Cresce l’astensionismo!
Il Paese degl’indecisi, orienta il picco dell’astensionismo. Alla luce degli ultimi sondaggi, secondo Luigi Crespi, i consensi al premier Berlusconi, calati di 4 punti. Colpa delle allegre serate ad Arcore, delle discoteche a troppe luci rosse, che investono il Paese di scandali tutt’altro che ritrattabili. Finiti nel tritatutto mediatico, per le Ruby di turno, per minorenni occhieggianti: l’Italia resta incollata per ore al tubo catodico, ai media impazziti dalle costanti scaramucce tra Magistratura e Governo. Con uno Stato che celebra il suo tricolore, dopo 150 anni, finito nel clamore delle vicende hard dell’imprenditore tutto sorrrisi, che ha mostrato di saperla sempre lunga in tema di donne e di affari. Il suo fascino, agonizzante dinanzi alle rivelazioni: pagate dal miglior offerente, secondo Sgarbi, per svendere la propria moralità mediaticamente o esasperate da una rivalità, svenduta dalle borse Carpisa. Urne in attesa d’esser riempite dalla volontà popolare, che attualmente non vanta un contraltare al centro-destra. In una situazione di crisi profonda istituzionale e soprattutto morale, occorrerebbe il veltro di dantesca memoria, che allo stato attuale non ancora riesce a vestir panni di…fustagno. La quota degli indecisi (42%) supera sia la somma del Centrodestra (41,6%) sia quella del Centrosinistra (40,4%). Terzo Polo al 16,2%. I ministri più amati del governo, Brunetta e Tremonti, ultimi Bondi, Brambilla e Fitto con il 32%. Questi i dati che Crespi ha reso pubblici e che fanno riflettere seriamente sulle sorti di un Paese che non ne può più delle Noemi o delle D’Addario, delle Ruby e delle vicende personali del capo del governo: il bello delle donne, succube delle stesse donne? Eppure il Cavaliere sa, che si ritornasse a votare, ancora una volta la vittoria gli arriderebbe!
Il Cavaliere, da che è entrato in politica e fino ad oggi, non ha mai veramente perso le elezioni, neanche nel 2006, lo dicono i numeri e lo dicono sedici anni di storia, a partire dal ’94, fatta di successi ma anche di ribaltoni, abbandoni, tradimenti, attacchi sferrati e attacchi subiti, ecc. ecc.
Questa constatazione oggettiva fà inorgoglire i simpatizzanti di centrodestra e fà schiumare di rabbia quelli di centrosinistra.
C’è, però, un’altra considerazione oggettiva che fà gongolare quelli di sinistra e avvilisce quelli di destra:
il delirio di onnipotenza del premier lo sta portando al suicidio politico, attraverso un’inarrestabile, seppur strisciante, perdita di consensi.
Contrariamente al parere della gentile Direttrice, ritengo che, in caso di elezioni anticipate, la maggioranza degli italiani voterà a sinistra. In tal caso, la sinistra vincerà senza trionfare (ossia con una “forbice” minima) e senza alcun merito, ma vincerà. Si porrà allora il problema di un premier carismatico che, al momento, non si intravede.
Ma, in questo momento, l’interrogativo a cui nessuno può dare risposta è: si andrà a votare o si andrà avanti con questa maggioranza?
Colgo l’occasione, gentile Direttrice, per lanciarLe un accorato appello: leggo quasi tutti i Suoi articoli e apprezzo i contenuti degli stessi nonchè la pacatezza e l’obiettività delle Sue riflessioni e la fecondità del Suo pensiero. Tuttavia, come ha già fatto qualcuno prima di me e allo scopo di salvaguardare i miei pochi neuroni ancora funzionanti ma stressati dalla sistematica e deliberata omissione, vorrei chiederLe una cortesia: La prego, anzi La scongiuro: ripristini il vecchio, caro predicato verbale!
A tal proposito, devo riconoscere che il presente articolo fà, inaspettatamente, eccezione.
La saluto cordialmente e con immutata stima.