Ratzinger e “la luce del mondo”

di Rita Occidente Lupo

“La luce del mondo” l’ultimo scoop dagli alti scanni del Vaticano.Se per scoop s’intende notizia clamorosa dell’ultim’ora, nell’accezione più ampia del gergo mediatico. L’utilizzo del preservativo, ammesso da Ratzinger, in casi estremi. Vale a dire, anche come strumento preventivo all’Aids: come occasione per riflettere sulla sessualità nell’accezione più ampia del termine. Nella sua valorizzazione e non consumazione d’un atto meramente istintivo. La notizia ha creato corde di perplessità, vedendo in tale dichiarazione, un’apertura nei confronti di una realtà che anche il cristiano spesso si trova di fronte. L’uso del preservativo, un tempo esorcizzato e tuttora, come contraccettivo, affonda origini remote: già dall’età romana. Il Papa, anche in uno dei suoi viaggi in Africa, lo scorso anno, aveva aperto spiragli all’utilizzo di tale mezzo meccanico, sempre nella lotta all’Hiv. La cosa, all’epoca, creò scarsa attenzione, in quanto sembrò circoscritta ad una parte del Pianeta: ignorando che invece, l’intelligenza d’una Chiesa che cammina nel tempo, avrebbe riaperto la discussione, finendo per dilatare i confini dell’utilizzo. Se questo sembra il primo passo verso quelli che sono da sempre i punti fermi d’una religiosità che non liceizza strumenti contro l’apertura alla vita, c’è da considerare che per tanti, l’utilizzo del preservativo, potrebbe, anche in caso d’infermità mentale, tanto per citare solo qualche caso, essere preso in considerazione, per evitare che la procreazione, possa non connotarsi più di quella responsabilità alla quale oggi più che mai s’appella il successore di Pietro! Non solo per la prostituzione, quindi, ma anche per tanti che potrebbero incedere in una consumazione della sessualità istintiva, senza essere poi all’altezza, di gestirne le conseguenze, varrebbe la pena che Ratzinger avallasse l’uso!

Un pensiero su “Ratzinger e “la luce del mondo”

  1. “La notizia ha creato corde di perplessità”…Direttrice ha forse manipolato il termine “corda” latino? la sua audacia linguistica mi lascia allupato. Potrebbe utilmente mettere il suo scritto nella rubrica “l’amgolo del cuore”. A parte questo c’è da dire che la Chiesa ha manifestato un pizzico di saggezza tardi, dopo che la sua parola ortodossafino a Giovanni Paolo II ha causato danni irreparabili in Africa. “Luce nel mondo”? Speriamo.
    Sursum corda!
    Suo affezionato Giangastone

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