All’ascolto della vita africana: l’abitazione in Africa
Le costruzioni tradizionali africane
L’abitazione tradizionale in Africa presenta delle forme molto varie, riducibili, se vogliamo, a 4 modelli principali: Capanne, tipo alveare, con i muri di paglia (fragile riparo, tipico della vita instabile dei Peuls e di altri pastori) 2.Capanne cilindriche con i muri di terra con un tetto conico di paglia (abbondantemente usato dagli agricoltori delle zone a clima tropicale 3 Case di terra, con un tetto che forma una terrazza (Sudan) 4Case rettangolari con le pareti di foglie o di corteccia con un tetto a doppio spiovente (grande foresta) Citiamo qualche costruzione fortunata tra questi diversi modelli. E’ dalla capanna in forma di alveare che derivano,ad esempio,le alte e belle moschee o dimore dei capi Peuls sedentarizzati nel Fouta Djalon, costruzione dove diversi strati di paglia sovrapposti costituiscono una specie di tetto. Tra i pescatori Bozo e Somono del Bani e del Niger,la capanna a forma di alveare è spesso decorata da un ornamento sul frontone, gambo di bambù rinforzato da trecce di paglia o tavole quadrate formate con delle corde di paglia tese su dei rami intrecciati a forma di croce. Provvisto spesso di un largo tetto traboccante che, sostenuto da dei pali di legno, forma una veranda circolare, la capanna cilindrica con muri di terra può essere una costruzione molto curata e decorata in un modo che piace,sia con dei rilievi scolpiti esteriormente nel materiale medesimo del muro (Nupe della Nigeria),sia con delle pitture murali eseguite,a volte all’interno (Ila dello Zambia), a volte all’esterno (Kissi della Guinea), sia all’interno che all’esterno (Bobo,dell’Alto Volta,ora Burkina Faso). Una caso particolare di modo di costruire del Sudan è quello delle case con elementi quadrangolari,con dei muri e un tetto-terrazza di terra, con armature di legno; quelle dei Djennè- in mattoni crudi legati dalla malta e ricoperti da un intonaco di sabbia – comprendono fino a tre pani e si distinguono per la loro rifinitura che per l’eleganza della decorazione,di cui il dettaglio che più colpisce è un pannello rettangolare che è sopra il telaio in rilievo della porta e sormontato a sua volta da diverse piccole piramidi che sorpassano il livello della terrazza. Nello stesso modo,tra gli Haoussa della Nigeria settentrionale, le cui città sono circondate da mura, le case dei notabili possiedono una entrata e una facciata riccamente decorata di rilievi a motivi geometrici. Infine,la casa rettangolare con le pareti di legno e altro materiale vegetale presente,ha anch’essa delle varianti esteticamente importanti. E’ indubbio il fatto che i quattro modelli in cui possiamo dividere sommariamente le capanne e le case africane non possono esaurire la varietà. Le capanne dei capi Pende (Congo) sono delle piccole costruzioni quadrate con dei muri di steli vegetali che portano un tetto piramidale di paglia, che tradizionalmente aveva come culmine una scultura in legno(il più sovente una figura femminile eventualmente con in testa un uccello), mentre la porta era inquadrata da sculture di diversi colori. I Kikuyu (Kenya) abitano delle capanne cilindriche a tetto conico di paglia, ma i cui muri sono in legno e non di terra secca. I Bamilèkè (Camerun) costruiscono delle grandi capanne quadrangolari le cui pareti, graticci ricoperti di argilla fine, sostengono un soffitto e un alto tetto sensibilmente conico che ricorda quello delle capanne rotonde. Per quanto riguarda la casa quadrangolare con i muri di terra seccata,può avere un tetto di paglia al posto della tipica terrazza (Ibo della Nigeria). Preso numerosi Voltaici(Burkinabè), essa ha l’aspetto di un fortino isolato ed è così che si presenta, ad esempio, l’abitazione dei Gurunsi, la cui terrazza bordata di un muro merlato, sostiene a volte delle torrette, un certo numero di aperture che permettono di scendere nelle camere che alloggiamo i membri della famiglia, le reliquie e le statue degli antenati, le provviste e, la notte, anche le greggi. Un’altra variante di questo modello architettonico si trova tra i Fulbè o i Peuls sedentari del NordCamerun, che sanno costruire arcate e volte,come ne testimoniano certi parti della residenza del lamido (capo) o del sultano, generalmente composte da capanne cilindriche e da costruzioni quadrangolari. E’ molto conosciuto il famoso sarè camerunese: insieme di capanne costruite in cerchio attorno a un cortile domestico e riunite da una recinzione; una di queste capanne,quadrata,serve da entrata,da sala di accoglienza e di passaggio verso il cortile centrale. In Costa d’Avorio,tra i Dida, l’abitazione tradizionale è circolare ma,al posto di dividersi in un insieme di capanne distinte,il gruppo familiare occupa un unico e vasto anello diviso in celle che sono le camere e danno su un cortile centrale; questa costruzione ad anello si ritrova,non solamente tra i Guro e i Gagu,ma anche tra i Diola della Casamance e tra i Manjaco (Guinea Bissau). Altre abitazioni rotonde di un modello molto particolare sono le “Capanne-granata” dei Massa del villaggio di Mousgoum sui bordi del fiume Logone (Camerun-Ciad). Un po’ più a Nord o a Sud, l’argilla, mescolata a molta sabbia, non permetterà più questo slancio leggero, che termina su un’apertura circolare, attraverso il quale soltanto l’interno della capanna prende luce. All’esterno, una grande quantità di scanalature, dove il piede può trovare un appoggio,danno una nota e vita a queste forme geometriche, così da permettere facilmente l’accesso alla sommità della capanna, spesso di un’altezza tra i sette e gli otto metri; in effetti, queste capanne-granata(proiettile) sono costruite senza l’aiuto di impalcature, alla mano, come un vaso; è un lavoro, non di muratore, ma di vasaio. Per finire, la costruzione su palafitte non è sconosciuta dagli africani, come lo provano non solo i numerosi granai isolati dal suolo, ma dei villaggi di pescatori della laguna del Dahomey (Benin), composta di case quadrangolari in materiale di origine vegetale, che si innalzano al di sopra dell’acqua.
Simbolismo della casa africana- Se la casa africana è soprattutto un rifugio,ma non è solo questo: essa ha,in molti casi, un senso simbolico intimamente legato alle profondità del cuore umano. In Nigeria,per esempio, si mette nelle fondazioni di una nuova casa il bulbo di Urginea altissima Baker; perché?…Perchè si è constatato che questo bulbo conserva il suo umido durante le lunghe stagioni secche; è dunque un simbolo naturale di durata,di perennità,di vita che resiste alle difficoltà,ai problemi,agli ostacoli,non soltanto per la casa, ma soprattutto per la famiglia che vi abiterà. Così,tra i Bashi e altre tribù del Kivu(Congo Rd), quando si è livellato il terreno per una nuova capanna e tracciato il cerchio esterno,gli uomini si siedono nei dintorni e aspettano pazientemente, prima di cominciare la costruzione che una ballerina(uccello bianco e nero) venga a saltellarci sopra: amica degli uomini,viva,gioiosa,sempre in movimento e in ricerca attiva, è il simbolo della vita felice; la sua venuta viene vista come un segno che favorisce la vita familiare e vi apporta opportunità di cose buone. Tra i Venda dell’Africa del SudEst, durante l’iniziazione del Tshikanda, il patriarca spiega le Leggi della Capanna che sono simbolo dell’uomo:”La terra è il corpo di noi,le persone. L’acqua è il sangue di noi, le persone. Le travi trasversali sono i fianchi di noi,le persone. Le corde sono i tendini. L’erba sono i capelli. Il bastone eretto al centro, è l’uomo. Il focolare è la donna. Insieme rappresentano l’unione dell’uomo e della donna. La trave a destra dell’entrata è l’uomo; la trave a sinistra è la donna. La porta chiusa è la giovane sposata; la porta aperta è la donna puerpera (che ha partorito)…”. “I pali della capanna è il padre; il pisè (impasto di argilla, sassi e sabbia) è la madre; le travi del tetto sono i figli; le erbe sono le figlie. Ma c’è una quinta cosa: le cinghie di corteccia che legano la capanna sono come l’amore e la buona armonia che devono legare la famiglia”. La capanna è dunque la figura, il modello dell’uomo, della famiglia, un piccolo riassunto dell’universo..e, in più,deve aiutare a organizzarlo con l’unione dell’uomo e della donna,con la buona armonia e l’azione della famiglia e del clan. Questa specie di “sacramentalizzazione” della capanna è ancora più marcato tra i Dogon del Mali e i Fali del Camerun. Nel paese Dogon,dopo che si è tracciato il piano della capanna, l’edificio prende forma e significato:un insieme di quadrati e di cerchi rappresentano la testa, il corpo e le membra di un uomo che prende il suo posto nel mondo di quaggiù e del mondo di lassù. Questo simbolo, chiaro per gli iniziati, percepito di nascosto dagli altri, fa dunque della casa,nel medesimo tempo, un riflesso della creazione messe in ordine dal Creatore e una cooperazione a questa creazione dall’uomo che vi mette ordine. Tra i Fali,il piano della casa agisce sul mondo organizzandolo in opposizione a una natura ostile e caotica. Ma questo piano non funziona senza l’installazione e la vita dell’uomo. La capanna costituita di elementi opposti e complementari (muri di terra e copertura vegetale, cucina che è la donna e vestibolo che è l’uomo, ecc.) organizza l’umanità all’immagine dei gruppi primordiali di gemelli che, secondo il mito locale, hanno dato origine agli uomini. Ma l’insieme medesimo non si costituisce, non diventa veramente un insieme ordinato e efficace, se non quando l’uomo e la donna entrano in questa casa per viverci, amarsi, pregare, sacrificare, unirsi, fare figli: la casa diventa allora il ventre fecondo della terra:uomo e donna riprendono forza e senso all’interno della casa, di modo da essere, quando se ne escono,i cooperatori del Creatore nel mettere in ordine l’universo.