I cattolici e la politica

Giuseppe Lembo

Ha proprio ragione Giuseppe De Rita quando afferma che il mondo cattolico italiano è in crescente fibrillazione; cerca, tra l’altro, di apparire il più possibile, usando tutte le possibili opportunità mediatiche per dire “ci sono anch’io”. I cattolici italiani in politica non guardano tanto al passato della vecchia DC; da più parti pensano, piuttosto, a ricercare il proprio ruolo, il più vicino possibile alle complessità dei problemi del nostro tempo. Dopo un periodo di quasi assoluta apnea, il mondo cattolico italiano, utilizzando al massimo le sue profonde radici nella società del nostro Paese, cerca di costruirsi un nuovo corso. In primo piano c’è un forte lavoro sociopolitico svolto dai suoi tanti organismi di rappresentanza (le associazioni che si riconoscono per ascendenza al mondo cattolico hanno, tra l’altro, dato vita ad un forum permanente e ad un manifesto). Oltre a questa importante presenza, c’è un costante sviluppo di impegno e di azione sul territorio, sia sociale che ecclesiale. Siamo di fronte ad un fenomeno di massa che va considerato attentamente; esprime un modo nuovo di essere cattolici e di guardare alla politica, dove, oggi più che mai, prevale oltre agli aspetti confessionali, un impegno nuovo per la vita. C’è da considerare attentamente il ruolo dei cattolici in politica. Un ruolo che cerca nuovi spazi e nuova visibilità. I cattolici, dopo il silenzio ed il cono d’ombra del recente passato, cercano nuovi spazi ed una nuova e forte presenza in politica. Quello che è però evidente a tutti è la mancanza di una figura carismatica, leader capace (come Moro e De Gasperi), di fare dei cattolici italiani, il grande partito delle masse italiane che per decenni, hanno inopportunamente identificato fede e politica nella forte e rappresentativa casa comune che si chiamava Democrazia Cristiana. Si tratta di un vuoto non di poco conto; non agevola il nuovo corso dei cattolici in politica, pensando a prospettive di lunga durata ed interpretando correttamente, le esigenze delle forze sociali, delle dinamiche locali e della fede religiosa, identità comune e comune appartenenza del mondo cattolico italiano. Fino a quando non ci sarà questo collante d’insieme e lo spirito di una forte rappresentanza, capace di identificarsi, come nel passato di De Gasperi e di Moro, in un leader carismatico, per i cattolici italiani, nonostante la forte vicinanza con la Chiesa, panorama polito italiano ci potranno essere solo terre a mezzadria, con un protagonismo apparentato che ne sfuma l’immagine e la stessa identità di rappresentanza politica. Il nuovo corso dei cattolici in politica, per produrre i frutti che sperano in tanti, oltre all’identità, deve avere una forte rappresentanza (che non ha) ed una nuova capacità di dialogo, con il sociale italiano, sapendone interpretare a fondo, esigenze, comportamenti e non ultima, la crisi dei valori che porta, tra l’altro, al fenomeno crescente delle Chiese vuote, un importante riferimento d’insieme del mondo cattolico italiano. I tempi sono profondamente cambiati, per cui niente sarà come prima per il mondo cattolico, desiderosi di tornare ad essere protagonisti in politica nella società del nostro Paese, dove c’è un crescente diffondersi dei comportamenti globali e di un Io mondo che, al di sopra delle visioni limitate e parziali, porta sempre più la gente ad essere cittadini globali, desiderosi di vivere bene insieme in una società mondo.

 

                                                                        

Un pensiero su “I cattolici e la politica

  1. Il problema dei cattolici in politica è che ci sono sempre meno cattolici ed , ancor di più , sempre meno politica . L’essere cattolico come distintivo non ha senso e forse forse è anche un pò superbia quindi peccato (“io sono migliore degli altri”).La politica sono anni che ormai è scomparsa , implosa in un gorgo annichilente di improvvisazione e relativismo etico.Dunque , che fare ? Rileggere la Dottrina sociale della Chiesa dal “non expedit” alla “rerum novarum” in poi e lavorare, oggi, anche fuori dalla politica dei partiti . Forse la Politica (con la P maiuscola) oggi si fa fuori dai partiti , la vera crisi dei tempi moderni sono loro e non è un bene . La vera tragedia dei nostri tempi è la mancanza di confronto, crescita, stimolo, la chiusura delle sezioni, dei convegni veri , dei giornali d’opinione. I partiti non esistono più ed essi erano la cinghia di trasmissione tra popolo ed istituzioni : oggi esiste solo il leaderismo di pessima copia peronista a destra, centro e manca. Guardi i partiti : sono il partito di Berlusconi, di Casini, di Fini, di Di Pietro, di Vendola…forse forse ad onor del vero si salva solo il partito democratico. E noi , piccoli guazzetti amanti di Almirante, Moro e Berlinguer , cerchiamo come ossigeno spazi di discussione come questo (DentroSalerno) dove poter pensare e parlare un pò tra facce intelligenti. Ahi serva Italia…

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