Paestum: Lions, I ediz. scacco al diabete
Un’occasione di confronto tra medici e pazienti per fare scacco al diabete. E’ l’opportunità creata dal Lions Club Paestum in occasione del Corso di aggiornamento di Educazione Continua in Medicina sulle Neuropatie Diabetiche. Presso la sala convegni del caseificio “Il Granato”, in località Spinazzo nel comune di Capaccio-Paestum, il prossimo 5 novembre si terrà non solo un evento formativo per medici, farmacisti e infermieri ma soprattutto un evento sociale. Lo scopo è di raccogliere le istanze dei pazienti cercando di dare delle risposte concrete ai problemi quotidiani che comporta una malattia metabolica cronica come il diabete. Dal diabetologo al neurologo, al chirurgo, dall’oculista all’ortottista: medici specialisti saranno a disposizione di pazienti diabetici e dei loro familiari per rispondere a domande, elargire consigli e aprire gli orizzonti su nuove prospettive in campo terapeutico e diagnostico. La giornata si divide quindi in due momenti. Il primo, di carattere scientifico, partirà alle ore 9,00. Il corso di aggiornamento sulle Neuropatie Diabetiche, organizzato dall’Associazione di formazione professionale “Sophis” presieduta da Marco Botta, è un evento accreditato dal Ministero della Salute e conferirà ai partecipanti 8 crediti ECM. Promossa dalla Mediwhite di Roma, l’iniziativa si rivolge a medici chirurghi, dietisti, farmacisti, infermieri, ortottisti per aggiornamenti in merito alla diagnostica, alle terapie, alla prevenzione e alla cura delle complicanze della malattia. Sul diabete mellito di tipo 2 relazionerà il dottor Biagio Tizio, responsabile del Centro Diabetologico dell’Asl, Distretto 64 di Eboli. Il dottor Francesco Guarino, dirigente della divisione di Neurologia dell’ospedale Ruggi D’Aragona di Salerno, interverrà sulle neuropatie periferiche. Delle complicanze del diabete rispetto all’apparto visivo, parleranno la dottoressa Vanessa Prota, medico oculista, e il dottor Nicola Di Lorenzo, ortottista e specialista in optometria. Infine, sul piede diabetico neuropatico, riferirà la dottoressa Rosita Apicella, dirigente medico presso la divisione di Chirurgia dell’ospedale Maria Santissima Addolorata di Eboli. Le porte ai pazienti e ai loro familiari si apriranno invece alle 17,30 quando avrà inizio il question time per lo “Scacco al diabete”. «Invitiamo tutti coloro che fossero interessati a partecipare a questa importante iniziativa -dichiara il dottor Vincenzo Mallamaci, cardiologo, direttore scientifico e moderatore dell’evento-. Nel mondo ci sono 366 milioni di diabetici; 3 milioni solo in Italia di cui 1 milione non è al corrente di essere affetto da questa patologia. Trascorsi dieci anni senza curare la malattia, le complicanze sugli altri organi sono inevitabili. Il primo organo ad essere colpito dal diabete è il cuore, a seguire i reni e il sistema nervoso. Le complicanze sono legate alla persistenza dello zucchero nel sangue che infiamma le pareti dei vasi sanguigni. L’obesità è la maggiore causa di permanenza dello zucchero nel sangue perché non permette la dispersione delle calorie che ingeriamo. La prevenzione del diabete segue i canoni della prevenzione cardiovascolare. E’ necessario evitare una vita sedentaria, seguire una dieta che non esageri con l’apporto di zuccheri ed effettuare controlli medici periodici soprattutto in casi di familiarità». Agire sullo stile di vita sin dall’infanzia. Biagio Tizio, responsabile del Centro Diabetologico dell’Asl, Distretto 64 di Eboli dichiara: “L’80 per cento della popolazione italiana è in sovrappeso, ma quello che preoccupa di più è l’obesità pediatrica. Il 35 per cento dei bambini italiani (circa 1 milione) è obeso o sovrappeso, solo in Campania la percentuale sale al 49 per cento. Il centro diabetologico del distretto 64 di Eboli ha raccolto l’invito della SID (Società italiana di diabetologia) di offrire assistenza non solo alle persone affette da diabete ma anche a soggetti e soprattutto bambini che hanno problemi di obesità, con consulenze nutrizionali e interventi di educazione per l’esercizio fisico. E’ necessario pianificare una serie di attività di comunicazione rivolte a diffondere la cultura della prevenzione. Per arginare il fenomeno sono prioritari gli stili di vita e l’attività fisica. Maggiori dovrebbero essere gli sforzi delle istituzioni nel sensibilizzare le famiglie e promuovere giornate di prevenzione sul diabete, corsi di educazione alimentare nelle scuole, corsi di educazione terapeutica in tutto il territorio. Il diabete non è una malattia curabile ma si può trattare e con una terapia adeguata è possibile ridurre e persino prevenirne le complicanze. Le terapie tradizionali prevedono la somministrazione di insulina per iniezione sottocute, i farmaci orali, la dieta e l’esercizio fisico. Riguardo alle tecniche di somministrazione dell’insulina sono stati fatti molti passi avanti e si spera di arrivare quanto prima al pancreas artificiale anche se una sua bozza attuale è il Microinfusore. La terapia con Microinfusore è un trattamento che imita l’azione del pancreas in quanto consente l’infusione continua di insulina nel tessuto sottocutaneo (CSII: Continuous Subcutaneous Insulin Infusion). Nuove frontiere nella terapia del diabete riguardano il trapianto di cellule staminali, i tentativi sono molteplici ma ci si trova per il momento di fronte ad eventi avversi quale la vita breve delle cellule trapiantate e la terapia immunosoppressiva a vita”. Tra le complicanze che il diabete comporta a livello dell’occhio, la retinopatia diabetica è considerata la causa di maggiore di riduzione visiva e di cecità. Nicola Di Lorenzo, ortottista e specialista in optometria, presentando il caso di riabilitazione visiva in una bambina nata prematura, afferma: “L’ipovisione è una condizione di ridotta capacità visiva che colpisce più di una persona su 100 nella popolazione generale. Il 60-80 per cento della popolazione ipovedente può essere aiutato attraverso degli ausili visivi con sistemi ingrandenti, sistemi ipercorrettivi prismatici in caso di visione binoculare, rieducazione visiva attraverso biofeedback. La riabilitazione visiva stimola l’area retinica residua, cioè quella ancora sana, usando impulsi luminosi (Improved Biofeedback Integrated System: IBIS). E’ fondamentale il lavoro di equipe tra il medico oculista, l’ortottista, il tecnico di ipovisione e lo psicologo. Emblematico è il caso della piccola “Maria” (nome di fantasia), una bimba nata prematura con un peso alla nascita di 840 grammi divenuti, dopo un calo fisiologico, soli 650. La bimba ha subìto interventi di crioterapia ad entrambi gli occhi. Dopo lo svezzamento si è scoperto che fosse celiaca come la madre. La funzionalità visiva della piccola era fortemente compromessa. Dopo alcuni viaggi in America presso un centro specializzato, nella fase iniziale della riabilitazione si è proceduto con delle stimolazioni visive. In un secondo momento, sotto le direttive dell’oftalmologo statunitense, abbiamo fatto uso a permanenza di occhiali prismatici. Il danno visivo era grave e il residuo era della sola percezione ombra/luce. La consapevolezza acquisita di questo seppur esiguo residuo è stata molto utile alla bambina. Maria ha imparato a sfruttarlo come elemento di riferimento nell’orientamento spaziale, continuando con l’apprendimento della lettura e scrittura in Braille. La riabilitazione è avvenuta per un anno in casa della piccola, coinvolgendo il più possibile la famiglia. In seguito è proseguita ambulatorialmente. Ora Maria ha 7 anni e ha conservato il suo residuo sfruttando la possibilità di percepire la luce per localizzare la posizione degli oggetti e orientarsi negli ambienti”.
non capisco come mai nella nostra realtà meridionale non si dà spazio a figure professionali come le dietiste che sono una forza utile nella informazione su alimenti etichettatura corsi per counthing dei CHO che tanto servono alle persone con diabete (vedi gli equivalenti…………..)