In libreria atti del convegno sulla “ Dominus Jesus”

don Marcello Stanzione

 Il giovane sacerdote salernitano don Mauro Gagliardi, ordinario di teologia dogmatica al Pontificio Ateneo Regina Apostolorum  di Roma che è stato nominato il 4 novembre 2010 dal Santo Padre Benedetto XVI consultore alla Congregazione per il culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti è il curatore del libro edito dalla editrice Lindau di Torino che raccoglie gli atti del convegno tenuto lo scorso marzo a Roma presso l’ateneo pontificio regina Apostolorum nel decennale della dichiarazione “Dominus Jesus”. Don Gagliardi è nato a Salerno il 31 gennaio 1975 da una famiglia che ha dato illustri docenti e sacerdoti, dopo aver frequentato il liceo classico al Tasso è entrato al Seminario Maggiore di Posillipo a Napoli ed è stato ordinato presbitero dell’arcidiocesi salernitana dove svolge il ministero di Viceparroco ed Assistente diocesano della Federazione Universitaria Cattolica. Nel 2002 ha conseguito la Laurea in Teologia all’Università Gregoriana e nel 2008 si è laureato in filosofia all’Università orientale di Napoli. Dal 2008 è consultore dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice. Ha pubblicato diversi volumi, articoli e contributi a miscellanee, sia in Italia che all’estero dove spesso è invitato a tenere corsi di teologia perché parla correttamente il tedesco, lo spagnolo, il francese e l’inglese.  Il volume curato da don Gagliardi è diviso in due sezioni: I. Approcci tematici; e II. Analisi di punti nodali. Nella prima sezione sono raccolti quattro contributi. Il primo è del cardinale Antonio Cañizares Llovera, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Egli riflette sull’importanza di Dominus Iesus nel contesto ecclesiale attuale, con uno stile ricco (nonostante il testo sia ora tradotto in italiano, si percepisce sullo sfondo il bello e fiorito stile spagnolo dell’autore) e con un taglio che si muove agilmente tra il dogma e il kerygma. Nel secondo contributo, mons. Michele De Rosa, Vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti e già per molti anni docente esperto di ecumenismo, tratta della ricezione della Dichiarazione in ambito ortodosso e protestante. Attraverso un’interessante rassegna, egli fa emergere le difficoltà che diversi esponenti di questi mondi cristiani hanno incontrato nel comprendere il messaggio fondamentale di Dominus Iesus, anche se non mancano presso i fratelli separati alcuni apprezzamenti e riflessioni più pacate. Nei due testi successivi, viene offerta una presentazione dell’unicità ed universalità salvifica di Cristo nei Padri della Chiesa. Padre Juan Pablo Ledesma, L.C. si occupa della prima Patristica, mentre la trattazione sulla Patristica posteriore è affidata a don Carlo dell’Osso. I due competenti patrologi ci permettono di gustare l’insegnamento dei Padri della Chiesa su questo tema di capitale importanza. Essi fanno emergere, tra le altre cose, che per i Padri affermare che Gesù Cristo è l’unico Salvatore del mondo appartiene al «grado minimo della fede», non certo quindi ad un punto dottrinale di secondaria importanza e che potrebbe essere lasciato aperto ad ulteriori determinazioni e correzioni. Nella seconda parte del volume, si collocano i contributi che analizzano i principali insegnamenti della Dichiarazione. Questi testi sono stati ordinati seguendo la successione dei vari paragrafi di Dominus Iesus che essi si propongono di commentare. Dobbiamo avvisare il lettore che, a causa di motivi organizzativi, non è stato possibile prevedere nel convegno una relazione su ogni singolo aspetto di Dominus Iesus meritevole di attenzione. Quasi tutti i punti fondamentali del documento sono stati però affrontati. Donath Hercsik, S.I., Decano della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana, espone con lucidità ed intelligenza il tema della piena e definitiva rivelazione del mistero divino in Gesù Cristo (DI 5-6), pur accentuando molto, mi pare, la differenza tra la conoscenza naturale di Dio e quella soprannaturale. Il cardinale  Angelo Amato, S.D.B., Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e già noto cristologo, presenta un’interessante rassegna critica sul tema dell’unicità del sacrificio redentore di Cristo e la teologia del pluralismo religioso (DI 9-11), dalla quale emergono diversi punti deboli nelle proposte di teologi contemporanei che tendono a relativizzare la centralità di Gesù di Nazareth nel piano salvifico di Dio, nonché elementi positivi e propositivi per un vero progresso teologico in materia. Il  contributo del curatore degli atti del Convegno, don Mauro Gagliardi, analizza il tema del legame tra il mistero salvifico del Verbo incarnato e dello Spirito Santo (DI 12), mostrando che, se è certa un’azione della Terza Persona ad extra Ecclesiae, non bisogna dimenticare che le «vie note a Dio», con cui lo Spirito Santo raggiunge i non-cristiani, tendono sempre a mettere questi ultimi in relazione al mistero del Verbo incarnato, morto e risorto. P. Antonio Izquierdo, L.C. analizza con competenza i fondamenti biblici citati nel testo della Dichiarazione (DI 13) sull’unità e universalità salvifica del mistero di Cristo. Particolarmente interessanti l’analisi delle ricorrenze neotestamentarie e le riflessioni condotte su di esse. Gli ultimi due testi si concentrano invece sulla parte ecclesiologica della Dichiarazione. Don Nunzio Capizzi tratta dei nn. 16-17 del documento. La sua esposizione si sviluppa attorno al titolo: «Un solo Cristo, un solo suo Corpo, una sola sua Sposa». L’autore si muove su un duplice binario: il primo è quello della «sacramentalità», in base alla quale rilegge non solo la seconda parte di Dominus Iesus, bensì in qualche modo la stessa ecclesiologia cattolica post-conciliare. Il secondo binario della sua riflessione consiste nel richiamo molto frequente ai testi del Vaticano II e in particolare Lumen Gentium, n. 8 e Unitatis Redintegratio, n. 3. Il secondo contributo ecclesiologico è di mons. Krzysztof Charamsa e, in riferimento a DI 20-22, espone il tema della necessità della Chiesa in ordine alla salvezza. Si potrebbe dire che il testo è un interessante commentario teologico al dogma definito: «extra Ecclesiam nulla salus», in cui l’autore evidenzia che come Cristo si è legato in qualche modo ad ogni uomo (cf. Gaudium et Spes, n. 22), così la Chiesa, suo Corpo, ha una relazione con la salvezza eterna di ogni uomo. Va notato che il Prof. Charamsa inquadra la dottrina della necessità della Chiesa per la salvezza anche nel contesto di altri pronunciamenti della Congregazione per la Dottrina della Fede e, più in generale, del Magistero e della teologia. Consiglio a tutti la lettura di questo illuminante testo di teologia. Anzi per i laici sarebbe un ottimo regalo di Natale da fare ai loro parroci.