Don Mazzi al Vaticano: chiudere seminari minori!

  Rita Occidente Lupo

La Chiesa, fatta di uomini! Non di santi! Anche se, alla Chies, si guarda per imparare, apprendere, imitare la sequela cristiana, per la salvezza. Soprattutto, dalla Chiesa, si attende l’esempio! Quello che manca spesso e volentieri e che fa storcere il naso anche ai più fedeli osservanti, dinanzi a notizie bomba. Quelle che tirano in ballo la morale pubblica e che finiscono per gettare, in pasto al tritatutto mediatico, un’istituzione millenaria, voluta dallo stesso Figlio di Dio. La vicenda irlandese, degli abusi da parte del clero, su minori, perpetrati per anni, la dice lunga in tema di castità. E la provocazione di don Antonio Mazzi, nei giorni scorsi all’assise pesarese del Pd, destinata a ricevere risposte. Mazzi non è andato per il sottile, nel dichiarare apertamente ciò che dietro le quinte, dicono in tanti da sempre: proprio nei seminari, s’annidano pedofili! In luoghi stipati, come “pollai”, ha rimarcato l’antesignano d’Exodus!Preferibile, chiudere tali luoghi di formazione ecclesiastica che, specialmente nelle fasi adolescenziali, finiscono per deviare, più che drizzare! Optabile la famiglia, nella quale i futuri presbiteri,  potrebbero continuare a rispondere alla chiamata consacrata, ma senza traumi di rinunce anche agli affetti parentali. A tali affermazioni, naturali repliche, come quella di don Roberto Zammerini “nei seminari minori, crescita seguita anche da team psiocologico.” Intanto don Mazzi ha acceso una miccia, in un momento in cui la Chiesa vive la secolarizzazione della gerarchia, tra notevoli affanni. In cui un novello Francesco D’Assisi potrebbe davvero segnare l’inversione di rotta, non solo in nome di Madonna Povertà! E  se Mazzi auspica un nuovo Concilio, per dritte atte a rivisitare la situazione dei separati, del dialogo interreligioso, del sacerdozio ecclesiastico, resta lo zoccolo duro della ferrea sequela magisteriale, che Ratzinger non smuove di un capello. Anche se in altri Paesi, come Germania ed Austria, ci s’interroga sulla stessa istituzione seminariale minore. Senza dubbio, il credente oggi, vive un conflitto costante con la società, impazzita d’edonismo e d’arrivismo carrieristico. Intrisa di pseudo valori, che dietro l’apparente cortina di mentalità ristrette, di tabù da abbattere, intende legittimare anche l’illecito, l’amorale, non riuscendo più ad avere la padronanza del bene e del male. Dell’equilibrio, che quasi stenta ad affermarsi tra sacche politiche, sempre più scottate dai privilegi. La Chiesa, di uomini-peccatori, made Terzo Millennio, non può non riflettere su quelle che sono “le nuove mode” del tempo, su i nuovi paradigmi esistenziali, ai quali l’uomo s’appella, per eludere la stessa paura di perdere la vita stessa o di finire nelle sabbie dell’anonimato. Per molti, il prurito divistico, la foga del potere di Mammona, la furia di sentirsi al…passo coi tempi, a qualunque costo. Senza veli né orpelli: senza abiti né infingimenti! Ma, tra tanta confusione, il pastore di un gregge sbandato, di una società in conflitto con se stessa, non riesce a reggere il vincastro, per la guida sicura né sa spendere le proprie energie, per il Regno di Dio. Il dramma, in fondo, è proprio qui: la stessa Chiesa, vive dagli alti scanni, una vera e propria crisi d’identità, dalla quale solo uomini santi, possono salvarla!