Fisciano: il Santuario di San Michele di mezzo in festa
Fede e devozione, intrecciate ai piedi dell’Arcangelo Michele, in occasione della Festa il 29 settembre. Il Santuario al Santo dedicato a Fisciano, nell’ombrosa Valle dell’Irno, meta dei pellegrini che amano ritrovare le radici della propria spiritualità ed affidarsi alla potente intercessione del principe della luce, contro ogni insidia del maligno. In Carpineto, riaperto al culto il 5 Maggio 2011, dopo i lavori di restauro effettuati dal Comune di Fisciano, con solenne celebrazione eucaristica, presieduta da Mons. Luigi Moretti Arcivescovo Metropolita di Salerno Campagna Acerno, è retto da padre Luigi Aversa e custodito dal Clero secolare. Le origini di questa chiesa rupestre vanno certamente collocate nei primi secoli della affermazione del Cristianesimo in Campania e la cripta di matrice medievale; la grotta all’interno fu probabilmente utilizzata quale laura da parte di monaci di provenienza orientale. In questo ambito va collocata l’immagine più suggestiva dell’intero complesso rupestre, quella della Vergine col Bambino al centro dell’altare, costruito nel livello inferiore. La grotta sacra ha visto, raccolti in preghiera, Papa Gregorio VII e Alfonso Maria de’ Liguori. La presenza di entrambi è ricordata con due affreschi collocati in posizione simmetrica rispetto all’altare della Madonna Platytera. Sant’Alfonso è raffigurato, anziano vescovo, in posizione benedicente e l’affresco è completato da una scritta in latino che dice: Ecco colui che veramente cercò e veramente trovò Dio- E come stella diana, come luna piena, come sole splendente-Così brillò nel tempio di Dio- Il beato Alfonso Maria de’ Liguori. L’affresco è infatti datato 1824, mentre Alfonso fu proclamato santo nel 1839 da Papa Gregorio XVI. San Gregorio VII è raffigurato nel pieno della maestà e della fierezza dell’alto magistero. Anche questo affresco è completato da una scritta in latino: Ho amato la giustizia ed ho odiato l’iniquità perciò muoio in esilio. I lavori di restauro hanno restituito altri affreschi ed iscrizioni, tracce della funzione sacra della grotta nel corso dei secoli insieme all’iscrizione su pietra, che testimonia l’impronta dell’Arcangelo Michele sul luogo. Questa grotta, se non lo sai, una volta era quasi dell’inferno– Io scacciai i demoni Nel mio nome la consacrai Data la misticità del luogo, si evince la gioia dei fedeli non solo irnini alla riapertura al culto del Santuario. Dopo anni di permanenza di padre Francesco ed un breve periodo dei Padri Saveriani, il tempio sacro sembrò destinato alle ortiche ed all’incuria popolare. Il recupero ha rinverdito un faro di spiritualità che porta il doveroso culto all’arcangelo Michele, in queste sere onorato tra liturgia eucaristica, novena, triduo, pellegrinaggi, benedizione e consacrazione dei fanciulli. Inoltre, sacre rappresentazioni, per aiutare a riflettere ulteriormente su scorci di vita sacra, tra liturgia dei canti e solenne concelebrazione da parte di Mons. Moretti nel giorno della Festività, col clou in serata, con rappresentazione “Dell’Angelo e del diavolo” dopo la Santa Messa, officiata dal Mons. Marcello Di Maio.