Scafati: dichiarazioni capogruppo PdL Pignataro

“Fino ad oggi ho preferito non esprimermi nel tentativo di capire i veri motivi del cambio di rotta del PdL – Principe Arechi nell’ultimo consiglio comunale. La mia reazione istintiva e quella di altri consiglieri comunali ha, purtroppo, dato adito a qualche giornalista di fraintendere le nostre motivazioni legate all’esclusiva volontà di analizzare meglio gli eventi e non certo alla mera occupazione di spazi. Alla luce dei fatti e dopo un approfondito chiarimento non possiamo fare altro che accogliere positivamente il voto favorevole espresso in consiglio comunale, dimostrazione di un senso di responsabilità da parte del PdL-Principe Arechi e di tutta la maggioranza (cosa che personalmente avevo chiesto nell’ambito delle riunioni di maggioranza e anche attraverso i giornali fino al giorno del consiglio comunale). In questo ragionamento abbiamo preso coscienza l’uno dell’altro e della rispettiva forza, decidendo con maturità di non arrivare a estreme e catastrofiche conclusioni, anche perché non esiste alcun accordo sottobanco all’interno del PdL cittadino o sottomissione a qualche burattinaio che in modo autonomo e per scopi personali ha interesse a prolungare la lotta tra le due anime. La volontà del partito è quella di costruire una linea politica e programmatica unitaria. Stiamo mettendo in campo grandi energie sia fuori al consiglio comunale, con la costruzione del partito e il coinvolgimento di tanti cittadini e giovani simpatizzanti, sia all’interno condividendo in toto il programma amministrativo di governo basato su argomenti prioritari come il Puc e la reindustrializzazione dell’ex Alcatel, oggetto in passato di grande attenzione da parte dei potentati di questa città. Gli stessi argomenti che oggi condividiamo con la città aprendo le porte delle stanze comunali e inaugurando incontri pubblici con associazioni, tecnici e cittadini per un confronto democratico. Nel Pdl, pertanto, non esistono frizioni di natura personale bensì una dialettica interna di ordine politico lontana dagli interessi dei singoli o dalla mera occupazione di spazi. E’ all’insegna dell’unità e del senso di responsabilità che intendiamo lavorare. Questo segnale, molto probabilmente, servirà in futuro a riavvicinare le due anime e magari a ricongiungerle in un solo gruppo, come voluto dal nostro Presidente fondatore del partito. In tutte le grandi famiglie ci sono opinioni leggermente divergenti, ma non per questo si arriva alla richiesta del cambio di cognome”.