“Orizzonti di Mezzanotte” di Ingenito 2011 giorni:- 8

  Capitolo 55    La caccia Una volta fuori, il sovrintendente Lo Cascio alzò diligentemente la cornetta del telefono, pee segnalare in questura, come da regolamento, l’avvenuto trasferimento del marinaio arabo sulla nave, a seguito delle sue dimissioni dall’ospedale.  Poco prima di andar via, un collega della centrale lo ricontattò per farsi dare il maggior numero di particolari su quel marinaio. ― Come mai vi interessa tanto quel povero Cristo? — Abbiamo l’ordine di segnalare ai servizi segreti tutto ciò che riguarda la presenza di arabi sconosciuti sul territorio. Vive a Trapani questo Riad Bathish Salem? — chiese il collega della questura.  — No, è imbarcato su una nave da carico yemenita giunta ieri sera per un problema tecnico. L’uomo ha accusato un forte attacco di gastroenterite acuta e il comandante ha deciso di farlo ricoverare per un controllo. Tutto qua.  — D’accordo, collega. Allora mandaci al più presto un rapporto dettagliato su quest’arabo e sulle sue caratteristiche fisiche per risalire ad un possibile identikit. L’anziano sovrintendente riattaccò il ricevitore spazientito e un po’ preoccupato.― È scoppiata l’arabofobia. E che minchia! — si disse. — Questi vedono terroristi dappertutto ormai! Vuoi vedere che ora fanno un putiferio per niente e se la piglieranno solo con me per una piccola mancanza? Tanto, qualcuno deve sempre pagare in questo paese della minchia! … E già si sa come andrà a finire. Faranno un gran casino e, alla fine, dal buco della montagna riusciranno a fare partorire il solito topolino. — esemplificò a proprio uso e consumo il poliziotto, dalla coscienza evidentemente rimorsa.— E va bene. Santa Rosalia pensaci tu anche questa volta! — disse, invocando la santa con tutta la fede che gli rimaneva.— Mettiamoci al lavoro adesso. Vuol dire che, alla fine di questo rapporto, mi dedicherò anch’io al disegno! Ahmed, intanto, si era avviato lungo la strada che menava dritto al porto. Ma, a meno di un chilometro dall’arrivo, girò improvvisamente a destra, proseguendo per la stazione ferroviaria. Subito dopo avere svoltato l’angolo, qualcuno gli passò furtivamente la sua fedele quarantottore nera. Poco dopo era in fila alla biglietteria per l’acquisto di un biglietto di sola andata per Napoli. Attese a lungo prima di partire. Si trattenne in sala d’aspetto, fino all’orario previsto. Alle 20.30 il siriano era già in viaggio. Giunse a destinazione l’indomani, di prima mattina. Prenotò una stanza modesta in un’anonima pensione della stazione ferroviaria centrale, in Piazza Garibaldi. Vi rimase due giorni, uscendo di rado e solo per mangiare.Al mattino del terzo giorno lasciò definitivamente quel luogo per un appuntamento da non mancare. Forse l’ultimo, ma certamente il più importante della sua vita. Un dettagliato rapporto della questura di Trapani sul caso della nave yemenita fu trasmesso, intanto, a tutte le altre sedi del paese, incluso l’episodio del ricovero in ospedale del marinaio siriano Riad Bathish Salem con allegato identikit. O’Cronnolly e Gigano si ritrovarono ancora una volta seduti l’uno di fronte all’altro per esaminarlo. Appena letto il rapporto, O’Cronnolly si rivolse al collega italiano:— Pensi che possa interessarci?— A prima vista direi proprio di no. Nessuna preda in fuga è così stupida da tornare indietro, sapendo di buttarsi in pasto ai leoni. Anche se, — aggiunse — l’assassino ritorna sempre sul luogo del delitto!— Luogo per luogo, anche questo è un luogo comune. — lo scoraggiò l’americano.— Già! — replicò Gigano. — E, poi, l’identikit non corrisponde affatto al nostro uomo. Una volta tanto, non ci resta che dare fiducia al caso!O’Cronnolly rimase, in verità, un po’ perplesso.— È così, non c’è che dire. — aggiunse, senza entusiasmo. Poi ci ripensò:— Ma se ti chiedessi una prova di quanto hai detto? Toccò al vice-questore, questa volta, rimanere incerto.— Non sarei in grado di dartela.— È quanto basta per sospettare.— E per non sospettare?— Accertare. Subito. Senza perdere tempo.— Ho capito. Pochi minuti dopo fu inviato un dispaccio urgente alla capitaneria di porto di Trapani. Bisognava identificare nuovamente l’equipaggio della nave yemenita, accertandosi che tutti fossero ancora a bordo, nessuno escluso, a cominciare proprio dal marinaio ricoverato il giorno prima nell’ospedale di quella città. (…)