Piano Attuativo del “Ruggi”: la riorganizzazione aziendale per gli obiettivi di salute e di sostenibilità

Tutti i Pronto Soccorso restano aperti, compreso il Costa d’Amalfi, potenziate le attività nei singoli plessi e differenziate per caratterizzazione, aumentati i posti letto in rianimazione per Cava de’Tirreni e Mercato San Severino, Osservazione Breve Intensiva, organizzazione in rete e per intensità di cura

 

Presentato e condiviso, con le Organizzazioni Aziendali e il Collegio di Direzione, il Piano Attuativo Aziendale 2011 realizza una cornice di riferimento per la riorganizzazione aziendale, sviluppata lungo tre direttrici: La coerenza della strategia e dell’assetto aziendale con le coordinate regionali dettate dal Piano di riassetto della rete ospedaliera e territoriale; La sostenibilità del progetto di confluenza dei cinque ospedali salernitani in una nuova e complessa traiettoria di sviluppo; La transizione verso l’Azienda Universitaria, con l’accoglimento dei mandati della didattica e della ricerca.  La definizione di una tale macrostruttura passa per una profonda revisione organizzativa del sistema pre-esistente, con la creazione di nuovi nodi di connessione e con la ricerca di nuove sinergie in grado di trasformare la complessità sistemica in un nuovo modello del far salute per la provincia di Salerno. I criteri seguiti per la riorganizzazione, ancorché complessi e ricorsivi, possono schematizzarsi come segue: Attenzione specifica al fabbisogno di salute della popolazione, ricostruiti attraverso l’analisi dei dati storici di ospedalizzazione (volumi e tipologie di ricorso alle cure ospedaliere), di mobilità passiva (volumi e motivazioni di utilizzo di strutture sanitarie extra-provinciali ed extra-regionali) e di esito (stime di mortalità e di morbosità per causa; dati di benchmarking con la media nazionale sulle principali statistiche sanitarie); Organizzazione del sistema aziendale secondo il paradigma dell’intensità di cura, tale da coniugare la massimizzazione dell’efficienza e la sostenibilità gestionale con i più alti livelli di qualità e sicurezza  assistenziale; Costruzione di un’architettura a reti nell’offerta di salute, in  riferimento a: reti interne, ossia i nuovi ruoli e le nuove relazioni tra le cinque strutture confluite nell’AOU; reti esterne, ovvero i nuovi ruoli e le nuove relazioni da sviluppare tra l’azienda (e i suoi nuovi confini) e gli altri attori del sistema sanitario regionale coinvolti dal riassetto ospedaliero (rete dell’emergenza, reti specialistiche ecc). La reingegnerizzazione aziendale così concepita si arricchisce, inoltre, di un connotato fortemente specifico del contesto e intimamente legato alla visione strategica scelta dall’AOU: è il campo dell’innovazione e della sperimentazione organizzativa ma soprattutto è il campo della programmazione sostenibile per lo sviluppo delle eccellenza. Secondo questa ottica, si possono rintracciare i seguenti livelli di articolazione contenuti nel piano Soluzioni “modulari” per i Dipartimenti: L’aggregazione delle varie specialità diviene essa stessa una risposta globale per alcune categorie diagnostiche: è il caso del paziente oncologico, che trova nel Dipartimento Onco-Ematologico l’equipe  di professionisti e l’insieme delle risorse necessarie al completamento del progetto di cura. È, ancora, il caso delle patologie cardiotoraciche, per le quali l’eccellenza riconosciuta al polo aziendale comprende, senza soluzione di continuo, l’intero percorso del paziente dall’acuzie, alla riabilitazione, al reinserimento; L’aggregazione, in altri casi, sposa a pieno il principio dell’intensità di cura, identificando poli logistici autonomi per la gestione del paziente critico in area emergenziale o per le funzioni del recupero e della riabilitazione. La duplice prospettiva di attenzione: Le attività vengono organizzate secondo una logica aggregativa che le accomuna in un unico centro fisico di coordinamento e responsabilità organizzativa: nasce così il dipartimento delle specialità mediche o delle patologie muscolo-scheletriche (prospettiva organizzativo-funzionale); I nodi di attività vendono dislocati tra i plessi ospedalieri secondo il principio della gerarchia hub&spoke: ne è esempio l’oncologia, per la quale l’alta sofisticazione è concentrata nel polo del “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, laddove i livelli medi di intensità di fabbisogno (inquadramento diagnostico, chemioterapia ecc) sono avvicinati ai cittadini in maniera accessibile e fruibile (ambulatori e centri di DH a Cava de’ Tirreni, al Da Procida e a Mercato San Severino) (prospettiva logistica). La valorizzazione delle vocazioni specifiche: Probabilmente il connotato più caratteristico del Piano, con il quale la riorganizzazione assume un andamento a-traumatico di realizzazione e grazie al quale ciascuno degli ospedali confluiti nell’AOU può vedere rispettati e potenziati competenze e knowhow specifici e caratterizzanti. È il caso della Ginecologia e dell’Ostetricia e dei relativi Punti Nascita, che vengono confermati senza alcun approccio riduzionista sui tre poli di Salerno, Mercato San Severino e Cava de’ Tirreni in vista di un realistico e maturo percorso di riordino. Attraverso questo percorso, l’Azienda tende alla realizzazione nel polo di Mercato San Severino di una forma pubblica di umanizzazione dell’evento nascita con l’istituzione della Casa del parto o della nascita dolce, un luogo progettato per consentire alla donna di mettere al mondo il suo bambino restando protagonista di quest’avventura unica. L’implementazione o la messa a regime di tecniche quali  il parto in acqua, o la parto analgesia, la promozione di modelli organizzativi speciali, quali il roaming in (che consente alla mamma di tenere con sè il neonato sin dall’uscita dalla sala parto e per tutta la durata della degenza) o l’assistenza del partner rappresentano i livelli su cui l’azienda intende puntare per la demedicalizzazione e la naturalizzazione dell’evento nascita e del puerperio. È questo un progetto con il quale l’ospedale di Mercato San Severino diviene un polo aziendale per la nascita dolce nel breve termine, ma che promette di realizzare un centro di riferimento provinciale prima e regionale poi  nel medio termine. L’Ospedale di Mercato San Severino si caratterizzerà altresi quale polo di riferimento aziendale per l’angiologia medica e il piede diabetico, oltre che della chirurgia ortopedica e il recupero funzionale dei grandi traumi sportivi. Nella stessa direzione si muove la caratterizzazione dell’Ospedale “da Procida”, che vede il potenziamento e la differenziazione/specializzazione di tutte le funzioni di Recupero e Riabilitazione (ivi incluso il Centro del Risveglio) fortemente integrate con le aree di acuzie degli altri plessi dell’Azienda. Esse vengono previste come insieme di aree cliniche specialistiche ad alta competenza ed alto impatto sanitario ed epidemiologico, in grado di influenzare la prognosi quoad vitam e quoad valetudinem di numerose affezioni acute e croniche, traumatiche e non. La differenziazione specialistica nelle varie unità di riabilitazione e, al contempo, la loro convivenza entro un’unica struttura, favoriscono quelle sinergie di know-how e di presa in carico globale del  paziente scientificamente correlate al successo degli outcomes medici e di recupero sia clinico sia sociale. Naturalmente la valorizzazione e la caratterizzazione del Plesso del “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” si muove nella direzione della vocazione emergenziale e dell’alta assistenza. Luogo di gestione della complessità e della sofisticazione delle cure, il centro salernitano si conferma centro di eccellenza provinciale e sovra provinciale per la cardiochirurgia, per la chirurgia vascolare e diviene riferimento (Hub) per numerose altre discipline nell’ambito delle reti specialistiche regionali. La valorizzazione delle potenzialità specifiche ne è esemplare la soluzione dell’Ospedale Costa d’Amalfi, probabilmente la novità organizzativa di maggior impatto nell’ambito del riassetto della rete sanitaria regionale. Per il nosocomio infatti, da un lato si è voluto rafforzare la tradizionale missione di polo di assistenza emergenziale; dall’altro si è voluta porre più attenzione alle attività e alle situazioni di contesto tipiche della località turistica. Nascono, così, il “Centro di riferimento per il Mare Sicuro” (Safe Sea Center), con l’attivazione di una camera iperbarica per la gestione degli incidenti del mare, in particolare, quelli connessi all’immersione subacquea;  il “Centro di riferimento per il Sole Sicuro” (Safe Sun Center) per patologie cutanee (e non) connesse all’esposizione solare; l’Accademia della Lunga Vita, un’istituzione ospedaliero-universitaria, destinata agli studi maggiormente raffinati e al miglioramento delle conoscenze sulla longevità, sul benessere individuale e collettivo e sul rapporto Alimentazione e Salute. Per l’Accademia, un  polo scientifico-operativo sarà localizzato anche presso il comune di Pollica, vera e propria culla e capitale riconosciuta della Dieta Mediterranea e della longevità. Analogamente, il Plesso Ospedaliero di Cava de’ Tirreni, nell’ambito del riassetto, acquisisce la fisionomia di un polo di accoglienza per la donna, per la mamma e per l’evento nascita, e si arricchisce con la realizzazione del Polo Senologico Chirurgico, che riveste una rilevanza sostanziale per l’utenza provinciale (e non solo) in quanto, oltre a consentire una più efficace e tempestiva valutazione dei sospetti diagnostici in un setting accessibile (e sostenibile in termini di gestione), pone le basi per la progressiva deospedalizzazione della paziente oncologica,  favorendo una maggiore compliance sia dell’utenza che della struttura. e del Centro di rif. Celiachia del Bambino, che promette di superare e comporre la frammentarietà e l’ambiguità dell’approccio diagnostico e terapeutico alle manifestazioni pediatriche della celiachia, attraverso la concentrazione della casistica e la specializzazione clinica, laboratoristica e anatomo-patologica della struttura e dei professionisti. Secondo questi piani multipli di intervento, l’Azienda Ospedaliera Universitaria si ripropone una duplice chiave di sviluppo: estensiva, per la copertura globale del bisogno di salute, ed intensiva per l’affinamento e la sofisticazione dell’assistenza di alto profilo e di eccellenza.