Mercato San Severino: due volumi di Rescigno presentati
Nella mattinata del primo marzo si è tenuta a Mercato S. Severino una tavola rotonda di presentazione dei due volumi curati dal responsabile Lea (Laboratorio di Educazione Ambientale) Giuseppe Rescigno, già docente di scuola media, con l’apporto di studi ed esperienze da parte di giovani utilizzati come volontari del servizio civile, che hanno collaborato alla stesura. Le opere, inserite nell’ambito delle celebrazioni per il bicentenario della nascita del Comune, si intitolano: “Spiano e il suo dialetto. Oasi linguistica del Salernitano” e “I nomi di famiglia a Mercato S. Severino”; le opere stesse sono incentrate rispettivamente sulle peculiarità del dialetto della frazione Spiano e sulla ricorrenza onomastica di cognomi e diminutivi riguardante tutta S. Severino e non solo – come per la precedente – una frazione. Le pubblicazioni sono state sponsorizzate e finanziate – ricoprendo le spese di stampa – da quattro grandi aziende del comprensorio. Presenti per l’occasione, oltre all’autore e ai giovani del servizio civile Lucia Del Gaizo e Alessandro Zinno, il sindaco “baby” Pietro Feola, l’assessore comunale alla Cultura “senior” Assunta Alfano e l’assessore provinciale all’Istruzione Antonio Iannone.“Quest’anno ricorre il centocinquantesimo anniversario dell’Unità di Italia – ha espresso Giuseppe Rescigno – che ha superato il frazionamento del nostro territorio ma non scalfito le particolarità di ogni zona, come le svariate parlate locali e nella fattispecie il dialetto spianese.” Rescigno ha dissertato su contaminazioni linguistiche e influenze che sono avvenute anche riguardo il tipico dialetto della frazione, contaminazioni che hanno interessato i nostri luoghi in quanto sede di numerosi conquistatori che hanno fuso le loro lingue con le parlate del territorio. Poi il docente si è intrattenuto sulle tradizioni artigianali di Spiano stessa, che ha avuto e ancora possiede collegamenti con la Costa d’Amalfi sia dal punto di vista lavorativo e appunto artigianale sia per scambi culturali e commerciali. Il secondo volume, relativo alle denominazioni degli abitanti di S. Severino è stato presentato in modo ugualmente appassionante e interessante. A tal proposito, anche trattando di esperienze antecedenti coinvolgenti le scuole dove Rescigno insegnava, sono emerse curiosità e spigolature concernenti nomi e cognomi di cui in tale convegno è stata tracciata la storia: a partire dai tre nomi romani (ad esempio: Caio Giulio Cesare) fino alle denominazioni longobarde (nomi come Roderberto, terminanti in –baldo, -berto e –brando), passando per la differenza tra “casa” e “casato” per approdare poi a cognomi derivanti da toponimi o viceversa (Carratù, Priscoli) e infine da nomi di strade. Poi la parola ai due giovani coautori, ad illustrare le proprie metodologie, soprattutto glottologiche, linguistiche e antropologiche.