Effusione di fervore spirituale dalle stigmate di San Francesco
La liturgia di questa festa tipicamente Francescana ci parla del raffreddamento spirituale del mondo. Questo accadeva nel XIII secolo. Dacché vi sono gli uomini, è così spesso che il freddo invada la loro anima ! Per aver caldo occorre avvicinarsi al sole ed il sole del mondo invisibile è un sole bruciante perché è divina Luce, Calore del pensiero e del cuore, Dio è tutto questo. Dio si è spesso servito dei suoi Angeli per manifestare la sua volontà agli uomini. Egli si è sempre servito dei suoi santi per fare qualcosa di grande e di duraturo nella sua Chiesa. Il sogno del Papa Innocenzo III che vedeva il Poverello d’Assisi sostenere una chiesa che stava per crollare, è un simbolo dell’azione dello Spirito Santo, della sua opera di santificazione operante nel popolo cristiano sia all’interno che fuori di esso per la conversione degli infedeli . I santi sono ognuno, nel loro secolo, nella loro propria missione, come dei pozzi zampillanti di vita spirituale, di conversione, di esempio trascinante, d’una parola di fede più ardente, d’opere di carità più generose e più affascinanti. Dio moltiplica i suoi mezzi di santificazione del mondo attraverso i suoi Santi. La Chiesa lo sa e lo insegna continuamente con il calendario liturgico giornaliero.La Preghiera della festa delle stigmate di San Francesco ci da la ragione del miracolo operato sul monte Verna da dove il Poverello di Assisi ridiscese marchiato nella sua carne dalle stigmate impresse durante la Passione sul corpo di Cristo. Ricompensa del generoso fervore del suo servitore ? Marchio visibile sul suo corpo della conformità della sua anima con quella del suo Salvatore e Maestro ? La liturgia della festa ci dona un’altra ragione : “infiammare il cuore troppo freddo degli uomini con l’amore divino”, che si esprime in maniera sensibile ad essi, attraverso delle ferite miracolose, immagine di quelle del Cristo crocifisso. Il rinnovamento francescano nel XIII secolo non fu una vana parola. Quale paternità spirituale esercitata da San Francesco d’Assisi ! Chi dirà il numero ed il valore di quelli che la sua santità avrà direttamente ed indirettamente toccati e santificati ? Noi ci lamentiamo troppo spesso dell’empietà degli uomini, del loro allontanamento da Dio. Lamenti superflui ! Cominciamo col vivere ognuno più santamente e Dio s’incaricherà di rendere feconda la nostra azione. Egli ci invierà le grazie che toccano le anime e che le convertono per metterle ai piedi del Signore. La lezione della festa delle Stigmate merita una riflessione ed una risoluzione da parte di quelli che hanno la missione di salvare i loro fratelli. Dalle sue stigmate, Gesù è messo in qualche modo nel cuore, nell’ anima e sui piedi di san Francesco. Noi, anche senza stigmate visibili, cerchiamo di mettere il Salvatore nell’amore del nostro cuore, nell’attività delle nostre mani e sulla strada dei nostri passi e diverremo dei veri e potenti missionari di Cristo come lo fu “il poverello d’Assisi”.