Cava de’ Tirreni: Galdi e Napoli sul manifesto “25 aprile” di Cirielli

In riferimento al manifesto sul “25 aprile” del Presidente della Provincia, On. Edmondo Cirielli, il Sindaco Marco Galdi ed il suo Vice, nonché consigliere provinciale, Luigi Napoli, dichiarano: <<Con il manifesto commemorativo del venticinque aprile, il Presidente Cirielli ripropone una riflessione coraggiosa ed acuta sui fatti fondanti la nostra Comunità nazionale, quel patto di sangue che ha sancito la nascita della nuova Italia ed ha garantito quasi settant’anni di prosperità al nostro Popolo. C’è in quel manifesto una posizione chiara su tutto: nazismo, fascismo, resistenza. E non poteva mancare il giudizio di fondo e più importante: che con la vittoria delle forze democratiche e degli eserciti alleati si sia impedita in Italia la dittatura comunista, che altrimenti ci avrebbe condannati ad una sorte identica a quella dell’Est Europeo. Fa specie che oggi, di fronte all’obiettività delle dichiarazioni del Presidente Cirielli, vi siano ancora nostalgici del comunismo, negazionisti delle grandissime responsabilità storiche di questa forma di ideologia totalitaria, che non meno del nazifascismo ha insanguinato il ventesimo secolo. Se la responsabilità di Togliatti nella tragedia degli italiani nei gulag sovietici è riconosciuta finanche da Piero Fassino, né possono negarsi le sue colpe per la tragedia degli italiani di Istria e Dalmazia, uomini come Togliatti non meritano certo di essere ricordati come Padri della Patria>>.

 

Un pensiero su “Cava de’ Tirreni: Galdi e Napoli sul manifesto “25 aprile” di Cirielli

  1. NO! SIGNOR PRESIDENTE
    LA RESISTENZA E’ UNA ED E’ ANTIFASCISTA!
    Egregio Signor Cirielli.
    Mi permetto queste note di dissenso in quanto lei è il Presidente della Provincia di Salerno, una istituzione della Repubblica Italiana nata dalla Resistenza e fondata sulla Costituzione.
    Il manifesto fatto affiggere a suo nome, in qualità di Presidente della Provincia di Salerno, per ricordare l’anniversario della Liberazione è una sintesi di distorsione e di reticenza storica. Posso comprendere il suo livore anticomunista, ma questo non la giustifica per la plateale mistificazione della ricorrenza. Forse qualcuno avrebbe dovuto ricordarle che il 25 Aprile si celebra la giornata della Liberazione dal fascismo e dal nazismo. Allora una bella rinfrescata su cosa sia stata la dittatura fascista in Italia non avrebbe fatto male. Forse avrebbe potuto ricordare le migliaia di militanti democratici, socialisti e comunisti finiti in galera o al confino oppure uccisi, fra cui il signor Antonio Gramsci, segretario del Partito Comunista, uno dei più fini intellettuali dell’Italia del Novecento. Avrebbe potuto ricordarci l’infamia della guerra di Abissinia con l’uso dei gas di sterminio, oppure l’occupazione militare della Libia o ancora la guerra contro la Democrazia in Spagna. Avrebbe potuto ancora ricordarci l’occupazione della Grecia e gli stermini di interi villaggi, oppure la pulizia etinica dei villaggi jugoslavi. Avrebbe potuto ricordarci la spedizione in Russia di centinaia di migliaia di giovani senza armamenti e senza risorse per l’inverno. Ma più di tutte avrebbe potuto ricordarci l’infamia delle Leggi razziali e gli espropri a danno degli ebrei fino alla loro deportazione nei lager. Avrebbe potuto ricordarci i rastrellamenti a fianco delle SS naziste ( Marzabotto docet) le fucilazioni di massa, le torture dei partigiani. Lei è stupefacente. Omette qualsiasi memoria di cosa sia stato il fascismo per ricordarci i partigiani comunisti di Tito e le complicità morali di Togliatti. Ma di cosa sta parlando? Tranquillamente si può parlare di foibe e delle pulizie etniche dei fascisti in Dalmazia e dei Comunisti nel Friuli. Nulla può perdonare simili misfatti, ma senza omissioni e senza strumentalizzazioni. Quanto ai soldati USA, ma anche di altre nazioni perché dimenticarlo, il loro è stato un contributo che va onorato e celebrato, ma è stato quello di combattenti di eserciti in guerra, mandati a combattere contro altri eserciti di feroci dittature. Nelle montagne e nelle città del Centro e del Nord, invece, c’era un altro esercito, improvvisato, senza risorse e senza organizzazione logistica, fatto di giovani senza alcuna fede politica sbandati dal crollo del fascismo, i quali hanno preso nelle loro mani l’onore della patria e con il proprio sacrificio, appoggiato dalla popolazione, hanno fondato la nuova Italia, quella che consente a lei di poter scrivere simili porcherie. Si vergogni, e vada a cercare le ombre nel suo schieramento dove troverà ancora annidate nostalgie per il fascismo!

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