Salerno: Arti di Maggio, Gragnaniello nella Terra delle Risonanze

Doppio appuntamento domenica 15 per la seconda giornata di Arti di Maggio 2011 Zapping ‘900, rassegna promossa dall’Associazione Seventh Degree dell’ Università di Salerno, presieduta da Liberato Marzullo, unitamente al direttore artistico Antonello Mercurio e dall’ Assessorato ai Beni Culturali e Portualità Turistica dell’amministrazione comunale. S’inizierà al Giardino della Minerva alle ore 18 con l’illustrazione della mostra fotografica dedicata a “Matteo Silvatico e al suo Giardino della Minerva, il più antico orto botanico del mondo, presentato nel Giardino di Linneo”, una mostra presentata da Luciano Mauro parte del progetto Terra delle Risonanze, ideata da Silvia Lanzalone e dallo stesso Mauro. Matteo Silvatico, vissuto a cavallo tra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo, nella sua opera dal titolo Opus pandectarum medicinae per la prima volta compendiò tutto il sapere medico-botanico sulle piante allora conosciute, perfezionando l’antico metodo di classificazione basato sulla cosiddetta “dottrina umorale”. Egli, inoltre “inventò” il ruolo del moderno Orto botanico, trasformando il suo giardino, ubicato nell’area dell’attuale Giardino della Minerva, in un luogo didattico e di sperimentazione. Carl von Linné, inizialmente Linnaeus, ha dedicato la sua vita a descrivere e classificare la diversità biologica. Ha inventato il sistema di denominazione binomio che usiamo ancora oggi ed ha sviluppato un vocabolario standardizzato in latino ed il formato per la descrizione di piante e animali. Tra le sue opere principali ricordiamo lo Specie Plantarum ed il Systema Naturae in cui tutti gli organismi conosciuti sono stati catalogati e descritti. Questi libri ancora oggi costituiscono la base formale per la nostra denominazione delle specie di origine vegetale e animale.L’Hortus Upsaliensis, il giardino-accademia, oggi denominato Linnéträdgården, è stato per  Linnaeus ed i suoi allievi un libro di testo vivente in medicina e botanica, così come il Giardino della Minerva lo fu per Matteo Silvatico 350 anni prima. Entrambi i giardini sono stati inoltre essenziali per lo sviluppo di metodi e teorie, ma secondo paradigmi diversi. A Salerno Matteo Silvatico fondò la sua classificazione sulla base dell’uso delle piante medicinali, ad Uppsala Carl von Linné basò la sua su caratteri osservabili nelle stesse piante. Nel riconoscimento di questo rapporto speciale tra le due antiche strutture sorelle, si è immaginata la realizzazione di due esposizioni gemelle, per cui la mostra oggi inaugurata avrà la sua omologa nel Linnéträdgården di Uppsala nella prossima estate. La serata al giardino sarà conclusa da un concerto conferenza della clavicembalista Mayumi Kamata, la quale attraverso musiche di Cipriano de Rore, Girolamo Frescobaldi, Storace, Pasquini, Roman Johnsen, Buxtehude, Fiocco, Bon e Scarlatti, svolgerà il tema “Il clavicembalo in Italia e in Svezia al tempo di Linneo”. Alle ore 21, ci si sposterà nel cortile del Circolo Unificato Esercito in Via San Benedetto per partecipare ad un evento promosso in collaborazione della Flowers Promotion, a sostegno dell’Ail sez.ne Marco Tulimieri Salerno Onlus. Ospite della serata sarà Enzo Gragnaniello e il suo quartetto Sud Express con il leader alla voce e alla chitarra, Franco Del Prete alla batteria, Piero Gallo al mandolino e chitarre e Francesco Iadicicco al basso, che regaleranno l’anteprima del loro ultimo lavoro “Radice”, per la casa Marechiaro edizioni musicali, dodici pezzi, tutti inediti in lingua napoletana, musicale, morbida o dura a seconda dei casi. A certificare il radicamento partenopeo del lavoro, “Indifferentemente”, l’unico dell’antica tradizione napoletana, rivisitato in maniera passionale (e ritmica), con cui Gragnaniello ha inteso concludere il suo album, quasi a voler gettare un ponte tra antico e moderno, cercando una ipotetica continuazione di un repertorio che ancora ci vede primi nel mondo per poesia e melodia. Questo progetto è stato condiviso musicalmente con i Sud Express, un gruppo scarno ed essenziale ma estremamente funzionale nell’architettura degli arrangiamenti, al servizio della grande vocalità di Enzo, come nelle migliori tradizioni della cultura musicale straniera. I testi godono di quella poesia che chi scrive in napoletano ha automaticamente, come patrimonio genetico. Gragnaniello si sposta con una capacità lirica da grande e navigato scrittore, dall’amore a piccole storie di vita quotidiana. Da “Ma tu che può sapè”, storia di una violenza su una donna, argomento di assoluta attualità, con un finale sorprendente a “Vasame”, una dichiarazione d’amore così come sgorga, scondita, spettinata, accompagnata da una melodia straziante che ne fa un piccolo gioiello di sentimento e musica, sino  alla sensuale “St’ammore”. “Nun me lassà” ed echi arabeggianti, a confermare l’impostazione mediterranea del gruppo in “Tu nun vire mai chi sì”, un’invettiva nuda e cruda verso una donna accecata dal proprio egoismo. Fra i pezzi più originali che caratterizzano il progetto “Senza na luna (omm d’onore)”, il ritratto, ironico, di un camorrista che a poco a poco ha scalato tutti i gradi della gerarchia militare malavitosa, ma che vuole sposare in chiesa. La dichiarazione più bella però, Gragnaniello la scrive e la canta all’elemento che segna in maniera incancellabile l’esistenza di chiunque sia nato a Sud: il mare. “Sott’o mare” è un grido di dolore a chi sta maltrattando il grande fratello blu, con un taglio ironico che fa di questo pezzo uno dei momenti più creativi e diretti di tutto “Radice”, sigillo aureo alla seconda giornata di Arti di Maggio.