione è data dalla conferenza stampa di sabato 23 ottobre, assente il ministro Carfagna, per parlare della situazione politica interna del PdL che a Salerno, fino a prova contraria, dovrebbe ancora essere il partito di maggioranza relativa. “E’ con De Luca chi non aggrega”, questa la frase ad effetto che in un certo senso sintetizza anche l’attuale momento di turbolenza dovuto alle continue scaramucce tra i peones dell’uno e dell’altro schieramento, alludo specificamente ai carfagnani ed ai cirielliani che da più di un anno se le stanno suonando di santa ragione a tutto svantaggio della città che sarà certamente consegnata nuovamente nelle mani di colui che giustamente Anna Ferrazzano definisce “il feudatario De Luca”. Se si esamina la frase pronunciata da Cortese, decontestualizzandola dalla battaglia in corso, debbo riconoscere che il “responsabile della segreteria Carfagna” ha perfettamente ragione, insomma la sua affermazione non fa una grinza. E’ sufficiente, però, dare uno sguardo anche soltanto al presente per avere dei dubbi sull’originalità dell’affermazione perché essa ripropone l’eterno ritornello che nella vita normale quotidiana, come in politica, suona pressappoco così: “E’ nato prima l’uovo o la gallina?”. Senza dover necessariamente ricorrere alle elucubrazioni tutte filosofiche di John Brookfield la risposta è data con semplicità da un antico proverbio che dice: “L’uovo cadde dal cielo e si ruppe, e come Dio volle la gallina nacque”. Una risposta altrettanto filosofica ma intrisa di sicura praticità che dovrebbe stimolare tutte le corde del ragionamento logico alla base dell’essere umano. In politica, però, molto spesso questa logica si perde, stranamente, ma si perde. Ed è un vero peccato. Come si fa, ad esempio, a stabilire e cristallizzare il momento preciso in cui quella “santa alleanza” tra Carfagna e Cirielli che portò alla vittoria nelle elezioni provinciali si è frantumata riducendosi ai livelli più beceri della politica della compra-vendita senza badare agli effetti devastanti che siffatta anacronistica situazione potrà determinare in termini di gestione politico/economico/finanziaria su una città che si professa di destra ma che elegge un sindaco comunista. A questo punto, mi chiedo, cosa e quanto può ancora contare che nel ’96 fu Cosentino a favorire De Luca, che a giungo scorso è stato scelto un organigramma del PdL fasullo così come aveva fatto anche la Carfagna nel 2009, che sono stati commessi errori nella scelta dei candidati sindaci (da Nocera a Salerno, ndr!!), che non c’è stata discussione sul nome della Ferrazzano, che Giuseppe Zitarosa ha palesemente navigato contro Cirielli ed a favore di De Luca per il termovalorizzatore, che Giovanni Romano è stato nominato coordinatore dei rifiuti in Campania (bipartisan!!), che non era urgente ufficializzare il candidato di Salerno e che si è voluto fare una fuga in avanti. Il problema, a mio sommesso avviso, è un altro; il problema è che bisogna trovare la quadra a tutti i costi altrimenti la responsabilità di riconsegnare la Città nelle mani del feudatario sarà appannaggio di tutti gli attori in campo. L’indicazione della Ferrazzano, soggetto assolutamente affidabile e cristallino, è soltanto la prima mossa sullo scacchiere di una partita tuttora in pieno svolgimento tra il ministro e il presidente. Anzi aggiungo che quella indicazione era ed è giusta e doverosa anche al fine di lanciare un preciso segnale di discontinuità con il passato, quando i candidati del PdL venivano inutilmente indicati soltanto all’ultimo minuto contro chi da tempo immemorabile è sindaco della città. Insomma se gli attuali responsabili del PdL nazionale e  locale riescono a smettere di chiedersi se è nato prima l’uovo o la gallina e se hanno la capacità di cellofanare il passato per pensare al futuro, probabilmente potranno ritornare seriamente a pensare che “questa volta a Salerno De Luca è battibile”. In caso contrario il centro destra si avvia a raccogliere il risultato elettorale più mortificante degli ultimi decenni, finendo per superare anche il primato negativo ancora attestato sul candidato Casciello che nel 1997 eroicamente sfidò il feudatario. I salernitani sperano che il 12 di novembre non solo la Carfagna ma tutto il PdL riesca a capire quali sono le reali necessità di una comunità che vuole cambiare.

 

7 pensieri su “Salerno: verso le elezioni: prima l’uovo o la gallina?

  1. Caro Aldo ,
    con Casciello nel 1997 c’ero anch’io nel Centro-Destra candidato contro De Luca , nel 2006 ero ancora lì nel Centro-Destra a candidarmi con Marotta contro De Luca e dove non ho visto accanto a me i cosidetti big cimentarsi nel suicidio elettorale(di questo si trattò: tra due eserciti del potere come Andria e De Luca eravamo solo un manipolo di impavidi idealisti gettati al massacro).
    Mi permetto di dissentire dalla vulgata che fu Cosentino a trasferire i voti da Forza Italia a De Luca nel ballottaggio del 2006 (non del ’96 come scrivi , senplice lapsus calami). I voti dei candidati di Forza Italia (tra cui il mio , fui tra i primi cinque o sei della lista)andarano naturalemente verso De Luca. Il nostro elettorato doveva scegliere tra due idee di sinistra e scelse , secondo me, per quella che era meno partitica, meno ideologizzata ( De Luca rifiutò apertamente i vetero-comunisti di rifondazione), più leaderistica , per certi aspetti quasi di destra. Dunque fu un fenomeno “sua sponte” che nessuno avrebbe potuto in concreto calmierare e che fu la libera scelta dell’elettorato : io stesso fui tra i primi a schierarmi pubblicamente tra coloro che avrebbero appoggiato De Luca al ballottaggio e , sottolineo, senza alcun Cosentino oltre che liberamente. Che poi qualcuno abbia voluto farsi bello andando a promettere a De Luca cose che De Luca già sapeva di avere per farsi servo sciocco è altro conto.Diceva Montanelli che la servitù non è una imposizione dei padroni ma spesso è solo ambizione del servo.

  2. Il suo intervento, come al solito, quando parla di Salerno e di De Luca, muove da una logica: giungere a conclusioni oggettive sulla base di suoi pensieri arbitrari. Contesto ciò che Lei dice ma, poichè la rispetto, le rispondo ed infine la esorto.

    Detto intervento si basa sui seguenti pensieri:

    1. giustamente …“il feudatario De Luca”.
    Lei, quindi, ritiene che l’attributo feudatario si possa associare “giustamente” a De Luca.
    Sarebbe forse meglio parlare di politico di lungo corso, navigato, che ha ben amministrato, che ha bypassato le incrostazioni storico-borghesi della città, rivolgendosi direttamente, senza mediazione, alla città?
    Girare per la città a controllare i lavori, intervenire in situazioni di ordine pubblico, avere il controllo totale della macchina amministrativa e dei responsabili dei procedimenti, ex se, è da feudatari?
    Difendere con i denti il proprio elettorato, in modo diretto e non mediato da faccendieri ed altra roba (si vada a fare un giro in
    Provincia, anzi in alcuni bar a Nocera..), identificarsi con la propria città è da feudatari?

    2. una città che si professa di destra ma che elegge un sindaco comunista.
    Spero, ma ne convingo ogni giorno di più per strada.., che Salerno, quando si tratta del proprio destino amministrativo, non è nè di destra e nè di sinistra. Io non sono di sinistra, io sono orgoglioso, Salerno è orgogliosa: della raccolta differenziata, della trasformazione urbana, della possibilità di circolare di notte senza rischi seri, dell’ordine e della disciplina, della movida, degli asili nido, delle luminarie, dei cantieri disseminati in ogni dove, di una identità costruita su civici comportamenti condivisi: provi a buttare una busta di immondizia fuori orario, provi a fare un piccolo abuso edilizio, provi a cercare una piazza di spaccio, provi a lasciare una macchina parcheggiata abusivamente… sarà stoppato nè dalla destra e nè dalla sinistra, semplicemente da pubblici operatori che sentono di rappresentare una identità allora capirà di essere a Salerno, senza destra e senza sinistra.
    Sono soprattutto orgoglioso della distinzione che oramai fanno tutti in Italia tra la Campania, Napoli, l’Agro della holding del cemento e Salerno.
    Si faccia un giro in centro il sabato sera: vedrà gente che le chiede informazioni su dove su come muoversi in città.
    Preferiva forse le chiancarelle?, il mercato del pesce in centro città? il caos ed il disordine degli anni 70 ed 80?, le macchine sul corso?
    E’ poi “De Luca comunista”.. veramente sconcertante.., un uomo che ha usato spesso il bastone, che ha criticato e combattuto Caruso, i no global, Travaglio, Gomez, Grillo, i centri sociali.
    La verità, secondo me è che Lei è prigioniero di un mondo antico, mentre gran parte della popolazione vive il presente e spera nel futuro.
    Sulla base del Suo metodo, anche il ministro Bondi è un comunista, anche più recente di De Luca.

    3. fu Cosentino a favorire De Luca
    Davvero pensa che De Luca avesse bisogno di De Luca? Davvero pensa che De Luca abbia chiesto “aiuto” a Cosentino?

    4. Ferrazzano, soggetto assolutamente affidabile e cristallino
    Non conosco la persona, quindi non ho motivo per dubitare; certo il trattamento riservato alla Carfagna, in termini di affibilità ed essere cristallini,…, lascia perplessi.
    Ma la questione è un’altra: cosa dovrebbero votare i cittadini, una affidabilità assoluta o relativa al bilancio di previsione, al piano delle opere pubbliche, ai programmi integrati, ai procedimenti amministrativi, alla gestione del personale, alla gestione dell’Ordine pubblico…..
    E quindi si risponda da solo: quale condominio ha mai amministrato la Ferrazzano? In tal modo risponderà anche a me, per il quale l’esperienza amministrativa della Ferrazzano è davvero come la temperatura di Bolzano nel tg degli anni ottanta, cioè NON PERVENUTA.

    5. I salernitani sperano che il 12 di novembre non solo la Carfagna ma tutto il PdL riesca a capire quali sono le reali necessità di una comunità che vuole cambiare.
    Due domande al riguardo:
    – quali salernitani ed in quali quartieri, perchè a me sembra che Lei viva in un altro mondo;
    – necessità reali di una comunità che vuole cambiare: la comunità desidera un sindaco che non controlla il consiglio comunale? l’emergenza rifiuti? gli abusi edilizi? i vigili negli uffici e non per strada? le buche per strada? litigare non più per il crescent ma per il racket per le strade?

    Tenuto conto, quindi, che nei prossimi mesi, la città giustamente e doverosamente dovrà dibattere di elezioni, Le renda un servizio nobile: parli di servizi pubblici, di opere, di progetti; parli cioè di “beni pubblici”, dove magari c’è da migliorare. Sleghi le cose fatte e da farsi dall’animus” che la attanaglia.
    Sia più svedese, più europeo e meno salernitano degli anni 70.
    Saluti.

  3. Caro De Robertis,
    ti ringrazio per il valvassino, anche se ti invito ad una maggiore distanza, così come a rispondere nel merito delle cose.
    L’auspicio è dibattere delle cose che vanno e di quelle che non vanno.
    A mio avviso a Salerno ci sono molte cose fatte, molte da compiere, altrettante da avviare.
    A mio avviso, il segno di una comunità civile è anche dato dal modo e dal contenuto del pubblico dibattito.
    Ti senti realizzato a discettare di comunisti, destra, feudatari, valvassori e valvassini? Io no!
    Non sei attratto da metropolitana da completare, da lungoirno da completare, dalle cose fatte, da una politica di servizi sociali da migliorare, non sei attratto dalle cose concrete? Io si!
    Non credi sia il caso di alzare la vigilanza sull’afflusso di capitali obliqui, provenienti dall’hinterland napoletano ed anche dall’agro (fatti un giro a portanova!)? Io si.
    Hai nostalgia del provincialismo, senti il bisogno del dibatiito ad personam? Io no.
    Se togliamo le barricate e le trincee, se togliamo gli isterismi e le dispute ideologiche, sono con te,… altrimenti, sarò un valvassino.
    Saluti.

  4. Caro valvassino, ti definisco così perchè il tuo zelo nel difendere ogni volta su questo sito con fiumi d’inchiostro, l’operato del tuo feudatario, lascia trapelare, appunto, un legame di tipo feudo-vassallatico tra voi.
    Per entrare nel merito, mi limito a quotare solo una delle tue affermazioni:
    “politico di lungo corso, navigato, che ha ben amministrato, che ha bypassato le incrostazioni storico-borghesi della città, rivolgendosi direttamente, senza mediazione, alla città?”
    Il problema è proprio questo: questo “corso” mi sembra ormai troppo “lungo”. 20 anni di potere ininterrotto farebbero diventare corrotto e corruttibile chiunque. Quanto poi alle “trasformazioni” di questo ventennio, sono ridicole se paragonate a quelle del ventennio fascista o del ventennio post-bellico (senza entrare nel merito politico). Infine, è proprio quel “senza mediazioni” al quale ti riferisci che fa di quest’uomo non un semplice sindaco,ma un…FEUDATARIO !

    Saluti

  5. Caro De Robertis:
    1. concordo con lo spessore ed il pregio di quanto avvenuto nel periodo fascista,
    2. concordo che De Luca, nell’accezione comune della parola sindaco, non è un semplice sindaco ma un feudatario,
    3. ti giuro che: ho votato il PDL alle ultime elezioni, non ho mai messo piede sul Comune di Salerno, non ho mai votato la democrazia cristiana, non ho mai votato un partito di sinistra.
    4. ritengo, inoltre, che quanto fatto nell’era De Luca non rappresenta, in assoluto, il massimo, così come è vero che si è respirata poca democrazia mediata.
    Ma è proprio questo il punto:
    c’era ventanni fa, ed anche oggi, una classe dirigente che poteva e può fare meglio?
    gli attori intermedi della società civile, in che cosa si sono distinti in questi anni?
    le viene in mente qualcosa che passerà alla storia, prodotta da Camera di Commercio, Assindustria, Ascom, Confcommercio, Casino Sociale, Ordini Professionali, Circoli Culturali?
    ritiene che il nostro rango civile sia tale da produrre progresso sociale ed economico, partendo dal basso, senza uno “sceriffo-feudatario”?
    non trema Lei al pensiero di un sindaco che ogni mattina si deve comprare consiglieri ricattatori, per navigare nel quotidiano (Eboli, Battipaglia, Scafati, Pagani, Nocera,…) e che deve gestire l’UDC di De Mita o il Nuovo PSI delle giovani marmotte (parenti delle vecchie marmotte) (Provincia di Salerno)?
    .. E tornando alla mia nota:
    ha senso oggi ragionare ancora di comunisti e di destra, su come si amministra una amministrazione locale?
    rinviene Lei, nella Ferrazzano, curriculum, spessore amministrativo e capacità di leadership, che giustifichi chicchessia a sperare in una svolta amministrativa capace di apportare valore aggiunto rispetto a De Luca?

    Mio caro interlocutore, mi creda: se stessimo in Svezia o Norvegia, ma anche già in Toscana o in Veneto, se da soli riuscissimo a rispettare il codice della strada senza paura dei vigili, se avessimo un apparato amministrativo capace di essere efficace senza il “timore dello sceriffo” e la “leadership del feudatario”, sarei il primo a volermi liberare di corsa di De Luca.
    Saluti.

  6. Paradossalmente, caro Smerigli, io sono invece di Sinistra e ho sempre votato a sinistra, tranne quando è in campo De Luca perché per me non è assolutamente di sinistra. Per il fatto di essere io “veramente” di sinistra, antepongo i valori della libertà e della democrazia a qualsiasi ragionamento sulla “governabilità”. Se il mio amministratore di condominio fosse un bravo amministratore, ma fosse sgarbato, cafone, prepotente e stesse lì in eterno a decidere da solo senza ascoltare gli altri, non esiterei a sfiduciarlo. Lei, giustamente, uomo di destra, ammira gli uomini forti. Il problema è che questo uomo forte, continua a dirsi di sinistra e – quando gli fa comodo – usare la sinistra per i suoi scopi. Sarei molto felice se finalmente transitasse a quella destra nella quale troverebbe una più giusta collocazione.

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