Lotta all’Aids

di Rita Occidente Lupo

Circa 150.000 sieropositivi italiani contraggono l’Aids, 2 su 3 stranieri, ma il numero fortunatamente ridotto di 4.000 l’anno. L’età media, 39 anni per gli uomini e 35 per le donne. Gli eterosessuali, i più colpiti 65,4% : 6 persone su 10 scoprono di avere il virus solo quando la malattia è conclamata. Nel 2009 diagnosticate 4,5 nuove infezioni da Hiv ogni 100.000 residenti italiani e 22,2 ogni 100.000 stranieri. La maggior parte, nel Centro-Nord. Dal 1982, quando sono stati registrati i primi casi, in Italia 63.000 infetti, di cui 40.000 decessi. Le ultimissime, in tema di salute, giunte anche dall’apertura che il Papa in questi giorni ha mostrato d’incarnare in materia di fede: l’uso del condom. La permissività, che all’inizio ha creato perplessità, da interpretare nell’ampio panorama della trasmissione del virus e nella lotta ad una malattia che tuttora, permane letale, proprio in aree ed in realtà fortemente a rischio. Il vaccino, ancora in via sperimentale, lo stesso don Gelmini, per i suoi ragazzi di “Incontro” volle sottoporsi come cavia, lascia ancora tanti margini d’incertezza. Fiocchi rossi, treni in India, mascherine sul volto, i simboli di una lotta all’Aids, che oggi vede tutto il mondo unito nell’esperire, tra tavole rotonde e convegnistica, soluzioni efficaci, per debellare l’alter ego killer, all’accelerata contemporanea!

 

Un pensiero su “Lotta all’Aids

  1. I dati che, lei, ha citato penso che non corrispondano alla verità.
    Sono falsi e propagandati perchè questa “pandemia”, non deve far paura.(sono convinto della sua buona fede, dott.ssa Lupo)
    Solo qualche mese fa sul Corriere della Sera, spero che non mi sbagli, uscirono dei dati molto più allarmanti.
    Questa malattia invettiva, si stava allargando a macchia d’olio sull’intero territorio nazionale.
    Purtroppo questo MALE dell’era moderna non avrà fine se non educando, TUTTI, ad un rapporto sessuale responsabile e possibilmente solo all’interno della(famiglia) coppia, marito e moglie.
    La sessualità disordinata porterà inevitabilmente ad una maggiore proliferazione di tale “pandemia”.
    Si morirà di AIDS, e moriranno, come è morto un mio carissimo amico, anche per infezione “procurata”, senza nessuna colpa.
    Lo stato deve proteggere i suoi “figli”, prevedendo delle precauzioni serie per evitare che questa “PESTE” non possa continuare a mietere vittime innocenti.
    in bocca al lupo

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