Conoscenza della tribù lega (Congo Rd): il diavolo nella concezione lega
Il Diavolo viene chiamato Akinga, forza invisibile che agisce con azioni prettamente di disturbo, di danno, con azioni cattive e negative. “Egli è wandumà, il malvagio per eccellenza con il quale non c’è pace”. La sua azione è necessariamente in contrapposizione con quella di Dio che opera sempre e solo bene. Il Diavolo è e resta sempre e solo alla sua completa dipendenza, non può nulla davanti a Dio, né contro Dio (leggere inizio del libro di Giobbe). Per i Balega il Diavolo è una forza incontrollabile, finalizzata a nuocere agli uomini e contro la quale solo il potere di Dio – che spesso agisce attraverso i bakila, guaritori – è efficace. Abbiamo detto che il suo nome è Akinga, colui che non ha mai pietà, colui che ha il cuore duro. Al ragazzo che si comporta da monello e che non ascolta il consiglio degli anziani, viene detto che il Diavolo verrà a prenderlo. Ci sono due capi: Dio e Satana. Il secondo capo è sempre subordinato al primo ed è suo schiavo, sempre agli ordini di Dio. Come non ci sono effigi e statue di Dio, così pure non ce ne sono per il diavolo. La lotto contro il Diavolo è continua e avviene attraverso i bakila, i guaritori. Quando il mukila (singolare di ba-kila) arriva, il Diavolo se ne va, e ricominci a vivere in pace. Per un’opera così proficua, si da un pollo e un muzaba (collana di perle): il guaritore fa gli improperi contro il Diavolo, il tuo nemico e lo caccia per sempre, affinchè non torni più in quella casa. Non si fanno sacrifici a Satana “per tenerlo buono”: con un nemico del genere non si può scendere a patti. Secondo la tradizione Lega, i morti seguono una sola “direzione”: sia i buoni sia quelli che, per giudizio comune, sono giudicati cattivi vanno da Dio. In base alle risposte date alle preghiere e alle invocazioni si può capire se colui che è “andato là” è accetto a Dio oppure no. I Balega tuttavia non sapevano se tutti i morti abitassero in un medesimo posto buono o se altri andassero in un posto brutto. I sacrifici sono solo per i morti della propria famiglia, loro solo possono intercedere presso Dio, anche se non è chiaro come ciò possa avvenire.