Le riforme liberali che non vedremo mai

Angelo Cennamo

1) abolizione del valore legale del titolo di studio e di ogni ordine professionale;

2) sottrazione agli enti locali della gestione ( anche in compartecipazione) dell’acqua pubblica, dell’energia elettrica, del gas e dei trasporti;

3) riforma del processo civile, anche attraverso la digitalizzazione degli uffici e la riduzione delle sedi giudiziarie;

4) separazione delle carriere dei magistrati e riduzione del periodo feriale a 30 giorni;

5) introduzione di n. 2 aliquote fiscali, con esclusione di ogni forma di tassazione per i redditi inferiori ad € 10.000;

6) abolizione tassa di possesso degli autoveicoli;

7) abolizione delle Province;

8) privatizzazione della rai;

9) introduzione del presidenzialismo con eliminazione di un ramo del parlamento;

10) sostituzione dell’art. 1 della costituzione con il seguente: “L’Italia è una Repubblica fondata sulle libertà individuali”;   

11) negazione del diritto al mantenimento al coniuge richiedente la separazione personale;

 12) depenalizzazione dei reati di opinione ed abolizione della figura delittuosa del “concorso esterno in associazione mafiosa”.

 

 

 

Un pensiero su “Le riforme liberali che non vedremo mai

  1. @Angelo Cennamo:

    ce ne sono alcune condivisibili, altre a mio modesto avviso assolutamente fuori luogo. Voto per la 5, la 6, la 7 e parzialmente la 8 (con il mantenimento di almeno un canale pubblico).

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