Se non ora, quando…

Alla Procura della Repubblica

Alla Corte dei Conti

Alla Commissione Europea

Ai Parlamentari di Camera e Senato

Alla Stampa nazionale ed estera

Alle Organizzazioni Sindacali

Al Ministero per le pari opportunità femminili

Al Ministero del Lavoro

Alle Consigliere per le pari opportunità femminili

 Il sindacato CPOM illustra l’unica rapida soluzione per salvare gli italiani dagli inutili, dannosi e vessatori balzelli, che i politicanti piludipendenti e la casta rosa opportunista stanno elaborano e denuncia i responsabili da perseguire del disastro di bilancio statale.L’assurda ed iniqua manovra non strutturale, che il Parlamento varerà, è un delirante arruffato atto per vessare i soliti lavoratori dipendenti e tagliare i servizi sociali, privilegiando gli ingenti interessi di ben determinate categorie di elettori. La Commissione europea ha più volte chiesto l’equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne ed il Governo tramite il “ce l’ho duro” ha dichiarato che ciò avverrà “nell’anno del mai”, nel 2032, poi anticipato al 2027.Appare evidente la scandalosa discriminazione di privilegiare le donne, grazie anche all’indecoroso silenzio ed avallo delle pseudo amazzoni per le Pari Opportunità di Comodo femminili. L’innalzamento da SUBITO a 65 anni dell’età pensionabile di tutte le donne lavoratrici, non solo è un legittimo atto STRUTTURALE di giustizia, ma ridurrebbe alla metà la manovra a beneficio di tutti gli italiani vessati e risponderebbe al “grido di dolore” dei presidenti del Consiglio e della

Repubblica, “tutti devono rimboccarsi le maniche per contribuire alla lotta alla speculazione”, un

“tutti” che sa di sfacciata beffa. L’incoerente discriminazione continua con la geniale idea di far decorrere dal 2013 il rapporto tra l’età pensionabile ed aspettativa di vita, la pilucrazia ignora che l’aspettativa di vita delle donne è di 7-8 anni maggiore degli uomini. Incostituzionalità che si aggiunge ai 5 anni di lavoro e contributi che gli uomini prestano in più rispetto alle donne, percependo la stessa pensione, grazie alla correità di tutti i sindacati.

Considerando il proverbiale odio verso i dipendenti pubblici, Una particolare responsabilità spetta

ai dipendenti dello Stato, poiché non rischiano il licenziamento, né la cassa integrazione e sono

stati tenuti al riparo dalla crisi degli ultimi anni meglio dei lavoratori del settore privato“, ricordiamo che la loro retribuzione media non supera i 1200 euro, che da circa un anno subiscono il taglio delle quote accessorie, il 30% degli emolumenti. Ma se devono contribuire si elevi da SUBITO a 65 anni e non nel 2016 l’età pensionabile delle donne nella P.A., ciò sanerà l’astrusa discriminazione tra le donne dei settori pubblico e privato, che presenta posizioni economiche e di stabilità altrettanto vantaggiose (bancari, assicurativi).

Tagliare i costi nel pubblico impiego è possibile cancellando le operazioni militare italiane di colonizzazione, costano 4.000 € al minuto per un totale annuo di 2.102.400.000 euro. Nel pubblico impiego è assunto un esercito di personale inutile, inidoneo e dannoso per il servizio e per l’erario, ignorando le norme di sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro. 10.000 militaresse che costano ogni anno oltre 240 milioni di euro 15.000 poliziottesse che costano ogni anno oltre 360 milioni di euro, pari ai nuovi ticket sanitari 100.000 vigilesse, la cui retribuzione paga compiti, che non possono svolgere, pari a € 50 milioni. 23 agosto 2011 2 Altro settore determinante di riforma STRUTTURALE per la crisi, a cui è garantita da sempre la totale immunità contributiva, è quello della PROSTITUZIONE, tutelata dalle pseudo amazzoni per le Pari Opportunità di Comodo, autrici di uno studio di settore. I clienti in Italia sono 9.000.000 per almeno 2 prestazioni mensili al costo medio cd di 90 € (30 € per strada e 150 € a casa) si ha un fatturato annuo per difetto di € 19.440.000.000, considerando che

qualche anno fa in Italia le prostitute professioniste erano 70.000. Di queste almeno 25.000 sono straniere con elevato tour over, che inviano i guadagni all’estero, 2.000 sono minorenni, più di 2.000 quelle gestite, oltre il 60% dei reati di sfruttamento è commesso da donne. Il 65% delle prostitute lavora in strada, il 29,1% in albergo, il resto in case private, il 94,2% sono donne, il 5% transessuali e lo 0,8% travestiti. Non si è considero il fenomeno non quantificabile, ma dilagante, della prostituzione sommersa, le escort e per web, le centinaia di migliaia di casalinghe, normali lavoratrici, mogli e studentesse dall’apparente irreprensibile moralità, che arrotondano le entrate con un “portafoglio clienti” fisso, in media 10, in grado di assicurare almeno 2 prestazioni mensili cd (20 prestazioni mese x 150 €/cd= 3000 €/mese per un fatturato annuo in Italia di circa € 3,6 miliardi).Emerge un totale imponibile di oltre 23 miliardi di euro soggetto ad un Irpef del 40% ed iva al 20% che darebbe un gettito annuo di circa 13 miliardi di euro. Cifre sottostimate, è possibile che il giro d’affari sia anche doppio, nelle aziende del piacere(bordelli) in Svizzera ogni donna guadagna 1.000 euro al giorno. Ricordiamo quanto lo Stato italiano investe ogni anno: 40 miliardi nella viabilità, 16 miliardinell’ambiente, 5 miliardi per le energie rinnovabili, 109 miliardi nella sanità pubblica ed altro..,oppure i deficit sanitari di 1,5 miliardi della Regione Lazio e di 700 milioni della Campania,risanabili in un solo anno con il contributo di quest’esercito di imprenditrici esentate.La prostituzione è una scelta, è quanto emerge dall’ultima indagine della commissione affari sociali dalla Camera dei Deputati e lo è ancor di più quella minorile, che riguarda il 3% del totale. Fenomeno in forte crescita che vede sempre più spesso ragazze italiane e benestanti usare il proprio corpo, in discoteca come a scuola e sul web per l’acquisto di beni voluttuari, ma anche come mezzo psicologico, sociologico, di controllo, di competizione e di acquisizione di potere verso il prossimo. In Italia la prostituzione è legale, anche quella minorile, ma è esentasse, mentre le prostitute sono più o meno regolamentate, pagano le tasse e sono sindacalizzate nei Paesi Bassi, in Germania, in Svizzera (due nazioni dove si discute di abbassare l’età minima per prostituirsi a 16 anni), in

Olanda, in Nuova Zelanda, in Australia, in Giappone, in Turchia, in Scozia, in Nevada, in Canada, in Bulgaria, in Svezia, in Norvegia, in Islanda, in Danimarca, in Brasile, in Costa Rica ecc….In una crisi così difficile per tutti e per il futuro dell’euro, non si comprende perché non si vuole equiparare legittimamente da subito e non fra 16 anni l’età pensionabile delle donne e perché non si vuole tassare i facili guadagni della prostituzione, consentendo un controllo su situazioni ed aree a rischio criminalità e divenendo un forte deterrente per le aspiranti prostitute, specie minorenni. Per quanto esposto ricordiamo l’art. 3 dell’invocata Costituzione alla classe politica ed al sig.

Giorgio Napolitano, che solo ora rinuncia a 2 anni di aumento Istat del suo stipendio e del personale del Quirinale, mentre la plebe dei lavoratori italiani da decenni non ne gode. Art. 3. Costituzione Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. “ Tutti devono contribuire”la crisi è oggi non nel 2027