Celano: “Salernitana, speriamo stavolta l’idillio non si spezzi!”
Per una volta ha ragione il Sindaco De Luca! Ci vuole senso di responsabilità ed uno scatto di dignità da parte di tutti, in primis da parte del primo cittadino. In campagna elettorale le sirene illusionistiche di palazzo di città rassicuravano i tifosi e gli amanti, quelli veri e non delle grandi occasioni, della squadra cittadina che tutto era risolto, che ormai il passaggio di società era cosa fatta e che c’era solo da conquistare la serie B sul campo. Circa dieci giorni fa, ad elezioni ampiamente terminate, le stesse sirene hanno strombazzato con toni molto più cupi. Oggi, purtroppo, la Salernitana riparte da una categoria che non le appartiene e che mortifica la dignità di tutti gli sportivi della nostra città, che hanno subito un vero e proprio umiliante reato morale. La responsabilità di tutto ciò non è attribuibile solo a chi, probabilmente maldestramente, ha gestito la società, ma anche a chi ha pensato di speculare a fasi alterne sulla vita sportiva dell’amata squadra di calcio cittadina, gioendo e assumendosi meriti nei momenti di gloria ed abbandonando maldestramente la barca che aveva contribuito a realizzare appena le cose andavano male (Chi chiamò i costruttori all’epoca del lodo Petrucci? Chi li rassicurò sulla vicinanza dell’istituzione cittadina ad una proprietà che si avviava ad investire milioni di euro nel gioco del calcio?). Oggi lo stesso primo cittadino che tempo fa ci insegnò che un’amministrazione comunale non avrebbe dovuto impelagarsi nelle questioni societarie prendendo le distanze da chi, pro-tempore e con gravi errori, gestiva la Salernitana, ora è alla ricerca spasmodica di imprenditori disposti a farsi mettere il cappello in testa, proprio come ha fatto all’epoca dei costruttori. Speriamo che questa volta l’idillio non si spezzi, per il bene della Salernitana. Ai veri tifosi interessa solo che si facciano finalmente le cose per bene e che la Salernitana ritorni là dove merita. Una cosa è certa: questa vicenda dimostra che questa città non ha più una classe imprenditoriale sufficientemente forte e che le istituzioni cittadini non sono state abbastanza convincenti ed attrattive rispetto a forze economiche che – atteso l’entusiasmo e la partecipazione che desta la Salernitana – avrebbero pure potuto investire nel calcio nella nostra città.