Narrativa: Racconto d’estate
Quasi all’alba di giornata di agosto, in un viale della Villa comunale di Salerno, mi ero seduta sulla panchina, monoposto, per respirare un po’ d’aria fresca sotto l’ombra delle piante secolari. Avevo riposto in borsa un libro per leggere le ultime pagine e trarne le considerazione per annotarle negli spazi vuoti, com’era mio solito fare. La città, quasi deserta, stava sbadigliando ai primi rombi stridenti dei motori di motociclisti impazziti. Il sole faceva capolino dietro i monti e lentamente colorava di rosa e poi di giallo il cielo e il mare. Accanto alla panchina che occupavo, c’era il laghetto con acqua torbida; il suo movimento attrasse la mia attenzione, mi avvicinai e vidi i pesci rossi che guizzavano fuori sembrava che giocassero, fra loro, al salto in alto. Mi parve addirittura di sentire il suono armonioso delle loro voci. Che meraviglia mi dissi. Sarei voluta entrare nel loro mondo per conoscerne i discorsi, per sapere se erano di gioia o anche loro si lamentavano di questo pazzo mondo. Nel silenzio dei miei pensieri, quell’atmosfera insolita, di cui ero stata partecipe senza averne ricevuto invito, mi offrì un grande dono. Fu tutta una sorpresa: i rumori esterni tacquero improvvisamente ed io immersa in quel magico spettacolo rimasi a lungo ad osservarlo.
Elena Ostrica