60 candeline sacerdotali per Ratzinger

di Rita Occidente Lupo

Un Papa, Joseph Ratzinger, guardato cautamente nel suo mandato pietrino. Dopo Karol Wojtyla, difficile per chiunque poter spegnere una luce! Ma Ratzinger, settimo Pontefice tedesco, proveniente dalla dura Baviera, da famiglia modesta, ce l’ha messa proprio tutta nel continuare la tradizione senza alterare le basi che il Beato aveva gettate. Nel solco dell’ecumenismo, dell’invito costante alla pace, nel dialogo con la Chiesa ortodossa, nel rispetto d’una liturgia non annacquata, Ratzinger s’è ritrovato un mandato pesante. Una serie di problematiche per la Chiesa, che gli hanno imposto la scelta d’una linea improntata all’accoglienza, nella durezza della verità. Contro la pedofilia, l’Irlanda agitata, le vocazioni abbrutire, dietro la cortina di un mandato, Legionari di Cristo, non rispettato, il suo piglio deciso, nel rimarcare il celibato sacerdotale. Il suo riaffidarsi più che mai alla missione universale, dal 2005, allorquando la fumata bianca ne decretò l’elezione. Ordinato sacerdote a 24 anni, vissuto nel momento storico in cui la Germania viveva sulla sua pelle la tragedia del conflitto bellico, i suoi studi filosofici, lievito poi del cardinalato, in materia di Dottrina della Fede. Tanti gl’incarichi, prima di vestire i colori papalini. Un Pontefice che, in silenzio, sta calcando un’orma nel nostro tempo, dopo esser stato a stretto contatto con il Beato Giovanni Paolo II. Per lui, nei giorni scorsi, in occasione dei sessant’anni di sacerdozio, pari artisti, con le opere più diversificate, a porgergli omaggio in Vaticano. La mostra “Lo splendore della verità, la bellezza della carità”, da lui inaugurata nell’atrio dell’Aula Paolo VI, tra lo spartito di Morricone, a forma di Via Crucis ed il campanile di Niemeyer. Un modo per omaggiare l’uomo vestito di bianco, anche lui proveniente da lontano… oltr’Alpe!