Parole Africane: Kwa Heri (arrivederci)

Padre Oliviero Ferro

Quando te ne vai da un posto, dove hai vissuto per tanti anni, è normale dire arrivederci, con la speranza di poterci ritornare un giorno. A me è successo diverse volte, quando ho lasciato la Sardegna, la Calabria e soprattutto l’Africa (Congo e Camerun). Si lascia sempre un pezzo di se stessi. Ma la cosa più interessante di questa parola, in lingua swahili, è che “kwa heri” vorrebbe dire “per la gioia”. Cioè si lascia  un po’ di gioia e si parte con un po’ di gioia. Stranezze della lingua, ma che ci portano un messaggio profondo. Lasciare l’Africa, è stato come lasciare la mia,se lo posso dire, “terra promessa”. Mi ha aiutato a crescere, mi ha insegnato tante cose, ha preso gli anni più belli della mia vita. Certo, mi ha regalato anche momenti difficili, ma mi ha aiutato a superarli. Mi ha fatto vedere il Vangelo, vissuto da persone semplici, ma vere. Persone che, nonostante le difficoltà, vogliono vivere e fare vivere. Mi hanno accolto come uno di loro, perché hanno visto che, giorno dopo giorno, mi sono sentito a casa via. Mi hanno anche rimproverato, quando ce ne era bisogno. Tutto serve per crescere. Mi hanno fatto entrare nel cuore di Dio, attraverso la natura, attraverso quella meraviglia che è l’Africa. Non posso dimenticare  i paesaggi e le persone che vivono, la luna e le stelle che si cullavano sulle onde del lago, i canti animati,la confusione dei bambini, la gioia e la forza di vivere delle mamme, il coraggio dei papà e le speranze dei giovani. L’elenco sarebbe lungo. Ma per ora, dico ancora una volta, “kwa heri”(arrivederci). Ma quanta voglia ho di tornare. “uningoje”(aspettami)