PdL, Congressi e Territorio: un futuro concreto per la Provincia di Salerno
Il Segretario Nazionale del Popolo della Libertà ha informato, a più riprese, che nel mese di Novembre 2011 saranno organizzati i Congressi. A tal proposito e in relazione al futuro del partito nella Provincia di Salerno, Glicerio Taurisano, Vice Coordinatore della sede di Capaccio Paestum commenta lo status attuale e futuro del PdL Salernitano. Secondo lei, la scesa in campo di Angelino Alfano come Segretario Nazionale del PdL ha caratterizzato una spinta verso l’organizzazione definitiva del Partito e dei Congressi? “Diciamo pure che il PdL aveva bisogno di un nuovo impulso verso la seria organizzazione di partito – commenta Glicerio Taurisano – e chi più di Angelino Alfano sarebbe stato idoneo a far abbandonare e debellare la vecchia idea che si ha, seppur condita di meritocrazia che non c’è mai stata, di cambiamenti mai avvenuti, di nuovo mai valorizzato, sulla gestione del PdL il quale, ancor oggi, può considerarsi un Partito che sta nascendo e che ha voglia e capacità di crescere. Tutti coloro che credono nel PdL e nel suo progetto non possono che condividere le idee organizzative del Segretario Alfano”. Gestione alla vecchia idea, in che senso?“Nel senso che ancora c’è chi crede nel familismo amorale della gestione partitica. Un tempo c’erano i partiti delle tessere amministrate, ovvero, si muovevano i voti congressuali a seconda della personale esigenza, ponendo ai posti di gestione sempre i soliti capelloni della politica. Oggi non è più così e non dovrà mai più essere così. Il PdL nasce dalla straordinaria idea di creare un Partito-Movimento che fosse proprio della gente, dei cittadini – precisa Taurisano – il che ha segnato un altrettanto straordinario successo di consensi; tuttavia però, è stato ed è tutt’ora considerato il Partito degli Eletti, ovvero le decisioni territoriali affidate ai candidati scelti che per lo più sono rappresentati da esponenti di varia estrazione politica, culturale, partitica e soprattutto disinteressati alle attività e crescita del PdL, i quali hanno sempre considerato il potere gestionale come fondamentale base di lancio verso obiettivi e velleità sempre più ambiziose e ricercate. In pratica è come un cerchio chiuso ad una sola porta le cui chiavi sono in mano a pochissimi privilegiati. Quindi ben lontano dal grandioso progetto iniziale e ahimè dalle possibili concentrazioni meritocratiche tanto professate e mai applicate in qualsiasi contesto”. Cosa manca al PdL Provinciale affinché possa considerarsi finalmente radicato sul territorio?“Il lavoro che il Coordinamento Provinciale ha fin’ora svolto è stato eccellente, positivo e aggregativo – dichiara Glicerio Taurisano – ma solo sul piano individuale, infatti, si è tenuto più conto delle singole persone le quali vestissero una carica amministrativa o provenienti da altre compagini piuttosto che dei gruppi, degli iscritti, delle sedi, degli operatori politici territoriali i quali da anni lavorano senza mai domandare nulla o pretendere cosa se non la giusta considerazione dell’attività svolta sui territori. Certo, tale aspetto è stato necessario ad una metodologia politica fine a creare supporti e associativismo per far riscontro a circa due decenni di amministrazioni di sinistra ed operare in sinergia con le istituzioni comunali, ma ha generato anche un vuoto, una distanza, tra istituzioni e politica, tra eletti ed elettori, tra partito e tesserati, poiché tanti hanno abbandonato oppure non hai mai sentito la necessità di dare ascolto ai territori. Quindi è venuto a mancare, ma per effetto e contestualità del momento, una forte attività di radicamento, di strutture territoriali, di individuazione di Coordinatori ed Esecutivi, cose che hanno sempre avuto un ruolo centrale nel rapporto politica e cittadini – partito e rappresentanti istituzionali. Avessimo avuto una tale struttura, o meglio, la camera di compensazione tra partito ed operatori politici e ci fossero stati sui territori comunali meno persone che si fossero eletti autonomamente a dirigenti di partito o referenti immaginari perché amico di questo o di quell’altro politico eletto, probabilmente avremmo ottenuto, nelle elezioni amministrative del maggio scorso, risultati positivi anche laddove vi è stata una sorta di assenza valutativa. Pertanto, quello che manca ed è necessario per il PdL e la Provincia di Salerno sono i congressi, il radicamento attraverso le sedi e gli iscritti su ogni territorio comunale e inoltre un inizio di ragionamento più politico attuativo che patetico e non risolutivo”. Quindi, nella provincia di Salerno, lei immagina un PdL molto più forte se verranno indetti i congressi unitamente ad una politica di insediamento di sedi?“Assolutamente si. Ma non lo immagino ne sono certo – sottolinea Taurisano – anche se solo un radicamento ed una struttura da sole non bastano se ad esse non segue un progetto di attività e di programmabilità. Ci sono tante persone vicine al PdL nei comuni della provincia di Salerno che aspettano solo di essere chiamati a contribuire alla crescita del partito, persone che lavorano instancabilmente e senza velleità, ragion per cui attendono un organizzazione che rispetti le norme più comuni all’impegno che si dovrà avere verso una stabilizzazione programmatica, di crescita e di gestione. Se a Novembre avremo i congressi e ci saranno candidati esenti da ambizioni eccentriche o incarichi istituzionali, se saranno individuati candidati con alle spalle anni di esperienze organizzative, di conoscenza dei territori e di rapporti con la gente, capaci di decision making, di comunicazione e marketing politico, di dialogo e ascolto, di volontà e determinazione e soprattutto privi di ogni rincorsa al potere assoluto o alla carica ricercata, potremmo sicuramente incamminarci verso obiettivi molto più positivi dei risultati sin’ora raggiunti. In provincia di Salerno siamo un partito con un’alta percentuale di consensi, se penseremo di più alle strutture organizzative territoriali, agli uomini onesti e leali, ai problemi e alle esigenze dei cittadini, alla formazione politico-amministrativa, ad una attività continuativa e costruttiva su tutto il territorio, ad interessarci di più a fare cultura politica attraverso la presenza costante sui territori di rappresentanti ed istituzioni, di certo ci incammineremo verso traguardi straordinari e duraturi”.Qual è, secondo lei, un idea vincente per il PdL Salernitano sul piano dell’organizzazione da presentare al Congresso Provinciale? “La politica è un’attività seria, la gestione di un partito lo è ancor di più. Occorre partire da queste due fondamentali basi probanti e conoscitive – sostiene Glicerio Taurisano – unitamente ai valori e alla continua presenza. Sono le organizzazioni inesistenti o confusionali che producono spazi vuoti e ciò dovrebbe essere la prima cosa da non fare, per cui identità e comunità dovranno essere il fulcro su cui poggiare il rilancio forte del Partito in tutta la provincia. Sostenere il nuovo, esentarsi dall’opinione che chi ha già incarichi istituzionali o è stato eletto oppure nominato deve rappresentare per forza il partito, dare spazio e rilievo ai giovani e alle donne, quindi diventare attrattivi nei confronti della razionalità e del pragmatismo. Dovremo valorizzare le energie di tanta gente che nel partito lavora e si adopera da sempre, arricchire le nostre risorse attraverso la proporzionalità dei ruoli e rispettare le linee programmatiche del partito condividendone ma soprattutto credendo nel grande progetto del PdL. Dare risposte chiare, immediate ed inequivocabili sul fronte della scelta di una nuova classe dirigente sia istituzionale che operativa, cambiarne quindi il metodo di scelta che fino ad oggi ha generato non poche difficoltà organizzative e programmatiche. Un organizzazione più partecipativa che abbandoni definitivamente l’adozione politica del nominato di turno, dando sempre e comunque ai cittadini la possibilità di scelta. In pratica un partito ed una classe dirigente più propensa verso le problematiche dei territori, più attiva sul piano della disponibilità organizzativa, più utile alla crescita del partito e non dei singoli uomini”. Un’ ultima domanda, si dice che la Politica non esiste più e che essa abbia modificato il soggetto sociale in uomo velleitario e protagonista, cosa ne pensa? La politica ha ancora tanto da dire e soprattutto da fare – conclude Taurisano – quindi essa deve vivere per il bene della società, inoltre, non è la politica che trasforma gli uomini ma sono gli uomini che alterano il senso e il concetto della Politica, poiché abbiamo sostituito la sua epistemologia e razionalità con le oscene pretese della demagogia personale”.