Morire…per salvarsi!
Salvarsi…perdendo la vita! Continuano le morti a bordo delle carrette del mare. Ormai l’esodo migrante, senza battute d’arresto, insanguina il Mediterraneo senza tregua. Se prima, un caso che qualche barcone, nella traversata, non giungesse a destinazione, recentemente, la mole di clandestini reitera la tragedia. L’ultima, solo in termini di giro di calendario, ha visto nel disperato tentativo di salvare gl’immigrati anche le Forze dell’Ordine. Non si riesce ad esperire una soluzione al problema: a far sì che i nocchieri della speranza, non saldino l’obolo della sopravvivenza egoisticamente. In tanti, comunque, ancora a tentare l’approdo. A sperare che, al di là del mare, una nuova terra, un nuovo cielo, in cui poter ricominciare. In cui gettarsi alle spalle la guerra, la miseria, la fame e fingere che l’età anagrafica parta da un nuovo territorio. A costo…di rimetterci la vita! E questo, un tributo che non può e che non deve ancora passare come normale: come tra i rischi, tra gli accidens che i flutti possono riservare! Andrebbe tutelato il carico, in termini di vite umane, sui barconi della speranza. Andrebbero oculatamente vagliate le capienze dei singoli mezzi di trasporto, che invece traboccano di speranze. No, l’Italia non può continuare a fingere che altri clandestini, si siano dileguati nelle sue acque: non può ignorare che la vita, valore troppo alto, per smarrirla cercando la salvezza! Tra tanti controlli, mille attese, tanti visti..forse quello sulla garanzia che mettersi in salvo, garantisca almeno l’incolumità nella traversata, potrebbe esser vagliato!
Penso che qualcosa stia cambiando, perchè le lacrime liberatorie di quel finanziere, che ci ha spiegato come pregasse Iddio affinchè tutti i migranti dell’ultimo sbarco si fossero salvati, mi fanno sperare che la solidarietà ritorni ad essere un elemento fondante della vita. E, se questo sarà, dovranno prenderne atto i nostri rappresentanti istituzionali ed uniformare a tale valore le politiche di accoglienza nei riguardi delle tante centinaia di persone che attraversano il tratto di mare, che le separa dall’Italia, alla ricerca di una vita migliore.