Cava de’ Tirreni: la storia della Badia a teatro
Un’ora di spettacolo, mille anni di storia. Il 5 giugno p.v., alle ore 20, nel Chiostro di San Filippo Neri presso la Basilica di Maria Ss. dell’Olmo, i “Kalokagathoi” diretti da Francesco Puccio metteranno in scena “Signora Badia”, una performance teatrale, scritta da Franco Bruno Vitolo, in cui, attraverso dieci episodi, una ancora arzilla “vecchietta” di mille anni, la Signora Badia appunto, ripercorre i momenti più significativi della sua vita, alias del primo Millennio di storia dell’Abbazia Benedettina.Gli episodi evocati sono raccontati da angolazioni particolari. La nascita del monastero emerge attraverso il personaggio monologante di Sant’Alferio che sul Monte Sant’Elia vede le tre luci sante; i rapporti con Cluny e le donazioni nobiliari sono evocate dalle parole della principessa Sighelgaita; le figure dei tre abati santi diventano note attraverso uno stravolgente e divertente incontro thriller di tre turiste moderne con il passato millenario; l’arrivo di papa Urbano II per la consacrazione dell’Abbazia è narrato in presa diretta da una popolana; il drammatico martirio di Santa felicita, uccisa con i suoi sette figli, è rappresentato in un drammatico monologo dalla santa stessa, le cui ossa sono conservate nel monastero benedettino; il distacco non proprio sereno della Citta de La Cava dalla feudalità dell’Abbazia emerge attraverso il racconto di due popolane, così come il rapimento dell’Abate Rea ad opera dei tedeschi avvenuto durante la seconda guerra mondiale; le tensioni sul destino del Monastero subito dopo l’Unità, per fortuna poi sfociate nella proclamazione a Monumento Nazionale, appaiono sulla scena attraverso i dialoghi incrociati di due lavandaie e dei rispettivi clienti, due monaci, di cui uno filosavoiardo, l’altro filoborbonico. Due chicche nel finale. In un moderno dialogo tra monaci e con divertenti contrasti tra perfezione amanuense e tecnologie al chip affiora la gloriosa storia di una Biblioteca tra le più prestigiose d’Europa. Nell’evocazione delle drammatiche vicende della Seconda Guerra Mondiale si trova spazio anche per ricordare il famoso Matrimonio di Passiano, tra la ragazzina Nina e il soldato americano Fortin, avvenuto nel 1952 con tale risonanza da occupare pagine intere di foto sulle riviste nazionali (Il Tempo”) e internazionali (lo statunitense “Time”).Poi, chiusura con la sempre verde Signora Badia e le sue mille candeline. Tanta storia, quindi, ma raccontata con agilità e spesso anche con “teatrale leggerezza” ed il corredo di fotografie ed immagini di arte e di repertorio. Il tutto, per il recupero di una vicenda i cui particolari sono ancora troppo ignorati, perfino dalla Comunità cittadina. Quindi ,un importante viatico di conoscenze verso il secondo Millennio.