Suor Elena Aiello presto beata
Sabato 2 aprile 2011 il Santo Padre Benedetto XVI ricevendo in udienza il cardinale salesiano Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle cause dei Santi ha autorizzato il dicastero a promulgare tredici decreti di nuove cause di beatificazione tra cui quattro italiani. Tra esse segnaliamo quella di suor Elena Aiello che nasce il 10 aprile 1895 a Montalto Uffugo in provincia di Cosenza e muore esattamente mezzo secolo fa a Roma nel 1961. Nell’agosto 1920 la giovane Elena fa il suo ingresso tra le Suore Figlie della Carità del Preziosissimo Sangue a Nocera in provincia di Salerno. A causa delle sue gravi condizioni di salute però è costretta ad abbandonare il convento per far ritorno a casa. All’età di 33 anni, nel 1928, fonda la congregazione delle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. A quel tempo, anche se tutti la chiamano suora, canonicamente non è tale, è solo una umile donna del popolo con l’abito religioso piena di zelo per le cose di Dio che dedica la sua vita nelle fede alla causa della carità evangelica. Madre Elena non ha conosciuto le tappe canoniche che oggi regolano il cammino della formazione alla vita religiosa. Solo il 3 ottobre 1949, all’età di 54 anni, emette i voti perpetui nelle mani di Monsignor Aniello Calcara, Arcivescovo di Cosenza. Suor Elena, come è caratteristica di tanti mistici nati in terra di Calabria ( vedasi la recente Natuzza Evolo di Paravati) ebbe numerosi doni carismatici dal Signore, alcuni di questi furono il “sudore di sangue”, le stigmate e il carisma della profezia. La Madre Elena sudava sangue il venerdì santo, perché negli altri venerdì di quaresima Madre Elena aveva chiesto a Gesù di soffrire di notte per evitare che si facessero chiacchiere inutili sul mistero che lei portava nella sua carne. Era molto contraria al fatto di manifestare pubblicamente quello che le accadeva, e faceva di tutto per sottrarsi alla curiosità della gente, e agli sguardi indiscreti. Ella mediante le stimmate ha partecipato alle sofferenze di Cristo per ben 38 anni. In questo periodo in varie occasioni ha chiesto al Signore di risparmiarle la partecipazione diretta alle Sue sofferenze, l’esperienza dolorosa del Getsemani, prova che le procurava diffidenza e curiosità da parte di tante persone anche del clero. La religiosa in queste occasioni riviveva sensibilmente le tre ore di agonia del Crocifisso. Suor Elena si era votata volontariamente alla sofferenza per diventare vittima per i peccati degli uomini e per ottenere la pace. Se le fosse mancata questa intima partecipazione alla passione del Signore non avrebbe potuto capire la profondità dell’amore e del dono di sé a Dio e ai fratelli. A quanti la avvicinavano ella ripeteva spesso: “non c’è amore senza sofferenza, come non c’è sacrificio senza carità”.