No all’Aids
Ancora un ballo, il 19esimo, per dire no all’Aids. E per accelerare la ricerca, che nel nostro tempo, s’appella anche alle staminali, probabili taumaturgiche contro tale affezione. A Vienna, vip e personaggi politici, per un appuntamento che si consolida nel tempo, all’insegna della beneficenza. Il Life Ball, al quale perfino l’ex presidente americano Bill Clinton, non ha fatto registrare l’assenza, s’è mosso tra volti nuovi e vecchi non solo del pianeta sanitario. Infatti, l’Associazione pioniera dell’iniziativa, Aids Life, fondata nel 1992 da Gery Keszler e Torgom Petrosian, si prefigge lo scopo di raccogliere fondi per la ricerca e la prevenzione della sindrome d’Hiv. All’insegna dell’aria nell’abbigliamento, mentre nelle edizioni precedenti acqua e terra, in ossequio al motto ‘Spread the Wings of Tolerance’ (dispiega le ali della tolleranza). All’asta, in vendita un biglietto per la festa del 65/o compleanno di Clinton. Il tutto, su un palco all’aperto davanti al Municipio, a forma del tipico fiocco rosso dell’Aids, sormontato da due ali giganti. Un modo per riflettere su una malattia che, contrariamente al passato, non si propaga più solo tra omosessuali infatti, alla luce dei recenti dati allarmanti, circa 11 contagi quotidiani, per una stima di 4000 casi annui. In Italia, secondo le statistiche, il Centro-nord del Paese, più vulnerabile: la Lombardia, con un tasso d’ incidenza di 3,2 casi per 100.000 abitanti, seguita da Lazio e Toscana. Dall’inizio della diffusione del virus, nel 1982, in Italia 62,000, 39.500 i decessi. Il che fa francamente riflettere sulle precauzioni da adottare, soprattutto in presenza di rapporti occasionali e sulla cultura della prevenzione, giammai superflua.