Salerno: Giovane Italia, appello alle istituzioni per il diritto alla vita

Egregio, la recente proposta di introdurre presso l’Azienda Ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona” l’utilizzo della cosiddetta “pillola RU486” impone, a chiunque abbia responsabilità politiche, approfondimento ed azioni coerenti. Siamo convinti che oltre trent’anni di aborto legalizzato in Italia siano sufficienti per alcune considerazioni sull’introduzione di nuovi metodi per l’interruzione di gravidanza. Infatti, è statisticamente provato che la tendenza ad abortire è rimasta inalterata in questi decenni ed è oggettivamente provato che la legge 194 non viene applicata negli aspetti che riguardano la prevenzione, sulla quale comunque ci sarebbe bisogno di una revisione. L’introduzione della pillola Ru486 nel nostro ospedale comporterebbe, a nostro avviso, un ulteriore passo indietro. La nostra legislazione riconosce, infatti, che la procreazione sia cosciente e responsabile: l’aborto con la Ru486, invece, può essere praticato entro 49 giorni dall’ultima mestruazione mentre l’aborto chirurgico può essere praticato entro 90 giorni. Tenendo conto che ci si accorge della gravidanza al più presto dopo i primi trenta giorni dall’ultima mestruazione e la richiesta va fatta, per legge, una settimana prima dell’aborto, la Ru486 lascia solo 10 giorni per riflettere. Dunque la Ru486, seppure prevedendo il ricovero ospedaliero, lancia un messaggio culturale pericoloso. Piuttosto di occuparci di come favorire la vita, si cerca di impedirla nella maniera più redditizia, comoda e indolore possibile. Riteniamo che basti, quindi, l’aborto legale: la politica non può farlo diventare banale. Ovvio ma rivoluzionario affermarlo. Come ovvio e banale è affermare che l’uomo non può essere considerato svincolato dai propri obblighi morali, sociali e spirituali. Per cogliere l’umanità del concepito non è necessario il catechismo. E’ sufficiente l’ecografo! Dire che si tratta di vita umana non è un atto di fede, ma è una constatazione che prescinde dalla confessione religiosa di riferimento. Con questo appello vogliamo che la politica si opponga non solo ad un metodo sbrigativo di interrompere la gravidanza ma, in tutta coscienza, dimostri che ci sono valori e principi non negoziabili e irrinunciabili e uno di questi è il valore della vita. La invitiamo, se lo ritiene, a rendere pubblica la Sua vicinanza alla nostra iniziativa controfirmando questo appello, inviandolo agli organi di informazione più conosciuti del territorio. Questo è, per noi e quanti vorranno sottoscrivere questo appello, il testimone migliore di saggezza da lasciare in eredità alle giovani generazioni.  

 


Rosario Peduto

Consigliere circoscrizionale

Popolo della Libertà

 

Luigi Di Martino

Presidente provinciale

Movimento studentesco nazionale

 

 

Antonio Mola

Presidente provinciale vicario

Giovane Italia

 

Pietro Crescenzo

Direttore Vox Populi