“Orizzonti di Mezzanotte” di Ingenito 50° 29 agosto 2011, giorni-13
Dal Capitolo 50 Il rinvio Ferragosto 2003–Alle 11.00 in punto, il presidente incontrò lo staff di palazzo per i tradizionali auguri di Ferragosto. Era in partenza per la sua villa in Sardegna. Il saluto fu caloroso e affettuoso. Strinse la mano a tutti: dai vertici del suo apparato alla segretaria timida e impacciata dell’ufficio protocollo.Il capo-scorta, un tipo dai capelli a spazzola e leggermente brizzolati, eternamente imbronciato e vigile, avvertì il responsabile dello scalo dell’aeroporto di Ciampino. Il presidente sarebbe arrivato di lì a poco in elicottero. L’aereo militare era già sulla piazzola di parcheggio, con i motori al minimo per il rullaggio, pronto al decollo.Fu confermata la rotta per Olbia, con proseguimento sempre in elicottero verso la villa del presidente. Alle 11.30 in punto, la Lancia Thesis blindata schizzò in avanti, preceduta da quattro motociclisti della polizia e da alcune auto civetta al seguito.Il presidente era di ottimo umore. La prospettiva delle vacanze al sole sardo con gli amici di sempre e con alcuni dei suoi più stretti collaboratori lo rendeva addirittura euforico. Al capo di gabinetto che lo accompagnava confermò la meta finale.Ordini precisi erano già stati trasmessi anche ai servizi segreti. I controlli intorno al presidente e alle più alte cariche dello Stato si erano intensificate di molto negli ultimi tempi.I continui attentati terroristici nel mondo e le minacce quotidiane agli alleati più fedeli degli Stati Uniti da parte delle cellule impazzite islamiche imponevano uno stato di allerta costante.Il corteo presidenziale procedeva veloce quando, subito dopo avere superato Piazza Venezia, il presidente ordinò all’au-tista di convergere verso la propria abitazione. L’ordine fu eseguito all’istante, con notevole disagio e preoccupazione del responsabile della sicurezza. Il nuovo percorso da seguire fu deciso dal capo-scorta in poche frazioni di secondo. L’uomo era abituato a quei cambiamenti repentini del capo e sempre pronto a decidere per il meglio. La partenza da Ciampino avrebbe subito qualche ritardo. Il comandante dell’aereo spense i motori in attesa di nuovi ordini. Una volta a casa, il presidente si incontrò con la moglie e alcuni dei suoi figli. Diversamente dal programma, sarebbero partiti tutti insieme, ma senza collaboratori. Nessuno, tranne gli uomini della scorta. Non avveniva quasi mai che lui viaggiasse insieme ad altri membri della famiglia. Sempre per motivi di sicurezza. Questa volta, però, si impose con inusitata determinazione e non ci fu nulla da fare. Il capo-scorta lo guardò arcigno. Il presidente capì e sorrise benevolo. Per tenerselo buono, lo invitò a colazione insieme al resto dei suoi uomini. Alle 12.30 fu consumato un lunch veloce a base di insalata di riso, pesce alla brace con un misto di verdure cotte, semifreddo e caffè. Poi, il capo si chiuse nello studio per circa un’ora per leggere e selezionare gli ultimi documenti da portarsi dietro. Alle 14.30 ordinò a tutti di prepararsi per la partenza. Destinazione confermata: la villa in Sardegna. Al comandante dell’aereo fu prontamente ribadito il piano di volo. Le operazioni di allerta scattarono automaticamente. Tutte le sezioni di intelligence sul territorio nazionale ne ebbero conferma. Inclusa quella della Campania. Confuso tra i turisti di Positano, un signore di Miami in tenuta da spiaggia e look da perfetto turista americano in vacanza, godereccio e spensierato, sentì squillare il telefonino. Erano le 15.00 di un altro pomeriggio infuocato di quella tremenda estate 2003.— Hello, Gabriel, sono Annino!— Oh, hello, Annino. Quali notizie?Nel suo inglese arrabbattato, ma non infame, Gigano comunicò le ultime sul presidente.— È in volo per la Sardegna. Strano, ma è così. Previsioni infondate e allarme rientrato, almeno per ora.— Davvero? Uhm, … strano. Mah, meglio così dopo tutto. Avvertiamo i nostri uomini. Sono al massimo della tensione. Ne approfitteranno per rilassarsi un po’. Ma abbassare la guardia non è prudente. Continuiamo a stare sul chi va là e a tenerci informati fino al suo arrivo. Dopo di che ci regoleremo.— Sono d’accordo con te. Ti farò sapere.— Okay, Annino, a presto.— Ciao.O’Cronnolly tirò un sospiro di sollievo e di delusione insieme. Quella notizia voleva dire una sola cosa. L’attentato temuto non avrebbe avuto luogo nel posto e nei tempi previsti. Il suo fiuto aveva fallito. Il rapporto riservato del ministero degli esteri, trasmesso recentemente ai servizi segreti italiani, si era rivelato una bufala. (…)