Regione: Romano, varato regolamento Piano casa
Il piano casa regionale in dirittura d’arrivo. Ieri incontro tra l’assessore regionale all’Ambiente Giovanni Romano ed il collega Marcello Taglialatela. Oggetto dell’incontro il regolamento di attuazione, un provvedimento atteso. Al termine della riunione Giovanni Romano ha dato notizia che tutto è pronto e sarà portato in giunta per l’approvazione la prossima settimana.“Un atto concreto – spiega l’assessore Regionale e sindaco di Mercato S. Severino – che mira non all’occupazione di suolo ma alla possibilità di ristrutturazioni interne. Inoltre la Regione punta a sburocratizzare, allo scopo di velocizzare le pratiche rinunciando ad alcune sue prerogative, affidando il tutto ai Comuni e alle Province”. Obiettivi del nuovo Piano casa, sono il contrasto alla crisi economica, la tutela dei livelli occupazionali, lo stimolo all’utilizzo delle energie rinnovabili, l’incremento del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e privata anche attraverso la riqualificazione di aree urbane degradate o esposte a particolari rischi ambientali e sociali. Soddisfatto anche il presidente dell’Ance Antonio Lombardi: “E’ un piano innovativo che pone la Regione Campania tra le prime regioni d’Italia ad aver recepito il piano casa nazionale. Ringrazio gli assessori competenti che hanno recepito le indicazioni date dai costruttori, scrivendo una legge chiara e senza possibilità di equivoci”. Va sottolineata l’importanza dell’eliminazione dal nuovo Piano-casa di tutti i divieti inutili; questo senza mai intervenire sulla normativa nazionale. Fra le novità previste dal piano l’ampliamento, per uso abitativo, fino al 20% della volumetria esistente per gli edifici residenziali uni-bifamiliari, per edifici di volumetria non superiore ai 1.500 metri cubi, per edifici residenziali composti da non più di tre piani fuori terra. Viene inoltre eliminata la condizione che tutto ciò si può attuare solo alla prima casa. E sarà consentito a chi vuole demolire un immobile costruito in aree a rischio di ottenere una ‘moneta urbanistica’ con un aumento volumetrico del 50% per la ricostruzione in aree non a rischio. Previsti anche casi in cui è consentito il cambio di destinazione d’uso per edifici a destinazione turistico-alberghiera in modo da trasformarli in abitazioni civili. Questo a patto che il 35% di quelle abitazioni venga destinato all’housing sociale. Vengono snellite le procedure inerenti la riqualificazione delle aree degradate, che può avvenire attraverso la riconversione delle aree industriali dismesse da almeno tre anni, senza più attenersi al limite dei 15 mila metri quadri. Le aree riqualificate possono essere destinate ad edilizia abitativa, insediamento di negozi e botteghe artigiane, allestimento di uffici.“C’è poi il capitolo della abitazioni agricole – spiega ancora Lombardi- dove sarà possibile il cambio di destinazione d’uso. I Comuni incasseranno le tasse dovute ma i proprietari le potranno rivendere come abitazione civile. Ovviamente sono fatti salvi i vincoli ambientali ed archeologici”.