Consorzio Sa/3: dalla difesa all’attacco
Apprezzabile la tempestività con cui il Consorzio rimanda al mittente ogni accusa
Aldo Bianchini
La battaglia si fa dura ed anche aspra, piena di animosità e livore da una parte e dall’altra. Questo lo si era capito subito, fin dalle prime battute primaverili quando il corretto Giovanni Graziano cercò di forzare il “santuario del Consorzio di Bacino Sa/3”, meglio noto come Ecometa, gestito da sempre dal centro-sinistra o, meglio ancora, da alcuni uomini del centro sinistra. Poi la mano passò al commissario Giovanni Siano ma la musica non cambiò, e se vogliamo era anche giusto che non cambiasse. Dopo le ultime rivelazioni anticipate da questo giornale in data 30 dicembre scorso con il titolo “Consorzio Sa/3 – la danza del ventre” ecco arrivare le prime contromosse dei gestori di San Rufo che portano il Consorzio dalla posizione difensiva a quella di attacco puro, brutale e bruciante. A firma del vice presidente del Consorzio, Angelomaria Carucci, nel rispondere alla diffida della provincia del 28 dicembre con cui si intimava di non procedere al trasferimento del ramo d’azienda, viene inviata una lettera di risposta dal tono di sfida. Oltre a ribadire l’esigenza di conoscere un soggetto giuridico serio cui trasferire il ramo d’azienda e prendere atto della mancata collaborazione della Provincia, dalla lettera si legge testualmente: “Dovremo quindi operare nel modo già comunicatovi, preavvisandovi che sarà il Consorzio ad assumere in sede giudiziaria le opportune iniziative verso la Provincia e verso il dr. Giovanni Siano, per il risarcimento dei gravi danni da costoro arrecati per effetto della illegittima <gestione stralcio> e dell’altrettanto illegittimo comportamento del Commissario Liquidatore”. Ovviamente non si fa minimamente cenno a quale <illegittimo comportamento> si sia esposto il Commissario. Ma c’è di più. In data 7 gennaio con una nuova lettera, sempre a firma del vice presidente, il Consorzio attacca direttamente il Sindacato (leggasi CGIL !!) accusandolo di non aver richiesto, come doveva, la sua partecipazione al tavolo di separazione del ramo d’azienda e della successiva cessione dello stesso alla Ergon. Il vice presidente scrive testualmente: “A conclusione, pertanto, della procedura e nulla avendo osservato tutte le OO.SS., il Consorzio ha proceduto alla prevista cessione, con passaggio del personale alla Ergon spa (società mista a prevalente partecipazione pubblica) mantenendo fermi tutti i diritti acquisiti dai lavoratori”. Per buona pace di tutti, si potrebbe concludere a questo punto. Invece non è così, difatti tutto lascia presupporre che la battaglia sarà, come dicevo in apertura, dura, aspra e senza esclusione di colpi. Insomma un punto debole questa telenovela dovrà pur averlo?, è la domanda non retorica ma normale che un qualunque giornalista dovrebbe porsi prima di avviare un’inchiesta. La domanda non è come quella delle “cento pistole” e la risposta è, se volgiamo, ancora più facile. Il ramo d’azienda (rifiuti, ndr!!) che la Provincia vuole per se, come previsto dalla legge, è in effetti l’intera azienda Ecometa; ecco perché la battaglia è drammaticamente aspra. Se difatti diamo uno rapida lettura al bilancio 2008 del Consorzio si scopre facilmente che il ramo rifiuti con i suoi 4.882.334,00 euro di ricavi rappresenta il 99% dell’intera gestione. Ad esempio lo sport (altro ramo d’azienda) ha ricavato 36.156,00 euro pari allo 0,74%, mentre la struttura si è fermata a 12.915,00 euro pari allo 0,26% del ricavo di gestione globale per l’anno 2008, che è il bilancio ultimo regolarmente depositato dal Consorzio. Grazie, allora, che la battaglia è durissima e che di certo non finirà con le risposte piccate da parte dello stesso Consorzio sia verso la Provincia che verso la CGIL. Ma c’è, ovviamente, sempre di più. Sembra che alla perizia redatta per conto del Consorzio dal dr. Salvatore Giordano ed utile per la cessione ci sia già stata una controperizia redatta dal dr. Gaetano Romanelli. Quest’ultima perizia sarebbe già dei competenti Organi provinciali per le azioni consequenziali. Insomma di puntate ce ne saranno ancora tante.
Questa situazione di conflitto che si è generata tra Comune e Provincia e normative governative sullo smaltimento dei rifiuti che si accavallano una dopo l’altro e prevedono passaggi di competenza senza tener minimamente conto del contesto socio/economico ed amm.vo (molto spesso assai disastroso) della gestione delle Società pubbliche degli EE.LL. sulla quale si va ad intervenire rischia di vanificare anche quei risultati grandi (o anche piccoli che siano, non voglio in questo momento entrare nel merito dei risultati della raccolta differenziata propagandati dal Comune di Salerno)finora conseguiti per quanto riguarda la raccolta differenziata ed aggravarne ancora di più i deficit.
Gli interessi contrastanti tra Comune e Provincia inerenti il potere di gestire la costruzione e la gestione dell’inceneritore a Salerno rende ancora più complicata la situazione e a pagarne le spese saranno ancora i lavoratori del settore e la comunità stessa.
Onofrio Infantile