Nocera: trasferimento Convention dei Paesi per progetto Unesco Dieta Mediterranea

Il presidente del Distretto Agroalimentare Nocera-Gragnano interviene sul dibattito apertosi negli ultimi giorni sulla vicenda del ventilato trasferimento della convention dei Paesi per il progetto Unesco sulla Dieta Mediterranea dal Comune di Pollica-Acciaroli a Lampedusa. L’annuncio di spostare  da Pollica a Lampedusa la sede della convention dei Paesi per il progetto Unesco sulla Dieta Mediterranea – ha dichiarato Aniello Pietro Torino – più che alimentare polemiche sterili e contrapposizioni inutili fra industria, politica e territori, dovrebbe spingere tutti ad una seria riflessione sull’impegno profuso in questi anni per valorizzare le colture e le produzioni legate alla trasformazione dei prodotti agricoli delle nostre terre. Il Distretto Agroalimentare Nocera-Gragnano, nell’ultimo anno, ha messo in cantiere numerose iniziative di valorizzazione dei prodotti agricoli di grande pregio e valore, non solo in Italia, ma anche all’estero. Ha favorito incontri di buyer stranieri con aziende locali; ha ospitati ambasciatori, consoli e diplomatici interessati a joint-venture con alcune aziende del territorio distrettuale; ha presentato progetti innovativi alla Comunità europea per utilizzare scarti di produzioni agricole per creare compost e l’utilizzo di energia geomagmatica da riutilizzare direttamente in agricoltura o nelle aziende legate al processo di trasformazione dei prodotti agricoli. Tutto questo sforzo, realizzato in poco più di un anno, è stato compiuto esclusivamente con le forze di un distretto industriale che negli anni precedenti aveva registrato immobilismo e assenza dal territorio. Alla luce delle risposte economiche e di interesse alle iniziative intraprese, siamo giunti alla conclusione che se non si producono sinergie serie fra tutti i protagonisti del settore, se non si produce un lavoro di squadra e non si fa rete nei territori che possono vantare produzioni d’eccellenza, non si può gridare allo scandalo, né pretendere che la politica svolga funzioni di supplenza nei compiti che sono propri di enti e di privati che operano nello specifico”.Il presidente del Distretto Industriale Agroalimentare  invita ad unire gli sforzi per un obiettivo comune. Nessuno ha alzato un solo grido d’allarme per il rischio chiusura della stazione sperimentale  agroalimentare di Angri – continua Aniello Pietro Torino –  nessuno ci ha accompagnati negli studi avviati con il Cnr sul pomodoro San Marzano, nessuno ha mostrato interesse per le iniziative messe in cantiere per la valorizzazione del cipollotto dop. Se ognuno continua a guardare soltanto con la visuale ristretta alle proprie aziende e non si impegna a produrre una sinergia con gli altri attori del comparto sul territorio, si diventa sempre più deboli. Nelle nostre iniziative, che vanno avanti con grande successo all’estero, fra le università e nei centri di ricerca, abbiamo avuto al nostro fianco soltanto la Provincia di Salerno il cui presidente, Edmondo Cirielli, ha fatto sentire in maniera forte la sua posizione in Parlamento arrivando addirittura a minacciare di sfiduciare il ministro Romano dopo l’annuncio di portare a Lampedusa la convention. Un lavoro di sinergia e di rete sul territorio, cosa che il Distretto industriale agroalimentare già sta facendo da un anno, porterebbe il presidente della Provincia a non manifestare il proprio dissenso in maniera così eclatante, ma ad impegnare le sue energie in azioni a supporto della promozione dei prodotti e di ulteriore valorizzazione della tipicità delle produzioni. Infatti, nonostante la chiara presa di posizione del presidente della Provincia, bisogna convenire che a nessuno verrebbe in mente di spostare a Lampedusa altre realtà alimentari italiane, che pure appartengono o possono essere ricondotte alla dieta mediterranea,  che sono appannaggio dei territori del nord Italia. In quelle regioni, però, gli industriali, gli enti, i distretti tecnologici, gli agricoltori, i consorzi sono riusciti a fare squadra e ad imporre regole precise e protocolli intoccabili. Da noi tutto questo al momento è inimmaginabile e dunque polemizzare non serve. Servirebbe molto di più sedersi intorno ad un tavolo e decidere insieme come valorizzare i nostri prodotti, come non farci scippare una stazione sperimentale che è un fiore all’occhiello della ricerca nel settore, come impegnare fondi e strutture da mettere in condivisione per rendere più competitivi, più forti e più prestigiosi i prodotti per i quali siamo famosi nel mondo”