Don Stanzione parla degli angeli in Emilia Romagna
Carlo Di Pietro
Don Marcello Stanzione, assistente spirituale dell’associazione Milizia di san Michele Arcangelo sarà presente il 19, 20 e 21 novembre a Finale Emilia al V convegno dell’associazione laica “ Volare con gli angeli” presieduta dalla poetessa e scrittrice Stefania Bellini dove farà diverse conferenze sugli angeli buoni e cattivi. Dal 22 al 23 si recherà a Parma dove terrà conferenze sugli spiriti celesti alla scuola “La Salle” ed in diverse parrocchie della città. Infine a Cesena il 24 novembre alle ore 21,30 a Palazzo Ghini parlerà della devozione cristiana agli angeli lungo i secoli. Dio, all’inizio dei tempi, creò dal nulla gli angeli e, poi, l’uomo, fatto di anima e di corpo e il mondo sensibile cioè la materia animata e inanimata. Gli spiriti, secondo la fede, si dividono in buoni e cattivi. I primi sono detti angeli (messaggeri) e i secondi diavoli o demoni. Ci imbattiamo in loro sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento. Troviamo gli angeli come custodi della porta del paradiso Terrestre, quando Adamo ed Eva, dopo il ,peccato, furono scacciati per sempre da quel luogo meraviglioso e pieno di delizie. Due angeli liberarono Lot dall’incendio di Sodoma e Gomorra. Un angelo impedì ad Abramo, di sacrificare il proprio figlio Isacco, sul monte Moira. Come pure fu un angelo ad uccidere i primogeniti degli egiziani, per liberare il popolo eletto dalla schiavitù del Faraone. Al tempo dell’esilio degli israeliti a Babilonia, Nabucodonosor fece gettare nella fornace ardente tre giovanetti ebrei ed un angelo tenne lontano da loro il fuoco che avrebbe dovuto bruciarli. Un angelo nutrì il profeta Elia nel deserto. Ancora l’arcangelo Raffaele protesse Tobia nel lungo viaggio verso la Media, e a Rages gli fece recuperare la somma di dieci talenti d’argento, che aveva affidato ad un amico; lo consigliò, poi, come comportarsi per prendere sano e salvo alla sua casa e ridonò la vista al vecchio padre cieco. Nel Nuovo Testamento, l’arcangelo Gabriele appare a Zaccaria, nel tempio, dicendogli di non temere, perché la sua preghiera era stata esaudita e che la moglie Elisabetta, pur essendo vecchia, avrebbe avuto un figlio che avrebbe chiamato Giovanni. E così avvenne. Sei mesi dopo, lo stesso angelo andò a Nazaret, in una casa dove viveva una vergine di nome Maria e le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso di Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo adorerai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato figlio dell’Altissimo; il Signore gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”. Maria non dubitò, domandò solo chiarimenti: “Come potrà avvenire questo se non conosco uomo?”. E l’angelo le rispose: “Lo Spirito Santo verrà sopra di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà della sua ombra: per questo il bambino che nascerà, sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ecco, Elisabetta tua parente ha concepito anch’ella un figlio nella sua vecchiaia, e colei che era chiamata sterile è nel sesto mese; perché niente è impossibile a Dio. Allora Maria disse: “Ecco l’ancella del Signore si faccia in me secondo la tua parola” . In quell’istante si compì l’attesa dei secoli: il Verbo si fece carne. Zaccaria non crede all’angelo e diventa muto, Maria crede e il suo cuore si effonde nella lode di Dio. La stanzetta dove avvenne l’Annunciazione, secondo una tradizione, fu trasportata dagli angeli in Italia, a Loreto, nelle Marche, dove fu costruito un bellissimo santuario, che è meta veneratissima di frequenti pellegrinaggi. Nove mesi dopo, Gesù nasce in una grotta a Betlemme. In quella stessa ora c’erano dei pastori, che passavano la notte all’aperto e facevano la guardia al loro gregge. Un angelo apparve davanti a loro e la gloria del Signore rifulse intorno ad essi, sì che temettero grandemente. L’angelo disse: “ Non temete: ecco, vi porto una lieta novella che sarà di grande gioia per tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide il Salvatore, che è il Messia, il Signore. Questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoria”. Poi subito si unì all’angelo una moltitudine della milizia celeste, che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà”. Quando gli angeli, risalendo al cielo, si furono allontanati, i pastori presero a dire tra loro: “Andiamo fino a Betlemme, andiamo a vedere quello che è accaduto”. E andarono in fretta e trovarono con Maria e Giuseppe il Bambino giacente nella mangiatoia. All’inizio della vita pubblica di Gesù, dopo il digiuno di 40 giorni nel deserto e dopo la triplice tentazione di Satana, gli angeli vengono a servirLo. Nell’orto degli ulivi, nell’imminenza della sua passione e morte, Gesù sudava sangue per tutto il corpo, allora gli apparve un angelo dal cielo per confortarLo. Quando, poi, i giudei stanno per arrestarLo, Pietro con la spada stacca l’orecchio ad un servo del sommo sacerdote Caifa. Gesù lo rimprovera e dice: “Credi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli?”. Dopo la crocifissione e morte di Gesù, un angelo appare alle pie donne e alla Maddalena ed annunzia loro la sua resurrezione. Dall’Incarnazione all’Ascensione, la vita del Verbo incarnato è circondata dall’adorazione e dal servizio degli angeli. Un angelo liberò Pietro dal carcere : “In quel tempo, il re Erode (Antipa) cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa. Fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni. Vedendo poi che questo era gradito ai giudei, decise di arrestare Pietro. Erano quelli i giorni degli azzimi. Fattolo catturare, lo gettò in prigione, consegnandolo in custodia a quattro picchetti, di quattro soldati ciascuno, col proposito di farlo comparire davanti al popolo dopo la Pasqua. Pietro dunque era trattenuto in prigione mentre la preghiera saliva incessantemente a Dio dalla Chiesa per lui. E in quella notte, quando Erode stava per farlo comparire davanti al popolo, Pietro, piantonato da due soldati e legato con due catene, stava dormendo, mentre davanti alla porta le sentinelle custodivano il carcere. Ed ecco gli si presentò un angelo del Signore e una lice sfolgorò nella cella. L’angelo toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: “Alzati in fretta!”. E le catene gli caddero dalle mani. E l’angelo a lui: “Mettiti la cintura e lègati i sandali”. E così fece. L’angelo disse: “Avvolgiti nel mantello e seguimi”. Pietro uscì e prese a seguirlo, ma non si era ancora accorto che era realtà ciò che stava succedendo per opera dell’angelo: credeva infatti di avere una visione. Essi oltrepassarono la prima guardia e la seconda e arrivarono alla porta di ferro che conduce in città: la porta si aprì davanti a loro. Uscirono, percorsero un tratto di strada e l’angelo si dileguò da lui. Pietro, allora, rientrato in sé disse: “Ora sono veramente certo che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha strappato dalla mano di Erode e da tutto ciò che si attendeva il popolo dei giudei. Dopo aver riflettuto, si recò alla casa di Maria, madre di Giovanni Marco dove si trovava un buon numero di persone raccolte in preghiera. Appena ebbe bussato alla porta esterna, una fanciulla di nome Rode si avvicinò per sentire chi era. Riconosciuta la voce di Pietro per la gioia non aprì, ma corse ad annunciare che fuori c’era Pietro. “Tu vaneggi!”, le dissero. Ma ella insisteva che la cosa stava così. E quelli dicevano: “E’ l’angelo di Pietro”. Questi intanto continuava a bussare e, quando aprirono la porta e lo videro, rimasero stupefatti. Egli allora, fatto segno con la mano di tacere, narrò come il Signore l’aveva tratto fuori dal carcere e aggiunse: “Riferite a Giacomo e ai fratelli”. Poi uscì e si incamminò verso un altro luogo. L’angelo è intervenuto anche nella conversione del primo pagano, di Cornelio centurione della corte italica. Egli vide un angelo presentarsi a casa sua e dirgli di mandargli qualcuno a Giaffa e far venire da lui Simone detto anche Pietro che gli avrebbe detto parole per mezzo delle quali si sarebbe salvato lui e la sua famiglia. L’angelo spinge il diacono Filippo ad andare per la strada che da Gerusalemme porta a Gaza per incontrarsi con l’etiope eunuco della regina Candace e battezzarlo. Ancora un angelo assicura Paolo colpito da naufragio che Dio avrebbe salvato lui e tutti i suoi compagni. Nella celebrazione del sacrificio eucaristico più volte è ricordata la presenza degli angeli e il loro intervento. Al Sanctus noi con gli angeli e i santi del cielo cantiamo ad una sola voce: “Santo, Santo, Santo, Dio dell’Universo, i cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell’alto dei cieli”.