Sotto l’ombrellone: cronaca dell’eterno amore
31 agosto Ore 2.30 siamo arrivati a Salerno dopo circa sei ore di viaggio, prima di andare a casa ti porto a fare un giro, poi ci fermiamo al bar che frequento, qui incontriamo Francesco un mio collega, rimaniamo un po’ lì, infine a casa mia, nella mia casa di campagna. Ore 10.00 ci preoccupiamo di prenotare l’aereo per Reggio, l’agenzia prenota il volo AZ6161 delle 23.55, abbiamo una giornata intera per noi. Così ti porto in giro per la città in tutti i posti più belli e particolari, ti faccio vedere la casa dove sono nato, i luoghi dove ho trascorso l’infanzia, dove trascorro maggior parte delle mie giornate, poi mostrandoti la mia scrivania, ti dico: “da lì è partito il nostro viaggio intorno al mistero dell’amore… in trentuno giorni”.A casa per pranzo, cucino io, ti preparo quei famosi spaghetti aglio olio e peperoncino, nel pomeriggio prendiamo un po’ di sole nel giardino, l’aria è secca il sole cocente, seppur fine agosto. E’ prima sera passeggiando per il corso incontriamo Salvatore, vedendoci rimane meravigliato e chiede: “…come mai da queste parti? Non ha risposta! Continuando la passeggiata andiamo sul lungomare la luna è nel cielo in tramonto, domani è luna piena, la luna degli innamorati. Un po’ stanchi ci fermiamo ad un bar all’aperto, sul dondolo e…dondolandoci ammiriamo il panorama. Al ritmo ipnotico del dondolio si fa ora di cena è d’obbligo la tappa alla più tipica ed antica taverna di Salerno, cioè al “Vicolo della neve” qui si degusta un’ottima pasta e fagioli, una saporitissima pizza ed il tipico cinquetto, il tutto accompagnato dalla melodia napoletana dei posteggiatori, che ci dedicano una canzone “Fenesta vascia, dicono che le origini di questa canzone siano calabresi. Ore 22.30 è ora di partire, col groppone in gola, prendo l’auto per portarti all’aeroporto, ore 23.00, siamo arrivati, tu vai al ceck in, io… sto per morire…ore 23.15 ritorni da me,le nostre menti sono sconvolte, non sappiamo che fare, che dire, che…ore 23.30 si piange, poi ci rincuoriamo vicendevolmente, ore 23.50 devi andare, un bacio, un forte abbraccio…un attimo… sei sparita. Tu vai… ed io pure…un forte dolore alla testa…mi tronca…un ictus, entro in coma. Verrai a sapere, resterai affranta, resterai.. a Reggio per sempre.