Suggestione e voglia di fragole
Antonio Pirpan
Un ricordo tira l’altro, in un sogno che arriva a ondate, ed eccoci in gita scolastica in una mattinata tiepida e frizzante di tardo autunno. Accompagnava l’allegra brigata l’insegnante di Educazione Fisica. La natura intorno brulicava di foglie appassite, e dall’alto della roccia scorreva un torrentello d’acqua limpida, smuovendo ciottoli levigati che sembravano tutti uguali. Sostammo sulla sponda per un bel po’ di tempo, osservando i riflessi del sole che indoravano i rami protesi nell’acqua. “State attenti a dove mettete i piedi”, disse la nostra guida. Dove l’acqua era poco profonda, un granchietto attirò la mia attenzione. Aveva gli occhi ad antenna e tante zampette che si muovevano in continuazione. Accortosi della mia eccitazione, il nostro accompagnatore riuscì a prenderlo tra le dita, e rivolto a me disse: “Cosa passa per il tuo cervello? Vuoi provare ad essere un granchio per cinque secondi?”. Mi invase una vampata di caldo, a cui seguì un brivido di emozione, poi con gli occhi spalancati fissai l’animaletto e sentii la mia rassicurante identità vacillare e spiegarsi sotto la suggestione dell’idea. Col passare degli anni sono riuscito a vincere certe tentazioni, e oggi passo tranquillamente sulle strisce pedonali dove è appena transitato un gatto nero. La suggestione è una brutta bestia perché viene sollecitata da pressioni esterne e insinua nel nostro cervello la volontà di un altro. La mattina di un lontano primo aprile, il direttore di un giornale riferì “in grassetto” di aver adottato un nuovo tipo di carta, profumata al tulipano, e nelle strade e nelle piazze italiane si videro lettori annusare con voluttà la prima pagina dell’importante quotidiano nazionale. Resiste al tempo l’antica credenza per cui la voglia di fragola comparirebbe sulla pelle dei bambini le cui madri, in gravidanza, non hanno potuto soddisfare quel desiderio. E’ possibile che a nessuna donna, durante quel periodo, vengano voglie più costose, tipo una collana di perle o un orecchino di diamante? Non ho ancora visto un bambino con un simili tatuaggio. Ma che hanno di speciale queste fragole? A me, da bambino, portavano l’orticaria.Quando sento gli amici dire che sperano di risparmiare ai figli le privazioni che essi hanno conosciuto, non sono d’accordo con loro, e anche in questo vedo una forma di autosuggestione; quelle privazioni, secondo me, ci hanno fatto diventare quel che siamo. Si può partire svantaggiati in molti modi, e uno di questi può essere il fatto di aver avuto la vita troppo facile. A dispetto di tanta gente che continua a vedere lucciole per lanterne, vivendo tra promesse vaghe e facili lusinghe, se qualcuno mi domanda cosa voglio da Babbo Natale, se un anno di pace per il mondo, un anno di giustizia per l’umanità, o un anno di migliore distribuzione della ricchezza, mi limito a chiedere una scatola di frutta candita. A questo punto, avrete scoperto che non sono facilmente suggestionabile, ed è vero. Quando andai a far visita a un vecchio amico nella sua villetta di campagna, gli chiesi di tenere il cane al guinzaglio, anche se sul cancello era scritto “Rex non morde”. Qualcuno si è chiesto perché in Giappone, nel giorno di San Valentino, sono le donne a fare i regali agli uomini? Io sono convinto che le eteree fanciulle del Sol Levante lo facciano sotto l’effetto della suggestione di restare zitelle. E sempre in tema, ultimamente mi son dovuto ricredere di un caro amico che ho sempre stimato come persona equilibrata e saggia: con l’età, e con le traveggole, è arrivato a chiedermi perché ci sono tanti buchi nell’Emmenthal svizzero e nessuno nel nostro Gorgonzola, che avrebbe maggiore bisogno di aerazione. Mah! Per concludere, debbo confessare che tanti anni fa mi toccò svegliare nel cuore della notte il fruttivendolo sotto casa mia, perché suggestionato – quella volta sì – da mia moglie incinta, a cui era venuta la voglia di una fetta d’anguria. Nemo propheta in patria!