Vita scout: San Giorgio ! Italia !
E’ il grido che conclude la presentazione delle squadriglie nel quadrato del Reparto scout. Ognuno aveva lanciato il suo grido, a cui tutti avevano risposto con entusiasmo. Ora si cominciava l’attività. I responsabili, i capi, dei reparti(maschile e femminile) consegnavano il programma della giornata. Erano su per le montagne del Cilento,dove facevano il campo estivo. Ma cosa c’era dietro tutto questo? Vogliamo scoprirlo insieme. Ci sta un signore inglese,Baden Powell che è appena rientrato dall’attuale Sudafrica. E a Londra,vedendo i ragazzi,abbandonati da tutti,(ma bene organizzati tra di loro), si chiede cosa si può fare per entusiasmarli. Sfruttando la sua esperienza e rendendo concreti i suoi sogni,li invita a un campo estivo nell’isola di Brownsea. Per dieci giorni,li fa vivere all’aria aperta,insegna loro tante tecniche,tanti modi di utilizzare le proprie qualità. Poi comincia a far conoscere, attraverso i suoi scritti(soprattutto “Scoutismo per ragazzi”),questo sogno che milioni e milioni di giovani,dal 1907, hanno vissuto e vivono insieme. Attualmente nel mondo sono più di trenta milioni e alla fine di luglio si ritroveranno in trentamila per il Jamboree internazionale nel NordEuropa. Ma la vita scout non è fatta solo di grandi eventi. Viene vissuta intensamente nel piccolo gruppo,nella squadriglia, dove ognuno gradualmente(progressione personale) prende le sue responsabilità e dà il meglio di se stesso. I ragazzi e le ragazze del reparto(dagli 11 ai 15 anni),seguendo i 4 punti di B.P.(Baden Powell) (cioè:salute e forza fisica,formazione del carattere,abilità manuale e servizio del prossimo) crescono giorno dopo giorno, vivendoli in tre “aree” che costituiscono la formazione della persona. Si tratta dell’area della fede(dimensione cristiana/religiosa), quella dell’amore (dimensione affettiva/relazionale) e quella della cittadinanza(dimensione della politica). Sono aiutati dai loro capi reparto (e da tutto lo staff); ma in particolare tutto ciò viene vissuto nella squadriglia(6 ragazzi/e), in cui vivono il loro cammino personale e comunitario. Imparano tante tecniche/nodi,astronomia,pronto soccorso, topografia, nautica, segnalazioni, animazione….). E il “fare facendo” che poi trasmettono agli altri. Cominciano a diventare autonomi e responsabili. Iniziano a progettare e a vivere insieme delle “imprese”(si progetta e si verifica). Cominciano a sentirsi parte di questo mondo, “sempre pronti” a dare il meglio di se stessi, per lasciare il mondo migliore di come l’hanno trovato. Soprattutto,per concludere,si lavora molto sulla “interdipendenza tra pensiero e azione”(cioè la capacità di dare concretezza alle idee e di imparare facendo). E’ un metodo attivo, concreto. Diceva Baden Powell (e come viene messo in evidenza dall’art.7 del regolamento Agesci):”diventa determinante l’esercizio dello scouting (gusto di esplorare). E’ l’arte di osservare la realtà vissuta e di agire conseguentemente in essa. Non si tratta di un insieme di tecniche, ma di un modo di affrontare l’esistenza che favorisca anche lo sviluppo di uno stile progettuale”. Osservazione, deduzione, azione. 3 momenti importanti, da non dimenticare. Non è solo per educare, ma anche per lasciare educare. Insomma, per fare il proprio progetto di vita per poter lasciare una traccia positiva in questo mondo.
come vi vestite ?