Strada, comunità e servizio

Padre Oliviero Ferro

Un terzetto di idee, ma che diventano realtà,quando le vedi realizzate da ragazzi e ragazze dai 16 ai 21 anni. Sono quelli che vengono chiamati,in gergo scoutistico, rovers e scolte e fanno parte della comunità clan-fuoco. Sono giovani normali, come tanti altri, che hanno dei sogni da realizzare, ma hanno i piedi ben piantati per terra. Quando hanno scelto di far parte del gruppo scout, ci hanno pensato bene. Molti di loro hanno già fatto tanti anni(come lupetti e anche come esploratori-guide nel reparto). Ora diventando più grandi, sono invitati a vivere l’avventura scout sulla Strada,cioè nella vita di tutti i giorni. Tutto può diventare più facile,se si fa parte di una Comunità con un impegno concreto, condiviso da tutti, cioè il Servizio. Come diceva Baden Powell,il fondatore dello scoutismo, ora è il momento di “guidare la propria canoa”, di prendere le proprie responsabilità nella vita. E’ un metodo educativo che continua. E’ il tempo del confronto, dell’impegno, dell’avventura,delle scelte. I ragazzi e ragazze insieme con i capi (educatori) si mettono insieme per costruire qualcosa di bello. Ma devono avere la fiducia in se stessi per poter fare delle scelte. Devono, piano piano, mettere come base della loro vita dei valori che li aiutano ad affrontare la vita, a “rendere il mondo migliore”. Continua, approfondendolo, il cammino educativo. Educazione alla fede, all’amore, alla politica, alla dimensione internazionale, alla pace, alla mondialità, alla concretezza,alla libertà, all’essenzialità,alla concretezza. E’ una educazione insieme:uomini e donne: ognuno con la sua ricchezza di vita. I capi aiutano,ma facendo insieme a loro,rendendoli sempre di più autonomi (devono cominciare a prendere in mano la loro vita). Per questo i 3 momenti,pilastri della branca, sono importanti. Anzitutto la Strada, cioè il camminare; scoprire il significato delle cose,gesti,parole; mettersi in sintonia con noi stessi e il creato; capire meglio se stessi;incontrare gli altri. Una volta al mese, si mette in Route,in Strada. Siamo dei camminatori in questo mondo. Non siamo soli,ma insieme agli altri,con un progetto ben preciso, andiamo lontano,insieme. Poi la Comunità. Non siamo persone isolate, ma vogliamo costruire insieme qualcosa di bello. Per questo è importante il confronto, il conoscersi,il lavorare insieme dando il meglio di noi stessi. Nell’incontro settimanale,ci si divide in pattuglie, gruppetti. A ognuno,per un certo periodo,viene chiesto di lavorare per preparare 3 momenti: Fede (preghiera, riflessione, attività di conoscenza), animazione (per essere felici insieme, per stare meglio insieme, per condividere il bello della vita) e contenuti (imparare a conoscere cose nuove, discutere insieme, utilizzare l’intelligenza e condividere). Infine il Servizio. Non possiamo limitarci solo a parlare, ma dobbiamo agire. Lo scout è concreto e essenziale. Seguendo l’esempio di Gesù che ha lavato i piedi ai suoi discepoli,anche noi cerchiamo di vedere in ogni persona il volto di Dio, soprattutto in quelli che ne hanno più bisogno (ammalati, soli) e naturalmente anche nell’aiuto e animazione dei fratellini e sorelline più piccoli(lupetti e quelli del reparto). Tutto questo viene messo per iscritto in quella che noi chiamiamo la “Carta di clan”. Un impegno solenne,un po’ il programma personale e comunitario su cui confrontarci ogni volta. Altre attività che ci aiutano sono: le inchieste, il capitolo, la veglia. Momenti di conoscenza comunitaria su alcuni temi importanti. Da non dimenticare i momenti in strada: l’hike (cammino personale), la route (insieme) e il deserto (momento di silenzio e di verifica sulla propria vita). Ma lo scout non è un tipo triste. Ama molto comunicare, sia nel canto, nel teatro, nel gioco. Lo fa nella comunità e poi lo condivide con gli altri. Insomma, è un’avventura bellissima, che richiede anche un impegno personale (ciascuno deve verificare come sta crescendo, quale è la sua progressione personale) perché, un giorno, dovrà arrivare alla scelta definitiva,quello che noi chiamiamo la Partenza. E’ il momento della scelta. Verificherà insieme ai suoi capi come ha vissuto la strada,comunità e servizio. E poi dirà “sì,sono pronto a partire”, a prendermi le mie responsabilità. Scout una volta,scout per sempre. Anche se non continuerà più a far parte della associazione,sarà sempre scout e tutto quello che ha vissuto lo aiuteranno nella vita. Se invece rimane nell’associazione, potrà con gioia e entusiasmo condividere quello che ha imparato. Allora comincerà un’altra avventura di formazione, vissuta insieme alla Comunità Capi. Ma di questo ne parleremo una prossima volta.