Salerno: Cirielli sulla festa del 25 aprile
Alle concittadine e ai concittadini della nostra Provincia, la festa del 25 Aprile celebra la riconquista della libertà del popolo italiano dopo l’occupazione nazista e la difesa dei valori fondanti per la dignità dell’uomo e per la convivenza civile e democratica della nostra comunità nazionale, compromessi dal fascismo. Abbiamo, però, anche il dovere di ricordare che alcuni italiani persero la libertà, la terra dei propri avi, la vita; dall’Istria, dalla Dalmazia e dalla Venezia – Giulia centinaia di migliaia di nostri connazionali, nostri fratelli, furono costretti a fuggire sull’onda della feroce pulizia etnica delle foibe scatenata dai partigiani jugoslavi del dittatore Tito, con la complicità morale del leader dei comunisti italiani Palmiro Togliatti. Il sacrificio di tanti, militari e civili che, militando nella Resistenza, si batterono con la coalizione “Alleata” dei Paesi democratici, rappresenta il punto fondante della nostra nuova Nazione. Tuttavia, bisogna ribadire “come non ci si debba chiudere in rappresentazioni idilliache e mitiche della Resistenza e, in particolare, del movimento partigiano, come non se ne debbano tacere i limiti e le ombre…”.Un pensiero commosso va, altresì, a tutti coloro, e in particolare ai Caduti, che hanno combattuto per la Patria in quella sventurata guerra. In questa ricorrenza, un pensiero va al sacrificio dei giovani soldati degli eserciti alleati e in particolare a quello del contingente statunitense, immolati sull’altare di un’altra Patria per l’affermazione degli ideali di libertà e democrazia. L’intervento dell’America nella nostra terra ha sancito un’alleanza che ha garantito un lungo periodo di pace e di progresso economico e sociale senza precedenti, e ha salvato l’Italia e, purtroppo, solo l’Europa occidentale dalla dittatura comunista. Con questo spirito, l’Amministrazione della Provincia di Salerno, attraverso la celebrazione dell’anniversario del 25 Aprile, ripropone un ricordo ed ispira un nuovo progetto di unità nazionale, volto a costruire un futuro migliore per i nostri figli, nel quadro dell’Alleanza Atlantica e delle Nazioni democratiche.
Con lo spirito di una botta al cerchio e uno al tompagno l’Amministrazione Provinciale reitera la sua posizione tardo democristiana sulle terribili vicende che culminarono nel 25 aprile, data che segna la fine della guerra ( e l’inizio delle stragi del dopoguerra). Per quanti sforzi faccia tutta l’Italia ufficiale trasversalmente intesa, compresi, quindi, i neo-convertiti alla causa dell’ipocrisia e della falsificazione storica, essa rimane una data estranea al popolo italiano che continua a ritenerla propria di una fazione e non patrimonio della Nazione, come sarà facile intuire dalla stessa infima partecipazione popolare ai suoi stanchi rituali,nei quali a pieno titolo rientra questo manifesto del “camerata” pentito Cirielli.
Il “democratico” cirielli, nel ricordare il sacrificio di chi venne in Italia in armi, a violentare le Mamme e Sorelle di tanti italiani e a distruggere le nostre più belle città, si è dimenticato di ricordare chi, GIOVANE, molto giovane, andò a morire al Nord e di quanti combatterono dietro le linee “marocchine”, qui, giù al Sud, per l’ONORE.
Voglio ricordare alcuni i giovani “marò” fucilati a guerra finita.
Tanti e giovanissimi combattenti dei Servizi Speciali della Repubblica Sociale Italiana fucilati a S. Maria C.V. e alla cava di S. Angelo in Formis: non sono stati «trucidati dai nazisti», ma dagli «anglo-americani».
1) Franco Aschieri 18 annil’ultima lettera alla madre contiene una carica di spiritualità tale da non potersi definire altro che eroica.Quando fu catturato, essendo poco più che diciassettenne, fu portato in un campo di prigionia algerino, poi, appena compiuti i diciotto anni, riportato in Italia per essere fucilato.
2)Italo Palesse, operaio, 22 anni, dell’Aquila
3)Giorgio Tapoli, studente in medicina.
4)Vincenzo Tedesco del G.U.F.(Gioventù Universitaria Fascista)
5)Ugo Esposito della Xa MAS
6) Paolo Poletti ,tenente di vascello. Fucilato, dopo essere stato torturato dall’OSS (servizio segreto americano) in una della villette isolate tra Torre dei Greco e Torre Annunziata, vicino Napoli, dove gli americani aggredivano con torture inenarrabili gli italiani a cui volevano estorcere informazioni.
7)Mauro Bertoli nato a Massa Apuania il 23 giugno 1925
8)Luigi Cancellieri nato a Monteroni di Lecce l’l1 gennaio 1925.
9)Marino Canteli,nato a S.Giovanni in Persiceto (Bo)il 21giugno 1922
10)Enrico Menicocci, nato a Marsiglia il 19 marzo 1924.
11)Alfredo Calligaro, nato a Campolongo (Ud) il 16 agosto 1918;
12)Domenico Donnini, nato a Urbania (Ps) il 19 febbraio 1919;
13)Virgilio Scarpellini, nato a Ronica (Bg) il 22 gennaio 1925
14)Giulio Sebastianelli, nato a Cupramontana (An) il 13 agosto 1915.
I “Liberatori” a guerra finita torturarono e uccisero tanti giovani FASCISTI,(se ne ricordano circa DUECENTO, che non vollero abiurare al loro GIURAMENTO e per l’ONORE dell’Italia.
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Già, l’ONORE, ma che ne sà il “capitano” dell’onore.
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La STORIA la “scrive” il vincitore.
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Ognuno piange i propri morti:
Onore agli avversari, “fucilazione” alle spalle per i traditori.
In bocca al lupo
non capisco perchè con l’avvicinarsi del 25 aprile al principe pigliano le mosse e perde la serenità. sarà che è una delle poche occasioni che ha per apparire sulla scena nazionale?
guardi avanti presidente, guardi avanti che ci sono tanti italiani lontani dalla sua deriva ideologica, guardi avanti che l’italia è cambiata, guardi avanti perchè oggi in italia tutti si posso permettere di farsi un’idea delle vicende della liberazione dal fascismo e dal nazismo e dal governo fantoccio della repubblica sociale. perchè continua a guardare indietro?
e ricordi presidente che l’epopea partigiana della liberazione è forse la pagina più bella, luminosa e vera di questa italia repubblicana.
mi piace ricordare che la guerra è finita e in quella guerra ci sono state milioni di vittime militari, civili, alcuni morti sotto i bombardamenti, altri morti per rappresaglie, altri ancora per inedia. e bambini, e donne, e giovani uomini e vecchi innocenti e civili. ecco per chiudere la faccenda mi permetto di raccomandarle, principe, un bellissimo film dello scorso anno: l’uomo che verrà e poi se ha tempo – ma come farà tra parlamento e provincia a trovarlo – legga meneghello.
io trovo queste polemiche stupide e fuori luogo. per colpa di gente come lei io mi sono dovuto iscrivere all’anpi.
NO! SIGNOR PRESIDENTE
LA RESISTENZA E’ UNA ED E’ ANTIFASCISTA!
Egregio Signor Cirielli.
Mi permetto queste note di dissenso in quanto lei è il Presidente della Provincia di Salerno, una istituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza e fondata sulla Costituzione.
Il manifesto fatto affiggere a suo nome, in qualità di Presidente della Provincia di Salerno, per ricordare l’anniversario della Liberazione è una sintesi di distorsione e di reticenza storica. Posso comprendere il suo livore anticomunista, ma questo non la giustifica per la plateale mistificazione della ricorrenza. Forse qualcuno avrebbe dovuto ricordarle che il 25 Aprile si celebra la giornata della Liberazione dal fascismo e dal nazismo. Allora una bella rinfrescata su cosa sia stata la dittatura fascista in Italia non avrebbe fatto male. Forse avrebbe potuto ricordare le migliaia di militanti democratici, socialisti e comunisti finiti in galera o al confino oppure uccisi, fra cui il signor Antonio Gramsci, segretario del Partito Comunista, uno dei più fini intellettuali dell’Italia del Novecento. Avrebbe potuto ricordarci l’infamia della guerra di Abissinia con l’uso dei gas di sterminio, oppure l’occupazione militare della Libia o ancora la guerra contro la Democrazia in Spagna. Avrebbe potuto ancora ricordarci l’occupazione della Grecia e gli stermini di interi villaggi, oppure la pulizia etinica dei villaggi jugoslavi. Avrebbe potuto ricordarci la spedizione in Russia di centinaia di migliaia di giovani senza armamenti e senza risorse per l’inverno. Ma più di tutte avrebbe potuto ricordarci l’infamia delle Leggi razziali e gli espropri a danno degli ebrei fino alla loro deportazione nei lager. Avrebbe potuto ricordarci i rastrellamenti a fianco delle SS naziste ( Marzabotto docet) le fucilazioni di massa, le torture dei partigiani. Lei è stupefacente. Omette qualsiasi memoria di cosa sia stato il fascismo per ricordarci i partigiani comunisti di Tito e le complicità morali di Togliatti. Ma di cosa sta parlando? Tranquillamente si può parlare di foibe e delle pulizie etniche dei fascisti in Dalmazia e dei Comunisti nel Friuli. Nulla può perdonare simili misfatti, ma senza omissioni e senza strumentalizzazioni. Quanto ai soldati USA, ma anche di altre nazioni perché dimenticarlo, il loro è stato un contributo che va onorato e celebrato, ma è stato quello di combattenti di eserciti in guerra, mandati a combattere contro altri eserciti di feroci dittature. Nelle montagne e nelle città del Centro e del Nord, invece, c’era un altro esercito, improvvisato, senza risorse e senza organizzazione logistica, fatto di giovani senza alcuna fede politica sbandati dal crollo del fascismo, i quali hanno preso nelle loro mani l’onore della patria e con il proprio sacrificio, appoggiato dalla popolazione, hanno fondato la nuova Italia, quella che consente a lei di poter scrivere simili porcherie. Si vergogni, e vada a cercare le ombre nel suo schieramento dove troverà ancora annidate nostalgie per il fascismo!