Riceviamo e Pubblichiamo: Di Domenico replica all’articolo de il Mattino del 6 luglio 2011

Un articolo del Mattino ha evidenziato significativamente un evento di bracconaggio avvistato da un gruppo di Rangers sezione zoofila ambientale di perlustrazione  in una zona non ben definita del “Parco Diecimare”, nonostante fosse ancora buio, i funzionari hanno, avvistato a loro dire sette figure incappucciate che accortesi  di essere stati notati, si sono dileguati. Il Capo sezione D’Ursi ha, inoltre, verbalizzato il ritrovamento di buste di plastica contenente gabbie per uccelli,  che sempre a loro dire le hanno abbandonate i bracconieri. Constatiamo, a malincuore, la vergognosa  montatura  riportata dal quotidiano, contro ogni logica, in quanto pur di alimentare il vespaio contro l’amministrazione comunale e costringere alla riapertura di  un luogo che nulla ha di Parco, tantomeno di sito pseudo-archeologico, di nessun interesse ambientale ma un territorio sottratto alla comunità, a cui con frenetica strumentalizzazione si chiede la riapertura di un luogo, che rischia di addossare alla collettività il gravoso onere che la Regione Campania deve farsi carico. Devolvessero tali fondi per la sanità, ecc…! Bene ha fatto il Comune di Cava, con il sindaco prof. Marco Galdi,  il suo vice Luigi Napoli e l’ass. Carmine Salsano nell’incontro passato  a non  accogliere la richiesta di riperimetrare il territorio adibito al predo parco, solo per il compiacimento delle Associazioni Venatorie,  ma  principalmente per  l’esiguo e già limitato territorio della vallata metelliana,  assoggettando  ancor di più  il Comune di Cava ad una miriade di vincoli  a cui è sottoposto e che lo hanno totalmente ingessato, ormai da anni. Inoltre l’articolo riportava una vecchia foto dell’incendio avvenuto della casetta di legno in detto territorio, in corso di indagine della magistratura, evidentemente si vuole  sottolineare la rilevanza di interesse pubblico, contro quali offerte? In secondo luogo, e mi rivolgo a chi realmente ama la natura, l’ambiente e gli animali, ma come si può praticare bracconaggio in questi luoghi che non accolgono nessuna specie di animale protetta, ma solo dei semplici volatili i quali  non sono assolutamente appetibili al mercato dell’ ornitologia?  Inoltre, tengo  a precisare che questo non è il periodo di migrazione di qualche rara specie, che avrebbe la possibilità di nidificare nelle suddette zone, per il mancato ed effettivo habitat naturale. Si è voluto creare un pretesto per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica per un allargamento del parco con l’aiuto della comunità, facendole credere il contrario di quello che è la realtà dei fatti, sottomettendo e vincolando ancora di più le zone limitrofe interessate e costringendo i proprietari alla schiavitù di norme non idonee alle esigenze degli stessi. Siccome esiste ancora, fortunatamente, il diritto alla proprietà, come in ogni democrazia che si rispetti l’uomo ha il suo diritto naturale di difendere il proprio terreno, e se il caso di chiedere una perizia paritetica della conformazione del territorio in base alla superficie e con riferimento anche ad altre  norme, è possibile dimostrare la totale estraneità alla denominazione di Parco, poiché sul territorio non vi sono ne risorse idriche, ne pascoli. Pertanto, credo e mi auguro che il buon senso prevalga su inutili appelli volti solo ad attirare l’attenzione su “qualcosa che non c’è”.      

 

                                                                                               Luigi Di Domenico