Salerno: Il Catalogo, Maggio del disegno
Il disegno è un immagine che si ottiene tracciando un insieme di segni e linee su una qualunque superficie. Possiamo aggiungere che, è un linguaggio artistico molto antico, infatti, le prime opere che sono state “disegnate”, risalgono addirittura all’ età della pietra. Il disegno è adatto a esprimere un idea, in modo immediato e sintetico. Proprio per questo, costituisce una prima tappa fondamentale, per ogni attività artistica e progettuale. Nel disegno, o per meglio negli schizzi, o bozze, possiamo trovare e vedere la scintilla creativa, di ogni artista, o magari di ogni persona comune. Moltissimi pittori, prima di realizzare un dipinto, compiono studi preparatori che servono per far “maturare” il progetto, che poi si tramuterà in un capolavoro. Col disegno, si definiscono i dettagli dell’ opera, e serve a risolvere i vari problemi compositivi. Spesso si sono trovati dei disegni, di grandi artisti, che sono rimasti tali, nel senso che l’ opera, non è stata mai compiuta, magari per mille motivi. E quindi il disegno rimane come unico testimone, di ciò che poteva uscire dal genio dell’ artista. E nel Novecento? Il disegno contemporaneo immette più che mai nel crogiuolo del ricercare quotidiano dell’artista. Diviene un “genere” che, se per certi aspetti attiene ancora in qualche misura alla sfera ideale, alla definizione ideativi dell’immagine, da tradursi pittoricamente sulla tela o su quant’altro, o plasticamente nell’evento scultura, ed è sostanzialmente allora d’intenzione progettuale, molto spesso risulta, invece, relativo ad una attualità sperimentale assai aperta e ipotetica, che sonda, tenta, suggerisce, ghermisce, molto più che compiutamente definire, l’immagine: Molto di più che per il passato, il disegno del Novecento appare perciò anzitutto qualcosa come il frammento di un diario immaginativo, spesso ininterrotto: spazio di prima e continua sperimentazione. Questo il tema dell’atteso evento di maggio che proporrà la galleria Il Catalogo, una raffinata e significativa scelta quella di Lelio Schiavone e Antonio Adiletta, che farà comprendere attraverso forme, segni, disegni e sfumature le proposte intellettuali, le correnti di pensiero artistico, la ricerca della forma e della figura che caratterizza il percorso comunicativo del Novecento italiano. La mostra, che sarà inaugurata venerdì 20 maggio alle ore 19 alla presenza del Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, raccoglie i nomi più prestigiosi del Novecento italiano, a cominciare da un Ottone Rosai del 1941, per passare alla patetica solitudine esistenziale dell’uomo di Mario Sironi, alla materia magra e asciutta di quel lirismo che rinnega i legamenti sintattici e definitori dell’immagine, che caratterizza il segno di Filippo De Pisis. In mostra, la decantata visione del progetto del Monumento ai Caduti di Piero Guccione, unitamente a due rarità quali un’opera di Mino Maccari realizzata nel 1985 per Positano Top Parade titolata “Sireneuse” e un Cava de’ Tirreni disegnata da Ugo Attardi nel 1960, un ragazzo firmato da Mario Carotenuto nel 1958, e, ancora lo schizzo di una cattedrale di Franco Gentilini, un delicato disegno della Raphael del 1948, unitamente al sentire di Enrico Paolucci, Lorenzo Viani, Lorenzo Tornabuoni, Guido Gambone, Mario Cavaglieri, autori di opere figurative e astratte che alternandosi in questa accurata mostra, creeranno un interesse che comporterà inevitabilmente un proficuo scaltrimento nella lettura dell’opera, insegnando a praticare un piano indubbiamente più affinato ed esigente rispetto alla apparentemente maggiore accessibilità e spettacolarità dell’opera pittorica o plastica, alla ricerca di uno spazio più intimo e segreto d’incontro con l’evento artistico.