Salerno: Arti di Maggio, Tribute to Liszt

Si avvia alla conclusione la Arti di Maggio – Zapping ‘900, realizzato dall’Associazione Seventh Degree dell’ Università di Salerno, presieduta da Liberato Marzullo, unitamente al direttore artistico Antonello Mercurio e dall’ Assessorato ai Beni Culturali e Portualità Turistica dell’amministrazione comunale, con la Maratona Lisztiana, un doppio tributo a Franz Liszt, nell’anno del bicentenario della nascita, che andrà in scena giovedì 26 maggio a partire dalle ore 20 nella Chiesa dell’Addolorata. Ad inaugurare la serata sarà il pianoforte di Marco Pasini, il quale principierà il suo concerto con i Funérailles, settimo brano delle Harmonies poétiques et Religieuses, un’elegia scritta nel 1849 per i martiri della Rivoluzione d’Ungheria soffocata nel sangue dagli Asburgo. Una pagina che è sottotitolata anche ottobre 1849 Funérailles è sottotitolato “Ottobre 1849”. Questa è stata spesso interpretata come una sorta di discorso funebre per l’amico Fryderyc Chopin, morto il 17 ottobre 1849, e grazie anche al fatto sembrano riecheggiare la sezione centrale di epico della  Polonaise in la bemolle maggiore op. 53. del genio polacco. Tuttavia, il pezzo è un omaggio a tre dei suoi amici martiri della rivoluzione ungherese, il principe   Lichnowsky, il conte László Teleki e il primo ministro ungherese, il conte Lajos Batthyány. La pagina è composta di quattro sezioni, un’introduzione, una marcia funebre che sfocia in un’intensa lacrimosa, trsformantesi in una marcia eroica con una conclusione che comprende tutti i temi esposti in precedenza. Marco Pasini donerà, poi, l’esecuzione dei dodici studi trascendentali S139, simbolo del Franz Liszt della musica performativa, della musica da percepire sfruttando le possibilità timbriche e digitali del pianoforte. Musica concepita da un esecutore che sa “sentire” la propria mano nella pratica più squisitamente prestidigitatoria. Però, anche musica di vigorosa consistenza nella scrittura del testo, di controllo completo dell’architettura. Non solo, dunque, semplice effetto pirotecnico, ricerca delle possibilità inesplorate del piano. Ma anche e soprattutto tecnica funzionale. Ecco alcuni caratteri del panismo di Liszt, pianista-compositore per eccellenza, il cui stile e creatività procedono “intonati” all’esuberante personalità di concertista e di straordinario interprete che fu, mentre strabiliava e incantava le platee di mezza Europa, facendo il verso all’amato Paganini. Nel procedimento compositivo Liszt procede secondo il sistema della “modificazione a catena”: partendo da un’idea primigenia, procede per varianti, digressioni, mutazioni, pseudo-riprese, trasformando il materiale senza applicare in modo filologico lo sviluppo classico, concatenando ogni procedimento all’altro anche sfruttando minimi particolari dell’inciso, frase o figura precedente. Dopo la musica si passerà alla proiezione di una vera rarità “Lisztomania” di Ken Russel, introdotta  da Alfonso Amendola e Ugo Scoppetta. “Lisztomania”, datato 1975, e’ una commedia musicale, una fantasia rock, una singolare biografia di Liszt e Wagner. Ken Russell usa la chiave del surrealismo rock per ricostruire alcuni episodi della vita di Liszt e Wagner. La realta’ e la fantasia si confondono continuamente in questa allucinata fantasmagoria lisergica, nella quale i fatti della vita dei musicisti sono soggetti alla deformazione fantasiosa ed ultrasoggettiva della scatenata immaginazione del regista. Lo spettacolo rock ideato da Ken Russell e’ in bilico tra attualizzazione e delirante ricostruzione d’epoca, anti-filologica, ma sostanzialmente fedele allo spirito dei personaggi. Il film e’ anche un esempio di post-moderno ante-litteram, nelle molte citazioni-pastiche dei classici del cinema. Figurano in questo controverso film celebri star del pop-rock quali Roger Daltrey, nel ruolo di Liszt, Ringo Starr come Papa, e Rick Wakeman, al quale si devono anche gli arrangiamenti musicali rock delle musiche di Wagner e Liszt.