Che sesso ha l’amore?

di Rita Occidente Lupo

Ma cosa sarà mai l’amore? Uno sbuffo al cuore, quel muscolo cardiaco, che dotato di valvoline “magiche” attraverso la sistole e la diastole, manda in circolazione sangue ossigenato. E sprigiona magicamente delle emozioni…almeno così vien interpretato quel tutto dentro, quel batti-cuore…tutto rapportato al cuore. Quell’adrenalina che impazzita in circolo, a volte sembra accelerare le lancette dell’orologio. Amore: oblazione, rinuncia, appagamento, completamento e chi più ne sa, più ne metta! Fatto sta che ognuno ha una sua concezione del sentire ed una propria visione emotiva, che non sempre viene captata sensorialmente da altri. Ognuno, come dire, ama a modo suo! Il problema è che non sempre è quello dell’altro, con cui intende instaurare una relazionalità di coppia! Quando invece sperimenta sintonia d’intenti, complicità “d’amorosi sensi”, allora la magia traduce la realtà! E sui fiumi d’inchiostro, che da sempre hanno animato la vena poetica, sulle migliaia di note, che menestrelli anche di fortuna, hanno sciolto non solo al chiar di luna, c’è sempre tanto da interrogarsi. Forse perché, tutto sommato, l’amore resta ancora un dolce sentimento che, se incatena, ciò nondimeno produce sortilegio e tormento. L’amore etero, proteso alla procreazione, oltre che all’integrazione, oggi rivisitato in nome d’un coinvolgimento che può anche compromettere la stessa specie.  “Quello omosessuale è l’amore più puro, al contrario dell’ eterosessuale, strumentale alla riproduzione”: il commento di Umberto Veronesi nei giorni scorsi, innestante una miccia nella babele contemporanea, che addita i gay pride. E se il sottosegretario con delega alla famiglia Carlo Giovanardi, s’è scagliato lapidariamente contro l’asserzione del noto oncologo, il plauso delle associazioni omosex e di Grillini, inevitabile. Nel momento in cui anche le istituzioni diatribano sul sesso, non quello degli angeli ovviamente, ma degli esseri umani, che a volte possono perseguire anche  aberrazioni, come stigmatizzato da diversi sindaci, rischiando di far smarrire l’identità delle coppie etero, coniugate, da quelle omo, che rivendicano tale diritto.  Sulle parole di Veronesi, sulla purezza del sentimento in oggetto, tanto da poter commentare: un tempo, gli stessi Eurialo e Niso, simbol d’ indissolubilità fraterna. E l’amica del cuore, la confidente che non era la cara Kitty della Frank, ma la compagna di banco o di vicinato, con trecce e calzettoni o con la millepieghe scorciata, all’insaputa dei genitori, ma non della coetanea o il compagno di giochi, con cui filonare timidamente, tirando calci al pallone del cortile, tramutati oggi in partner di coppia. Tutto sembra confuso…sempre di più. La referenzialità sessuale, quella identificata nei due individui, maschio e femmina, protagonisti della specie, violentata dal possibilismo di uteri in affitto e di famiglie omo! La scienza fa la sua parte, guai se così non accadesse e la medicina compie la sua parabola ricercativa in ogni tempo. Che sia proprio un luminare in camice bianco come Veronesi, apostolo di una lotta alla vita, contro le avvinghianti metastasi strappa-esistenza, a parlar di purezza nell’amore omo, lascia tanto da pensare. Senza dover subito tirar in ballo visioni bigotte o esasperare i limiti d’una querelle che anima il nostro tempo, contribuendo a confondere, più che ad avanzare proposte concrete di rispetto umano. Certi diritti, vanno strappati con le unghie non della provocazione né arrogati in nome d’associazionismi che sfidano le piazze, in cortei esuberanti. Certe verità, non strapazzate, da costruire prima nel proprio vissuto e poi da bandire in piazza…certe verità, possono anche essere errate, se viziate di diritti innaturali. E questo, il buon Veronesi, lo sa bene, rammentando il suo scanno ministeriale alla Sanità!