Diritti umani sempre più negati

Giuseppe Lembo

È ancora possibile parlare di “diritti umani”? Non si tratta, piuttosto, sempre più di “diritti negati”? Che c’è di veramente umano in questa nostra società che vede morire per fame milioni di uomini, compresi i bambini? Che c’è di umano nella mercificazione della carne umana, usata, abusata e violentata fino alle estreme conseguenze? Perché il Mediterraneo brucia? Perché tanti migranti sfidano pericoli anche estremi, rifiutando più a lungo la loro condizione di ultimi, di uomini senza diritti, di “fuienti” per le vie del mondo, alla ricerca di un mondo nuovo che garantisca, prima di tutto, il diritto alla vita? Come si concilia l’attuale divario tra la ricchezza e la povertà estrema del mondo? Come si concilia la distanza tra chi ha e chi non ha e, soprattutto, come si concilia lo scarto tra i paesi poveri, sempre in guerra e governati da dittature e paesi ricchi, sviluppati, apparentemente democratici e rispettosi dei diritti umani? Questi e tanti altri interrogativi ancora vengono alla mente nel considerare le condizioni umane del mondo, sempre più gravi e sempre più insanabili. È questa, la faccia oscura del progresso, o come altro chiamarla? Se il prezzo da pagare per un progresso che significa privilegi da una parte e mancanza di tutto, dall’altra, allora bisogna aprire gli occhi e dire basta ad un progresso-olocausto che causa dolore e morte per fame a circa un miliardo e mezzo di persone del pianeta Terra ed altrettanto dolore e morte per effetto dei suoi lati oscuri, quali i pericoli nucleari, il mutamento climatico, le ricorrenti crisi finanziarie, causa di allarmismo e di paura ad un punto tale da fare pensare ad una società del rischio, come fattore endemico e permanente nella vita dei popoli. Abbiamo sul mondo una potenziale cappa di un incombente potenziale di autodistruzione, non solo tanto per effetto di possibili catastrofi naturali, quanto per effetto di responsabilità attribuibili agli uomini. L’uomo è sempre più artefice delle proprie sventure; è la fonte delle paure e di quell’allarmismo umano ormai congenito alle coscienze dei più. Per effetto delle decisioni e delle scelte umane sempre più aggressive ed irresponsabili, va cambiando il nostro rapporto con il mondo naturale, dove influiscono e non poco, le scelte umane. L’uomo è il primo,se non l’unico responsabile delle sventure che gli possono capitare; alcune di queste, definibili disastri dei disastri, sono l’estrema ratio, assolutamente incontrollabile e senza rimedio alcuno. Il mondo di oggi è stratificato in una serie di pericoli che possono trasformarsi in altrettanti eventi catastrofici, la cui madre generatrice è, sempre più spesso, all’interno del sistema produttivo della società e quindi, prima di tutto, conseguente a scelte umane. L’uomo non può rimanere indifferente a tutto questo; a tutto quanto gli capita o meglio gli viene imposto da un sempre più trionfante capitalismo industriale, la causa scatenante di tanti pericoli che sfuggono sempre più alla percezione ordinaria, ma di cui al più presto, bisogna saperne prendere coscienza. L’attuale situazione del mondo è estremamente confusa,conflittuale e di profondo turbamento per l’uomo che, ovunque, ma soprattutto nel mondo delle povertà, viene privato dei diritti umani. Questa condizione lo spinge a cercare altrove un mondo nuovo; più umano e più vivibile. Ma non sempre è così; molto spesso, incontra sulla propria strada il cinismo ed il rifiuto di chi non vuole mettere in discussione i propri privilegi, per cui dimenticando anche il più elementare rispetto dei diritti umani, mostra indifferenza ed ostilità per l’altro che è in cammino da migrante, in quanto bisognoso di aiuto.