Salerno: l’Italia che trema
La memoria. La denuncia. La speranza. Sono queste le tre direttrici lungo le quali si snoda la manifestazione “L’italia che Trema” in programma a Salerno dal 20 al 30 novembre prossimi. La manifestazione è stata organizzata dalle associazioni Senza Periferie, Gli Amici di Eleonora e Il Cratere in occasione dei trent’anni dal terremoto che ferì mortalmente la provincia di Salerno, l’intera Campania e parte della Basilicata. Questa mattina la presentazione del ricco programma di appuntamenti presso il centro servizi per il volontariato Sodalis. Presenti il presidente dell’associazione Senza Periferie, Lorenzo Forte, il presidente dell’associazione Gli Amici di Eleonora, Claudio Lunghini, il presidente dell’associazione Il Cratere, Gerardo Lupo, il fotografo aquilano Marco D’Antonio e Gerardo Calabrese, assessore all’Ambiente del Comune di Salerno. L’amministrazione comunale di Salerno ha sostenuto l’iniziativa sul piano morale ed economico. “Manifestazioni come questa –ha spiegato Calabrese- sono preziose per affermare il valore della memoria che è fondamentale quando ci si trova al cospetto di eventi drammatici che mietono vittime e stravolgono la vita quotidiana di migliaia di persone. E’ importante non spegnere mai i riflettori sul ricordo di ciò che è accaduto così come, allo stesso modo, è necessario che la politica operi in modo sinergico, costantemente e a tutti i livelli affinché gli errori del passato non vengano più commessi. E’ un dovere per gli amministratori locali. E’ un dovere per chi governa l’Italia”. “Il nostro obiettivo –ha sottolineato Lorenzo Forte, presidente dell’associazione Senza Periferie- è quello di condurre il cittadino in un viaggio nel tempo a cavallo tra il presente, il passato e il futuro. Nei luoghi distrutti del sisma salernitano del 1980, ma anche in quelli spazzati via dal terremoto che nel 2009 mise in ginocchio l’Abruzzo e la provincia dell’Aquila in particolare. Un lungo e a tratti sofferente viaggio fatto di memoria per ciò che è stato: il dramma quotidiano di migliaia di famiglie spesso consumatosi nel silenzio e nella solitudine. Di denuncia di ciò che non avrebbe dovuto essere: il malgoverno complessivo e la cattiva gestione della fase di ricostruzione in danno dei cittadini. E infine di speranza per ciò che potrà essere: una efficace e corretta politica di prevenzione che si fondi prima di tutto sull’applicazione delle norme antisismiche”. A fare da cornice alla manifestazione L’Italia che trema” saranno il Tempio di Pomona, nei pressi del Duomo di Salerno, l’ex Convento di Santa Sofia e l’Ave Gratia Plena, nel centro storico. E’ all’interno di queste strutture che la manifestazione verrà sviscerata attraverso una mostra fotografica, documentari, rappresentazioni teatrali, work-shop e convegni. Incontri e dibattiti ai quali parteciperanno anche gli studenti di scuola media superiore della città. “Non è assolutamente possibile –ha ammonito Claudio Lunghini, presidente dell’associazione Gli amici di Eleonora- che in Italia le gestioni straordinarie, commissariali abbiano sostituito la gestione ordinaria. Nelle gestioni commissariali si annidano sistematicamente gli interessi specifici di chi lucra sulla pelle dei cittadini. E che per questa ragione non può che volere il protrarsi dello stato emergenziale. In Campania è avvenuto di recente con l’emergenza rifiuti. Bisogna dire basta alle gestioni commissariali in favore di una responsabile e trasparente gestione ordinaria”. “La solidarietà nazionale –ha sostenuto Gerardo Lupo, presidente dell’associazione Il Cratere- è il valore che anima questa manifestazione e che ci auguriamo possa ritornare ad ispirare le politiche pubbliche del governo nazionale e degli enti locali. In occasione del terremoto del 1980 il valore della solidarietà nazionale “armò” le braccia e i cuori di tutte quelle persone che, in particolare dal nord del Paese, vennero in aiuto delle popolazioni campane colpite dal terremoto. E’ esattamente questo valore che oggi più di prima bisogna riaffermare con forza. In questo senso siamo in piena emergenza valoriale”.