“Orizzonti di Mezzanotte” di Ingenito 30 luglio 2011, giorni- 43

  Capitolo 20 Il piano, i rischi Inizi di aprile 2003 Il viaggio in Italia sarebbe stato il frutto di un premio offerto da Mr Schutz in previsione delle ormai imminenti vacanze estive. Grazie agli ottimi affari realizzati dalla sua società con la Siria e con molti altri paesi del Medio Oriente, il ricco tedesco aveva deciso di sponsorizzare un premio-vacanza di quindici giorni, in un qualsiasi paese del mondo, a scelta e a favore del personale dell’ambasciata siriana a Berlino. Ahmed e altri quattro diplomatici di carriera furono personalmente prescelti dall’ambasciatore, principe Mohammed Jemal, cugino diretto del presidente della Siria. Il primo optò per l’Italia, meta ambita e più volte casualmente, in apparenza almeno, suggerita al tedesco negli ultimi tempi; gli altri quattro per una vacanza in patria con mogli e figli. Ahmed, non sposato, fu lasciato libero di invitare alcuni amici.Essendo stata scelta l’Italia, Mr Schutz chiese di aggregarsi insieme alla moglie, in virtù del suo amore per quel paese. Quanto al luogo particolare da visitare fu deciso di recarsi in costiera amalfitana, tra Amalfi e Positano. Il ricco mecenate tedesco avrebbe messo a disposizione uno splendido yacht, noleggiato direttamente in quel paese. Lo stesso ambasciatore fu colpito dai luoghi della vacanza. Erano famosi in tutto il mondo. Un mese prima della partenza, l’alto diplomatico invitò Mr Schutz e Ahmed per un tè nel suo ufficio.— So che prossimamente vi recherete in Italia, in costiera amalfitana, vicino a Capri, tra Amalfi e Positano. È un posto incantevole, che io stesso ho suggerito al nostro presidente di visitare almeno una volta nella vita. Mi ha sollecitato a visitare quei luoghi per lui e a descriverglieli. Queste vostre vacanze costituiscono per me una grande opportunità. Non escludo di raggiungervi, quando sarete lì. Ecco perché vi ho invitato a bere il tè insieme.— Eccellenza! — esordì Mr Schutz. — Per noi è un grande onore incontrarvi in quei luoghi. La aspetteremo con ansia. Nell’attesa, li visiteremo come meglio ci sarà possibile e Le esporremo nei dettagli le cose più belle.— Quando pensa di arrivare? E come? — intervenne Ahmed con tono asciutto e serio. L’ambasciatore non gradì i toni perentori della domanda. Benché quell’uomo godesse di uno status privilegiato in ambasciata, disposto dal presidente in persona, il capo-delegazione non lo aveva mai trovato particolarmente simpatico. Proprio per quel suo modo deciso di comportarsi, poco socievole con i superiori, sospettoso di tutto e di tutti.  In realtà, Ahmed era rimasto sorpreso da quella novità e fortemente seccato per un’interferenza che rischiava di compromettere un piano già stabilito. Le ragioni della sua decisione di scegliere l’Italia meridionale per una vacanza estiva erano ben diverse. Note soltanto a lui. E a chi, sopra di lui, le aveva autorizzate. L’invito di Mr Schutz era stato per questo quanto mai opportuno. Il tedesco, in fondo, non era uno stinco di santo. Fabbricante di armi assai conosciuto negli ambienti internazionali, era notoriamente un uomo senza scrupoli.Non si impicciava molto degli affari altrui, specie di quelli loschi che, uomini come Ahmed, certamente gestivano. Lo sentiva a naso. Proprio per questo, non approfondiva mai i comportamenti strani di lui. Non ne aveva bisogno e neppure interesse. Anche quando veniva indirettamente coinvolto, come nel caso delle vacanze in Italia.C’era sotto qualcosa in quella scelta. Lo subodorava. Questo era evidente. Ma non gli interessava sapere cosa. Conosceva il mondo arabo, la mentalità araba, la natura degli arabi. Mai chiedere, mai dare l’impressione di sapere o, peggio, di capire. Stare al rimorchio, una volta accolti dalla comunità, e trarne profitto, un profitto da condividere, era un conto. Altro era intrufolarsi, curiosare, interferire. Non lo avrebbe fatto. Mai. Neppure se fosse tornato il padre dall’altro mondo.Poteva intromettersi, e lo faceva, solo per dare tangibili segni di riconoscenza. Il regalo ai diplomatici siriani di Berlino ne costituiva una chiara testimonianza.— Lo saprete al momento opportuno. — replicò secco il diplomatico. — Ciò che conta è tenere segreta questa mia visita per motivi di precauzione. Guai se venisse a sapersi che è preparatoria ad una possibile visita del nostro presidente. Rischieremmo un incidente diplomatico, mettendo inutilmente a repentaglio la sua stessa sicurezza. La visita si concluse di lì a poco, subito dopo il rito del tè. Consapevole del banale errore di comportamento commesso nei confronti dell’ambasciatore, Ahmed si inchinò con umiltà e deferenza, uscendo rabbuiato in volto. Troppo per non attirare lo sguardo di Mr Schutz. Molto per non parlare, se solo avesse voluto. Ma tacque. E il tedesco non andò oltre. (…)